Un altro classico
Gustave Flaubert
"L'educazione sentimentale"
Giuseppe Barreca
sabato 6 agosto 2011
Ci vogliono 250 pagine prima che la signora Arnoux si rechi a casa di Frédéric Moreau; ma non lo fa per amore, perché non sappiamo ancora se lei lo ama mentre, sin dalle primissime pagine, l’autore ci ha rivelato la passione intensa di Frédéric per lei. Flaubert ci dice, infatti, che, quando Frédéric la vede la prima volta, la signora Arnoux per lui è come un’apparizione.
La signora Arnoux dunque è a casa di Frédéric. Ma deve solo chiedergli aiuto: il marito, amico del “ragazzo”, ha avuto sfortuna con gli affari e Frédéric ha disponibilità economiche… inutile aggiungere che il protagonista andrà in soccorso della famiglia Arnoux. Tuttavia la signora in questione non si mostrerà particolarmente riconoscente. Così Frédéric masticherà amaro. La signora Arnoux per il momento rimane irraggiungibile per Frédéric, benché egli la desideri oltre ogni cosa. Quando va via da casa sua, egli si mette a baciare tutte le cose che lei ha sfiorato o toccato.
Il “rivale” di Frédéric, il marito di lei, ossia Jacques Arnoux, è proprio il contrario del Nostro. Quanto Frédéric cerca di apparire sensibile, delicato, misurato, tanto l’altro è grezzo, bonaccione, edonista. Jacques Arnoux tradisce la moglie con una “mantenuta”, Rosanette, ma siamo nell’Ottocento borghese e dunque nessuno dice niente, anzi. L’uomo ha il diritto di tradire; la donna, se lo fa, è una puttana o, per essere più eleganti, una mantenuta.
Anche Frédéric ama la vita godereccia e ogni tanto si getta in essa: partecipa a balli, a pranzi, alle occasioni mondane. D’altra parte è benestante, ha del denaro, degli amici più o meno scapestrati, tutti persi a inseguire sogni artistici, politici o letterari; lui no. O meglio, ogni tanto si cimenta in qualche impresa intellettuale, ma è un inconcludente nato. Ha passioni politiche confuse. La sola certezza è che ama la signora Arnoux, anche se intreccia un’intesa relazione con l’ex amante di Jacques Arnoux, Rosanette, con la quale ha anche un figlio che morirà ancora bebè.
Flaubert tratteggia in modo magistrale il parallelo tra le due donne amate da Frédéric. Rosanette è passionale, campagnola, cinica ma anche tenera, tremendamente sola e spesso povera in canna; la signora Arnoux è il suo opposto: capelli corvini, bellezza pura, portamento nobile che ispira rispetto, è fedele al marito e alla famiglia nonostante i tradimenti subìti. Frédéric le amerà entrambe, ma in modo diverso: Rosanette è amata per la carne, la signora Arnoux per l’anima. E Flaubert ci fa capire che l’unico autentico amore di Frédéric è quest’ultimo, perché non morirà mai, durerà fino a quando la signora Arnoux avrà i capelli bianchi. Eppure i due non avranno mai contatti intimi, solo alcuni baci.
Finalmente, la signora Arnoux un giorno confesserà di amare Frédéric. Prima a se stesso e poi al ragazzo. E siamo già ben oltre la metà del romanzo: i due si conoscono ormai da otto anni. Nel descrivere la nascita di questa passione Flaubert è cauto: egli sembra condividere la “sacralità” del sentimento d’amore, quello provato da Frédéric verso la signora Arnoux. La delicatezza di questa passione, tanto duratura perché unisce corpo e anima, traspare per tutto il romanzo; l’opera diventa allora il racconto di un’educazione sentimentale di un giovane uomo che scopre l’amore giovanissimo e che non abbandona mai un’idea romantica dell’amore.
Il personaggio di Frédéric, a tratti, ci appare forse un po’ demodé: attorno a lui, al contrario, la borghesia parigina si dà alle migliori (o peggiori) gozzoviglie, sia in campo sessuale sia culinario, senza curarsi di nulla se non di salvare le apparenze. In fondo solo quello conta. Frédéric invece è diverso, è un’anima di altri tempi: egli cede soltanto per inerzia al girotondo dei balli, dei pranzi luculliani, dello sfarzo, degli abboccamenti da boudoir. Oltre a Rosanette, egli avrà anche un’altra amante, la signora Dambreuse, moglie e poi vedova di un ricchissimo uomo d’affari; ma l’abbandonerà, sulla soglia di un matrimonio assai vantaggioso, allorché la nobildonna offenderà la signora Arnoux, ormai caduta in disgrazia a causa dell’ennesimo fallimento finanziario del marito.
Lo sfondo della storia di Frédéric e della signora Arnoux è la Francia del decennio 1840-1852: un periodo storico travagliato, dove la rivolta contro l’ultimo retaggio del regime monarchico-reazionario, istituito nel 1830, sfocia in un 1848 che dà speranze di democrazia, ma che terminerà, mestamente, nel 1852, con l’ascesa al potere del regime plebiscitario di Luigi Napoleone III, prima Presidente della Repubblica e poi imperatore.
Ma i due protagonisti e gli altri personaggi del romanzo di Flaubert sono solo sfiorati da queste vicende; Frédéric antepone l’amore a tutto. Ha delle passioni politiche fugaci, a differenza di alcuni suoi amici che s’impegnano in politica senza successo. Flaubert tratteggia una società politica di voltagabbana, di approfittatori, di trasformisti e una società borghese dove la ricerca del denaro tende a offuscare qualsiasi valore umano. I fallimenti finanziari di Jacques Arnoux testimoniano la fragilità di un sistema economico e sociale spietato.
Per fortuna Frédéric e la signora Arnoux sono diversi: hanno degli ideali, dei valori, delle passioni; e benché le loro nobili aspirazioni non avranno quasi mai sfogo, essi rimarranno due figure fulgide, brillanti, in mezzo a una Babele di mestieranti, attoruncoli, aristocratici languidi e donne mantenute. È vero che le loro vite porteranno a ben poco: la rovina e la miseria per la famiglia Arnoux, l’assenza dell’amore vero nell’esistenza di Frédéric. Insomma, sono tutti degli inconcludenti, sembra affermare l’autore: Frédéric, le sue amanti, il signor Arnoux.
Tuttavia Frédéric è un uomo inconcludente perché troppo ricco interiormente, perché ha mille possibilità e non è in grado di sceglierne nessuna. Gli altri, come Jacques Arnoux, sono inconcludenti per propri limiti, per meschinità, piccineria. La signora Arnoux, invece, non è inconcludente, ma si staglia come una stella sull’universo oscuro che vegeta sotto di lei. Il bacio che ella darà a Frédéric, l’unico vero atto d’amore fisico tra di loro, eleverà Frédéric, togliendolo dal fango di una Parigi perduta.
La vita impedirà ai due di amarsi per davvero. Il destino, la miseria, li allontaneranno: appena saputo della loro rovina, Frédéric correrà dagli Arnoux, ma non troverà nessuno a casa loro. La signora è in casa, ma si nasconde dietro una porta.
Infine, passeranno quindici anni. È il 1867: Frédéric ha vissuto intensamente, ora ha 45 anni. Una sera si presenta a casa sua un’anziana signora, la signora Arnoux, ultracinquantenne. E l’amore dei due si ridesta. Lei ha i capelli bianchi ma Frédéric sembra superare il trauma di vederla invecchiata. Per pochi attimi, mentre essi rievocano i tempi del loro amore che ci fu e non ci fu, ogni cosa torna a essere presente e viva nella loro mente. Si amano ancora, nonostante tutto. E Frédéric le fa finalmente una dichiarazione d’amore come si deve, dopo quasi trent’anni da loro primo incontro, anche se è una dichiarazione d’amore per la donna che la signora Arnoux non è più:
“La vostra persona, i vostri minimi gesti, mi pareva che avessero una importanza più che umana. Il mio cuore si sollevava dietro i vostri passi come la polvere. Voi mi facevate l’effetto di una notte di luna in estate, quando tutto è profumo, ombre dolci, luce bianca, spazio infinito; e le delizie dei sensi e dello spirito erano racchiuse per me nel vostro nome, che io ripetevo, cercando di baciarlo sulle mie labbra. Non immaginavo nulla al di là di questo. Era la signora Arnoux quale voi eravate, con i suoi due bambini, tenera, seria, bella da incantare, e così buona! Quell’immagine faceva sparire tutte le altre. Come se avessi potuto anche soltanto pensarci, alle altre, mentre avevo sempre nel più profondo di me la musica della vostra voce e lo splendore dei vostri occhi”.
Il romanzo di Flaubert è costituito da un succedersi di grandi quadri, rappresentazioni della vita dell’alta borghesia francese della metà dell’800; ma l’autore ristora il lettore, che rischia di sentirsi girare la testa a causa di tanto sfarzo, con episodi di una tenerezza e di una dolcezza struggenti; oppure, Flaubert costruisce piccoli episodi ironici o amari, che arricchiscono la struttura di questo grande romanzo, a metà strada tra romanticismo e realismo.
Penso che molti lettori uomini, a un certo momento, si siano immedesimati in Frédéric. Infatti, al di là delle diverse epoche, è difficile non parteggiare per lui; e chissà se c’è per tutti, per tanti, da qualche parte, una signora Arnoux, un’immagine di purezza, di tenerezza, a metà strada tra la madre e l’amante.
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