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sabato 20 luglio 2024

Sylvester Stallone: curiosità e cose da sapere sulla star di "Tulsa King"

 

Sylvester Stallone e Jennifer Flavin

Cinema

Sylvester Stallone: curiosità e cose da sapere sulla star di "Tulsa King"

Conosciamo meglio il leggendario action 

6 luglio 2024

RockyRamboSly, in altre parole: Sylvester Stallone. Oggi festeggiamo il 78° compleanno dell'iconico attore ed action hero scoprendo alcune curiosità che lo riguardano.



Nato a New York il 6 luglio 1946, Sylvester Stallone vanta chiare origini italiane: i suoi nonni paterni erano originari di Gioia del Colle, in provincia di Bari. Sua mamma Jackie Stallone, venuta a mancare nel 2020, era invece un'astrologa e ballerina di origini ucraine e francesi.


La rescissione del nervo facciale causata dall'uso del forcipe durante il parto gli ha causato una lieve paresi del lato sinistro del volto. Nel corso dell'infanzia ha anche sofferto di rachitismo.


Per frequentare l'università, Sylvester Stallone si è mantenuto facendo i più svariati lavori, tra cui il parrucchiere, l'inserviente al Central Park Zoo di New York e il bigliettaio di un cinema.


Sylvester Stallone a Monza

Sly ha fatto la sua prima apparizione cinematografica nel 1970 nel film porno-soft Porno proibito, che alcuni anni dopo, sulla scia del successo di Rocky, è stato nuovamente rilasciato col titolo Italian Stallion.

Nel 1971 Sylvester Stallone ha fatto un provino per Il padrino di Francis Ford Coppola, ma non è stato scritturato. La svolta è allora arrivata soltanto più tardi, nel 1976, con Rocky, da lui scritto e interpretato, che ha riscosso un grande successo di pubblico e ha conquistato tre Oscar, tra cui quello di miglior film. L'attore ha scritto la sceneggiatura del lavoro ispirato dall'incontro tra il campione Muhammad Ali e un pugile semisconosciuto, Chuck Webpner.

Nel 1982 in Rambo ha poi vestito per la prima volta i panni dell'altro personaggio più celebre della sua carriera: John Rambo.

E la sua vita privata?

Dal 1974 al 1985 è stato sposato con la fotografa Sasha Czach, con cui ha avuto due figli: Sage Stallone, attore e regista scomparso nel 2012 all'età di 36 anni, e Seargeoh “Seth”, nato con una forma di autismo, comparso in Rocky II nella parte del figlio di Rocky.


Dal 1985 al 1987 è stato quindi sposato con l'attrice e modella danese Brigitte Nielsen, mentre dal 1997 è sposato con l'ex modella Jennifer Flavin, conosciuta anni prima sul set di Rocky V, con cui ha avuto tre figlie: SophiaSistine e Scarlet. Con loro è protagonista dell'irresistibile docu-reality The Family Stallone, disponibile su Paramount+.


Attualmente è inoltre la star di Tulsa King, serie anch'essa disponibile su Paramount+ e di cui è in arrivo la seconda attesissima stagione.



MTV




martedì 14 febbraio 2023

Rita Moreno e Marlon Brando, storia di un amore travagliato








DI GIULIA CATERINA TRUCANO 03/11/2022
Cercando sul dizionario la definizione di "amore travagliato" non ci si stupirebbe nel trovare tra i risultati la storia d'amore tra Marlon Brando e Rita Moreno. La loro è stata infatti una delle più tormentate love story dell’età dell’oro di Hollywood. Rita Moreno è un’attrice, una ballerina e una cantante di Porto Rico. Vincitrice di numerosi premi, è tra i pochi talenti a potersi fregiare del titolo "EGOT", ossia di aver vinto tutti e quattro i premi più importanti dello spettacolo: il Premio Oscar, l’Emmy, il Grammy Award e il Tony Award. Brando è considerato ancora oggi uno dei mostri sacri dell'industria del cinema.



I due si conoscono su un set, per una mera trovata pubblicitaria. Brando l’aveva vista sulla copertina di Life, dove la Moreno era stata definita "una commistione di sesso e innocenza". Lei lo va a trovare secondo consiglio degli uffici stampa di entrambi, che avevano pensato di poter tirare fuori dall'incontro un bell'articolo di costume. Quando lei entra nel suo camerino, però, è un colpo di fulmine per entrambi. Brando le telefona subito dopo e parlano per ore. Hanno un primo appuntamento, cominciano a frequentarsi. Più avanti Rita Moreno scrive nelle sue memorie: "Dire che era un grande amante - sensuale, generoso, deliziosamente inventivo - sarebbe gravemente sottovalutare ciò che fece, non solo al mio corpo, ma anche alla mia anima". La loro sintonia e il loro amore sono grandi, ma la relazione ha subito dei problemi: Marlon Brando la tradisce ripetutamente e, durante gli otto anni di frequentazione, egli si sposa con altre due donne, dalle quali ha anche dei figli.


Tuttavia, Marlon e Rita tornano sempre insieme. Per la Moreno riconquistare l'attore diventa quasi un motivo di vanto - per farlo lo ingelosire ha anche una storia fugace con Elvis Presley. Le cose peggiorano però anni dopo, quando nel mezzo di questa relazione tira e molla, Rita Moreno rimane incinta. Lei spera che Brando la sposi, ma in tutta risposta riceve una somma di denaro e l'indirizzo di una clinica per abortire. L'intervento non procede in modo sereno: lei deve essere portata d'urgenza in ospedale, dove subisce un raschiamento. All'uscita dell'ospedale lui non c'è.


Siamo nel 1961 quando Marlon Brando parte per girare "L'ammutinamento del Bounty". Sul set si innamora della sua coprotagonista, Tarita. Tuttavia, non appena torna a Hollywood, chiama la Moreno chiedendole di vedersi, ancora una volta. Lei desiste inizialmente, non ce la fa più. Si odia per essere tornata da lui, ma non sopporta l'idea di starne senza. Il fatto che l’attore avesse avuto figli con altre donne, ma che avesse insistito per farla abortire, l'addolora e la fa sentire inutile e rifiutata. Così, la mattina dopo, dopo aver passato la notte insieme, Rita Moreno prende dei sonniferi. È l'assistente di lui a trovarla appena in tempo e a salvarla.

brando talks to rita moreno in bathtub
marlon brando rita moreno

L’anno dopo Marlon Brando sposa Tarita, mentre nel 1965 la Moreno convola a nozze con il cardiologo Leonard Gordon. I quattro diventano amici e si frequentano spesso, organizzando cene e feste. Qualche anno dopo i due recitano nuovamente insieme, per l'ultima volta, nel film "La notte del giorno successivo". Le riprese sono tumultuose e la scena della litigata tra i due mentre sono sdraiati a letto non è prevista nel copione.

L'ultima volta che Rita e Marlon si vedono è nel 2003, quando lei va a trovarlo a casa sua. I due riescono vedersi per poco tempo e Rita riesce a malapena a dargli un bacio d’addio. Brando ormai è ormai in pessime condizioni psicofisiche e muore poco tempo dopo. Nel 2013, Rita Moreno pubblica una biografia. Al suo interno, Marlon Brando è definito uno dei due amori della sua vita, insieme al marito.


BAZAAR



mercoledì 23 novembre 2022

Humphrey Bogart e Ingrid Bergman e quell'amore passionale in Casablanca

 

bergman e bogart nel film casablanca
GETTY IMAGES

Humphrey Bogart e Ingrid Bergman e quell'amore passionale in Casablanca


Storia di una delle storie d'amore fittizie più belle del cinema.


 23/11/2022


Se Casablanca è ancora saldo sul podio dei film più acclamati di tutti i tempi, è con le interpretazioni di Humphrey Bogart e Ingrid Bergman che nasce una delle coppie più iconiche del cinema. Rispettivamente nei panni del burbero Rick Blaine e dell’eterea Ilsa Lund, il duo Bogart-Bergman viene reclutato in un secondo momento: inizialmente un’indiscrezione dell’Hollywood Reporter attribuisce i ruoli di protagonisti a Ronald Reagan e Ann Sheridan, e se così fosse stato la storia del cinema sarebbe diversa. Se Reagan viene “scartato” perché richiamato alle armi, alla Sheridan - che aveva già recitato con Bogart in Strada Maestra e che nel 1942 aveva all’attivo una cinquantina di film - il registra Michael Curtiz preferisce la più fresca e meno conosciuta Ingrid Bergman. La chimica tra i due buca lo schermo: entrambi hanno una doppia anima, all’apparenza algida ma intimamente vulcanica, e portano in sé un segreto condiviso, il grande amore che hanno vissuto anni prima a Parigi - dove, se no? -, che nessuno di loro è riuscito a scordare, nonostante Rick abbia una girandola di aspiranti fidanzate e Ilsa sia ormai una donna sposata. Sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale, dunque, si consuma un’altra duplice guerra: quella tra i protagonisti per ritrovarsi, e quella interiore di ciascuno di loro per dirsi addio un’ultima volta. Tratto da un’opera teatrale mai rappresentata, Everybody comes to Rick’s, la versione cinematografica rafforza i personaggi di Rick e Ilsa rispetto all’opera originale, tanto da divenire più una storia d’amore che di guerra. Questo si deve non solo a una scelta della Warner Bros. che teme i mille cavilli della censura politica, ma, evidentemente, anche al magnetismo di Bogart e Bergman, che in qualche modo plasmano su di sé l’evoluzione della trama. L’ultima parte del film, infatti, è scritta giorno per giorno e si arriva quasi a fine riprese senza avere ancora un finale certo.

bergman e bogart nel film casablanca
GETTY IMAGES

Pare che Bergman infine abbia chiesto allo sceneggiatore Howard Koch: “Quale uomo dovrei amare di più, alla fine? Rick o mio marito?”. E lui, “Non so, cerca di amarli entrambi allo stesso modo”. Ovviamente il suggerimento resta inatteso, perché Ilsa è perdutamente innamorata di Rick e lascerebbe ripartire il marito da solo verso la salvezza. Ma è proprio davanti al pericolo che il cinico Rick-Bogart esprime la qualità del proprio amore, preferendo mettere in salvo Ilsa anche se questo significa perderla - c’è anche un tema morale, ai tempi: né la censura né il pubblico avrebbero simpatizzato per una donna che abbandona il marito per un altro -. La storia d’amore tra Rick e Ilsa, dunque, risulta travolgente pur restando perfettamente candida. La sensualità tra i protagonisti appartiene al loro passato ma allungherà sempre le sue ombre sulle loro vite, ed è forse questa la magia di una storia d’amore che né il tempo né la guerra possono spezzare.

Candidato a otto premi Oscar, ne ottiene tre: miglior film, miglior regista e migliore sceneggiatura. Nonostante la mancata candidatura per Bergman, da questo momento la sua carriera decolla e tra i suoi film successivi troviamo Per chi suona la campana (1943) Io ti salverò (1945), Notorious - L'amante perduta (1946), diretta in tutti e tre da Alfred Hitchcock, e Angoscia (1944), che finalmente le assicura il suo primo Oscar come migliore attrice. Quanto a Humphrey Bogart, candidato all’Oscar come miglior attore protagonista per Casablanca, deve aspettare il 1952 per vincerlo con La Regina d’Africa di John Huston. E’ forse anche grazie al successo di Casablanca, comunque, che Bogart viene scritturato per Acque del Sud, di Howard Hawks, per il ruolo che era stato offerto a Cary Grant prima che a lui. Fortunatamente alla fine la spunta Bogart, che sul set incontra un’attrice ai primi passi, la splendida Lauren Bacall, e tra i due nascerà una della più belle storie d’amore di Hollywood. Che l’amore fittizio tra Rick e Ilsa gli abbia portato fortuna?

BAZAAR





lunedì 2 novembre 2020

Morto Sean Connery


 

Morto Sean Connery: fu sette volte 007 e Guglielmo da Baskerville ne «Il nome della rosa», ma anche Highlander e Jimmy Malone ne «Gli intoccabili»

Se ne è andato a 90 anni uno degli attori iconici del XX secolo. Ecco un ritratto per immagini del divo di Hollywood che fece il bagnino, il lavapiatti e il muratore prima di arrivare al successo


di Laura Zangarini
25 agosto 2020 | 07:13


Le origini

Sean Connery nasce a Fountainbridge, un sobborgo di Edimburgo, il 25 agosto del 1930 da Joseph Connery, un contadino e camionista scozzese figlio di immigrati irlandesi, e da Euphemia «Effie» McBain, una cameriera scozzese. Ha un fratello minore, Neil, anch’egli attore. All’età di undici anni inizia a prendere lezioni di danza; a sedici decide di lasciare la scuola e di arruolarsi nella Marina Militare Britannica. A questo periodo risalgono due particolari tatuaggi che si fa apporre sul braccio destro: «Scotland Forever» («Scozia per sempre») e «Mom & Dad» («Mamma & Papà»). La sua esperienza nella Royal Navy si interrompe nel 1950, quando non supera le visite mediche per una grave ulcera gastrica ed è congedato.


Gli inizi

Connery ha fatto svariati mestieri, tra cui il bagnino, il muratore, il lavapiatti, il verniciatore di bare, la guardia del corpo e infine il modello. All’età di diciannove anni posa nudo per l’Edinburgh Art College. Inizia a manifestare quella che inizialmente sembra una sfortuna, la precoce calvizie, caratteristica che in seguito contribuirà ad aumentare il suo fascino maturo. All’inizio degli anni Cinquanta Connery inizia a farsi conoscere sulle scene inglesi: dopo diverse piccole parti in ambito teatrale, nel 1951 prende parte al musical «South Pacific», in scena a Londra. Grazie al fisico slanciato e atletico, all’alta statura (1,89 metri) e allo sguardo ammaliante, il seducente Sean partecipa inoltre al concorso di Mister Universo (1953), in rappresentanza della Scozia, classificandosi al terzo posto. È il trampolino di lancio per il suo definitivo ingresso nello showbiz, e inizia con piccole parti in produzioni televisive e in pellicole cinematografiche che gli procurano una discreta notorietà; tra queste ultime si segnalano «Il bandito dell’Epiro» (1957) di Terence Young, «Estasi d’amore - Operazione Love» (1958) di Lewis Allen, con protagonista Lana Turner, e «Darby O’Gill e il re dei folletti» (1959) di Robert Stevenson, prodotto da Walt Disney.


Il grande successo con James Bond

La svolta professionale arriva per Sean Connery nel 1962, quando viene scelto da Albert Broccoli e Harry Saltzman per interpretare James Bond, nome in codice 007, l’agente segreto britannico protagonista dei romanzi di Ian Fleming, ruolo che ricoprirà in sette pellicole (compresa una fuori serie). Per esigenze dei produttori, Connery è costretto a indossare un toupet, a causa della calvizie e del fatto che un capo scoperto avrebbe certamente nuociuto al fascino del personaggio di Bond; l’attore ne farà tuttavia uso anche in interpretazioni successive come in «Marnie» (1964). Nuovamente diretto da Terence Young, dopo una prima collaborazione nel 1957, Connery si dimostra perfetto per quel ruolo, sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista caratteriale: astuto, elegante, freddo, seducente, in breve divenne uno dei più celebri sex symbol del pianeta. Curiosamente, qualche tempo prima aveva partecipato ad un concorso, indetto dal giornale «London Express,» indetto per scegliere il futuro James Bond cinematografico, ma si classifica solo al 3º posto. Recita inoltre accanto a famose donne che più tardi diventeranno star del cinema, tra le quali Ursula Andress e Daniela Bianchi. Il primo film «Agente 007 - Licenza di uccidere» ottiene un successo strepitoso e convince Connery a vestire ancora i panni di 007 per altre quattro pellicole «A 007, dalla Russia con amore» (1963), «Agente 007 - Missione Goldfinger» (1964), «Agente 007 - Thunderball» («Operazione tuono») (1965) e «Agente 007 - Si vive solo due volte» (1967): tutti registrano straordinario successo sia di incassi che di critica. Interpreta il ruolo di 007 fino al 1967, quando durante le riprese del quinto film «Agente 007 - Si vive solo due volte» di Lewis Gilbert, Connery decide di abbandonare il personaggio, preoccupato della sua identificazione solo con l’agente segreto. Verrà sostituito da George Lazenby nel successivo film «Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà» (1969) di Peter R. Hunt. Nel 1971, dopo lunghe e complesse trattative causate dalle insistenze della produzione e dalle recensioni negative del pubblico su «Lazenby», Connery riprende il ruolo nel film «Agente 007 - Una cascata di diamanti» di Guy Hamilton, raggiungendo un accordo con i produttori; dopo il successo della pellicola il suo addio diviene definitivo passando così il testimone a Roger Moore. Tuttavia nel 1983 tornerà nuovamente sui suoi passi grazie al salario record nel film «Mai dire mai» di Irvin Kershner, un remake di «Agente 007 - Thunderball» («Operazione tuono») da lui già interpretato nel 1965 fuori dal ciclo ufficiale.

Non solo 007: da Marnie a Rapina record a New York

Connery evita di rimanere intrappolato in un unico ruolo grazie alle esperienze che seguiranno, dimostrando capacità e versatilità in ruoli differenti e impegnativi, con registi prestigiosi come Sidney Lumet, Alfred Hitchcock e John Huston. Il primo di questi ruoli è in «Marnie» (1964) di Hitchcock, dove Connery interpreta la parte di un uomo flemmatico che deve far fronte ai gravi problemi psicologici della donna amata (Tippi Hedren). Sempre nello stesso anno affianca Gina Lollobrigida nel film «La donna di paglia» di Basil Dearden, dove veste i panni dell’ambiguo Anthony Richmond. L’anno dopo recita in «La collina del disonore», diretto da Sidney Lumet, in cui esordisce abilmente anche nel genere carcerario, mentre è protagonista della commedia «Una splendida canaglia» (1966) di Irvin Kershner, al fianco di Joanne Woodward e Jean Seberg, che però non riscuote il successo sperato. Nel 1968 recita insieme a Brigitte Bardot nel western «Shalako» di Edward Dmytryk, ma anche questa pellicola non convince pienamente la critica. Dopo un periodo di pausa, ritorna sui grandi schermi nel 1970 con «I cospiratori», di Martin Ritt, pellicola a metà tra il dramma-storico e il dramma-politico in cui recita accanto a Richard Harris, e con «Rapina record a New York» di Sidney Lumet, una delle sue migliori interpretazioni.

Da Assassinio sull’Orient-Express a Highlander

Nel 1972 interpreta due delle migliori pellicole della sua filmografia: «Riflessi in uno specchio scuro» di Sidney Lumet, dove interpreta un violento e sadico commissario di polizia, e soprattutto «Zardoz» di John Boorman, riconosciuto come uno dei migliori film di fantascienza degli anni settanta. Nel 1974 collabora ancora con Lumet in «Assassinio sull’Orient-Express», dal giallo di Agatha Christie, nel quale Connery veste i panni del colonnello Arbuthnot. In seguito ad alcune pellicole di poco conto come «Ransom, stato di emergenza per un rapimento» (1974) di Caspar Wrede, appare in «L’uomo che volle farsi re» (1975) di John Houston, a fianco di Michael Caine, dove interpreta un eccentrico e visionario avventuriero, al contrario del vecchio e vulnerabile eroe in «Robin e Marian» (1976) di Richard Lester. Dopo il deludente «Il prossimo uomo» (1976) di Richard C. Sarafian, partecipa al film di guerra «Quell’ultimo ponte» (1977) di Richard Attenborough, per poi chiudere il decennio con l’avventuroso «1855 - La prima grande rapina al treno» (1979) di Michael Crichton e il kolossal «Meteor» (1979) di Ronald Neame. Gli anni Ottanta iniziano con il fantascientifico «Atmosfera zero» (1981) di Peter Hyams, dove interpreta uno sceriffo federale mandato nello spazio per indagare su alcune morti sospette: il film ha un discreto successo di incassi, ma la critica lo accoglie tiepidamente. Ha più fortuna il successivo «I banditi del tempo» (1981) di Terry Gilliam, ancora una volta nel pieno della fantascienza con l’aggiunta di un côté ironico. Nel 1982 è protagonista del drammatico «Cinque giorni una estate» di Fred Zinnemann, mentre si trova a suo agio nella saga epica di «Highlander - L’ultimo immortale» (1986) di Russell Mulcahy, interpretato insieme a Christopher Lambert.

La consacrazione con Il nome della Rosa e l’Oscar per Gli intoccabili

Un grande consenso della critica arriva con l’interpretazione di Guglielmo da Baskerville, il monaco enigmatico, ma razionale del film «Il nome della rosa» (1986) di Jean-Jacques Annaud, tratto dall’omonimo romanzo scritto da Umberto Eco. La pellicola ottiene un consenso straordinario in tutto il mondo. Connery vince il Premio BAFTA come miglior attore: quella del monaco da Baskerville sarà una delle più celebri interpretazioni della sua carriera. La consacrazione definitiva arriva grazie al ruolo di Jimmy Malone, incorruttibile poliziotto e difensore della giustizia, accanto a Kevin Costner, Robert De Niro e Andy García nel capolavoro di Brian de Palma «The Untouchables - Gli intoccabili» (1987). Per questa interpretazione il divo scozzese ottiene un premio Oscar e un Golden Globe nella categoria miglior attore non protagonista. Seguono il thriller «Il presidio - Scena di un crimine» (1988) di Peter Hyams, mentre nel 1989 regal« altre due interpretazioni: in «Sono affari di famiglia», diretto nuovamente da Sidney Lumet, con Dustin Hoffman e Matthew Broderick, è un affascinante e astuto ladro, mentre in«Indiana Jones e l’ultima crociata» di Steven Spielberg, con Harrison Ford, interpreta il padre del protagonista. Ne «La casa Russia» (1990), diretto da Fred Schepisi e tratto dall’omonimo romanzo di John le Carré, recita la parte dell’anticonformista editore/clarinettista Bartholomew «Barley» Scott Blair, che viene coinvolto insieme a Michelle Pfeiffer in una intricata spy-story internazionale ambientata a Mosca. Sempre nel 1990 veste i panni di Marko Ramius, comandante del sottomarino sovietico Ottobre Rosso in «Caccia a Ottobre Rosso» diretto da John McTiernan. L’anno dopo partecipa al film «Robin Hood - Principe dei ladri» di Kevin Reynolds, dove in un cameo interpreta Riccardo Cuor di Leone. Nel 1994 prende parte al film «Il primo cavaliere», con Richard Gere e Julia Ormond, dove interpreta Re Artù, mentre è un elegante ma micidiale ex agente segreto britannico, ingiustamente imprigionato negli Stati Uniti, nell’avventuroso «The Rock» (1996) di Michael Bay. Veste di nuovo i panni di un ladro, complice di Catherine Zeta Jones, in «Entrapment» (1999) di Jon Amiel. Nel 2000 co-produce e interpreta «Scoprendo Forrester» di Gus Van Sant, nel quale incarna un vecchio e introverso scrittore. Nel 2002 la regina Elisabetta II lo nomina Sir. Nel 2003 è protagonista e co-produttore esecutivo ne «La leggenda degli uomini straordinari» di Stephen Norrington, ispirato al fumetto «La Lega degli Straordinari Gentlemen».

Il ritiro dalla recitazione

Nel 2005 Connery dichiara in una intervista a «The New Zealand Herald» di volersi ritirare dalla recitazione, dicendo di essere «stufo degli idioti»; nella stessa intervista rivela di aver rifiutato il ruolo di Gandalf nella trilogia «Il Signore degli Anelli» («Non capivo la sceneggiatura» fu la motivazione; la CNN ha riferito che a Connery era stato offerto fino al 15% degli incassi al box office mondiale: se avesse accettato avrebbe potuto guadagnare per la trilogia qualcosa come 400 milioni di dollari) e di Albus Silente nella saga di «Harry Potter» («Non credevo nel progetto»). Sempre nel 2005 la star torna un’ultima volta nei panni di James Bond, prestando voce e fattezze al personaggio nel videogioco «Dalla Russia con amore», tratto dall’omonimo film del 1963. Nel 2012 dà invece voce al protagonista del film d’animazione «Sir Billi», di cui è anche produttore esecutivo, in quella che è, a oggi, la sua ultima interpretazione.

La vita privata

Connery è sempre stato molto geloso della propria privacy. Si è sposato due volte: nel 1962 con l’attrice australiana Diane Cilento, dalla quale ha avuto un figlio, Jason (1963), anch’egli diventato attore, che gli ha dato un nipote, Dashiell (1997). Cilento è morta nel 2011 all’età di 78 anni. Divorziato nel 1973, si è risposato due anni dopo con la pittrice Micheline Roquebrune, di un anno più vecchia di lui. La coppia si è trasferita a vivere alle Bahamas negli anni Novanta. La loro villa si trova a Lyford Cay, sulla punta occidentale dell’isola di New Providence. Nel 2019 la loro proprietà è scampata alla furia dell’uragano Dorian, che ha invece devastato Great Abaco, che dista poco più di un centinaio di chilometri dalla loro casa. «Siamo stati molto fortunati» ha dichiarato il divo. Micheline ha raccontato nei dettagli al magazine francese «Gala» come ha conosciuto «l’uomo più sexy del mondo» («People», 1989). Connery ha 23 anni ed è ancora sposato con Diane Cilento quando incontra per la prima volta Micheline, 24 anni, al golf club Mohammedia in Marocco. Tempo 24 ore e finiscono a letto. «La chiave era nella porta — spiega Micheline a «Gala» —. Stava leggendo un giornale, sdraiato, nudo. In un passo, sono saltata sul letto, ho slacciato la mia cintura di pelle e ho fatto finta di frustarlo mentre ballavo». Poi continua: «Sean mi ha afferrato e mi ha baciato appassionatamente. Quasi brutalmente. Animalescamente. La sua pelle sprigionava un profumo, non di sabbia calda, più simile alla selce, un odore caldo e inebriante come quello di due pietre che si sfregano l’una contro l’altra. Ero trasportata. Per i quattro giorni successivi abbiamo continuato a giocare a golf come sconosciuti, poi ci incontravamo per fare l’amore come pazzi. La realtà è anche meglio della fantasia. Nessun uomo ha mai avuto questo effetto su di me». Dopo la loro avventura in Marocco, sia Sean che Micheline tornano alla loro vita con i rispettivi partner. Due anni dopo, Micheline riceve un messaggio da Sean, che le chiede di incontrarlo a Marbella, in Spagna. All’inizio, Micheline esita: «Ho pensato: ma chi si crede di essere?». Ma una volta sul posto, «lui ha fissato i suoi occhi nei miei e mi ha detto: “Mi sei mancata... Non riesco a smettere di pensarti e non posso dimenticarti».

L’impegno per l’ambiente e per la Scozia

Sean Connery, che è vegano, dal 2011 fa parte dell’Advisory Board dell’organizzazione per la protezione della vita marina Sea Shepherd. Nel 2014 ha lottato, insieme all’organizzazione Save the Bays, contro l’ostruzione di una costiera alle Bahamas. In più supporta finanziariamente il progetto per la protezione del clima di Al Gore. L’attore ha inoltre sempre professato il proprio orgoglio di scozzese e l’amore profondo per il suo Paese. Ha sostenuto vigorosamente la campagna per l’indipendenza della Scozia in occasione del referendum del 2014, e ha supportato il Partito Nazionale Scozzese (SNP), sia finanziariamente che attraverso apparizioni pubbliche. Sono celebri le sue uscite pubbliche in kilt, il tipico gonnellino scozzese, e il tatuaggio sul braccio destro «Scotland Forever», che tuttavia non ha mai permesso che si notasse nei suoi film.

lunedì 20 luglio 2020

Amber Heard contro Johnny Depp / «Minacciò più volte di uccidermi»


Johnny Depp “amenazó con matarme muchas veces”, dice Amber Heard | CNN
Amber Heard e Johnny Depp

Amber Heard contro Johnny Depp: «Minacciò più volte di uccidermi»


Una memoria scritta di 39 pagine è stata consegnata dall’attrice ai giudici inglesi nella causa del divo contro il Sun. Nuove inquietanti accuse all’ex marito: «Dopo le minacce tornava in sé e diceva che era tutta colpa del “mostro” che si portava dentro»


di Redazione online
20 luglio 2020 (modifica il 20 luglio 2020 | 16:42)

«Johnny Depp ha minacciato più volte di uccidermi». Lo ha dichiarato l’attrice Amber Heard, l’ex moglie della 57 enne star dei Pirati dei Caraibi, in una dichiarazione scritta di 39 pagine e consegnata all’Alta Corte di Londra dove è in corso il processo per la causa intentata dall’attore contro il tabloid britannico Sun (l’editore di News Group Newspapers, e il direttore esecutivo Dan Woottonche) che lo aveva definito un «picchiatore di donne». Le vicende giudiziarie di uno dei divorzi peggiori di Hollywood si arricchisce così di nuovi inquietanti dettagli sulla vita coniugale delle due star.

Depp e il suo “mostro”, come Dr Jekyll and Mr Hyde

Le dichiarazioni di Amber Heard sono scioccanti: «Alcuni incidenti sono stati così gravi che ho temuto di essere uccisa intenzionalmente o solo perché, avendo perso il controllo, si era spinto troppo oltre. Ha esplicitamente minacciato di uccidermi molte volte, soprattutto alla fine della nostra relazione», ha affermato la 34enne attrice, come riporta il Daily Mail. Depp sarebbe stato ossessionato dal l’aspetto fisico della moglie e le avrebbe rivolto insulti sessisti quando indossava alcuni abiti. «L’abuso fisico includeva pugni, schiaffi, calci, colpi alla testa e soffocamento. Mi tirava i capelli spingendomi a terra e mi lanciava contro degli oggetti, in particolare vetri di bottiglie». Dopo episodi di questo tipo, sempre secondo il racconto di Heard, Depp tornava in sé e incolpava delle sue azioni un alter ego, una sorta di altra persona creata dalla sua fantasia che lui chiamava «il mostro».

Amber Heard simuló golpes en el rostro, según un amigo de Johnny Depp
Amber Heard e Johnny Depp
Scambio di accuse

Camicetta color crema, gonna scusa e una lunga treccia di capelli appoggiata su una spalla, Amber Heard in aula ha dichiarato ai giudici che, nel periodo degli abusi fisici e verbali, alla fine della loro relazione, lei si sentiva come «un ostaggio spaventato». Depp, da parte sua, ha accusato l’ex moglie di aver avuto relazioni con attori che erano stati suoi partner sul set, come Leonardo Di Caprio, Eddie Redmayne, James Franco, Jim Sturgess, Kevin Costner, Liam Hemsworth, Billy-Bob Thornton, Channing Tatum.

Le ex di lui lo difendono

L’udienza inglese è entrata ora nella sua terza settimana. Nelle prime fasi del processo gli avvocati del Sun, per giustificare la definizione di “picchiatore” data dal giornale alla star hanno mostrato video, foto e dichiarazioni forniti dalla ex moglie.

Ma in tribunale a Londra, Depp ha negato tutte le accuse di abusi fisici e verbali che gli erano state rivolte da Amber Heard. Alcuni testimoni, citati dal suo pool di legali, hanno concordato con la sua versione dei fatti. Anche Vanessa Paradis, madre dei suoi due figli, e l’attrice Winona Ryder, con cui Depp era fidanzato negli anni 90, hanno assicurato, all’inizio della loro turbolenta separazione, nel 2016, che non è mai stato violento con loro.

CORRIERE DELLA SERA



sabato 27 giugno 2020

Ian Holm / 1931-2000

RIP Ian Holm, Ash in Alien. : fanart
Ian Holm como Ash
Alien, 1979


Ian Holm


1931 - 2000



Ian Holm nació el 12 septiembre de 1931 en Goodmayes, Essex. Ingresó a la Royal Shakespeare Company en 1960. En la foto, con otros jóvenes actores, Ian Richardson y David Warner, en  Stratford-upon-Avon, el 15 de diciembre de 1963

En la obra de Harold Pinters, con Vivien Merchant, en el  Aldwych theatre de Londres.
 Ian Holm obtuvo el premio Tony en 1967.


Con Ricardo III despegó la carrera de Ian Holm.

Ian Holm con  Estelle Kohler en  Stratford-upon-Avon.