Sean Connery e Ursula Andress |
L’INTERVISTA
Ursula Andress e Sean Connery: «James Bond? Accettai pur pensando che nessuno lo avrebbe mai visto»
L’attrice: «La sceneggiatura non mi era piaciuta per niente. Sean era pieno di vitalità, di passione per le donne. Adorava le donne. Era molto uomo, indubbiamente»
di Renato Franco
1 novembre 2020 (modifica il 1 novembre 2020 | 07:46)
La Venere del Botticelli della cultura pop. Ursula Andress esce dall’acqua in bikini color panna, le conchiglie nelle mani, il coltello alla cintura. L’effetto di Mosè quando apre le acque. Una folgorazione, un’immagine indelebile, scolpita nel bronzo del cinema. La prima Bond Girl, quindi quella che si ricordano tutti. Dopo di lei solo imitazioni. Nata in Svizzera, ma cittadina del mondo, Ursula Andress vive a Zagarolo, in provincia di Roma. Il suo italiano è un impasto di 84 anni di esperienze e empatia. «Provo un dolore grande per la sua partenza. Era un grande uomo, oggi uomini così non esistono più, sono tutti troppo narcisisti, troppo presi da se stessi. Uno come Sean oggi è difficile da trovare. È stato un amico grande e un attore favoloso».
Aveva capito che stava per girare un film che avrebbe fatto storia?
«In realtà era una produzione piccola, io avevo accettato il film pur pensando che nessuno lo avrebbe mai visto, la sceneggiatura non mi era piaciuta per niente. Non conoscevo Sean, e pensavo: sarà la prima cosa che faccio al cinema e anche l’ultima. Poi invece il film ha preso il volo, la chimica tra noi due funzionava, era la combinazione giusta».
Aveva capito che stava per girare un film che avrebbe fatto storia?
«In realtà era una produzione piccola, io avevo accettato il film pur pensando che nessuno lo avrebbe mai visto, la sceneggiatura non mi era piaciuta per niente. Non conoscevo Sean, e pensavo: sarà la prima cosa che faccio al cinema e anche l’ultima. Poi invece il film ha preso il volo, la chimica tra noi due funzionava, era la combinazione giusta».
«Il film costava appena 800mila dollari, niente a che vedere con le cifre di oggi. Io pensavo che in quella scena avrebbero messo degli effetti speciali, delle onde enormi dietro di me. Invece niente. Sono uscita così dall’acqua, come esco tutti i giorni dal mare... Penso di essere stata fortunata perché il pubblico voleva un personaggio più vero. Prima c’erano Gina, Sophia, con le loro forme rotonde, io invece ero piuttosto atletica, ma con un corpo niente di speciale: non sono stata mai in una palestra. La mia fortuna è stata che in quel momento cercavano qualcosa di diverso».
Con Connery siete rimasti amici tutta la vita. Che amico era?
«Fedele. Aveva la capacità di capire al volo la gente, quelli pieni di se stessi, i superficiali. E poi aveva un senso dell’umorismo che mi piaceva moltissimo. L’ultima volta ci siamo visti in Svizzera, Sean aveva preso casa a Gstaad vicino a me. Abbiamo fatto tante serate insieme, mi invitava sempre, Montecarlo, Londra, New York... Da quando ci siamo conosciuti fino ad ora siamo rimasti amici. Amici amici».
«Al di là di James Bond ha fatto una grande carriera. È stato bravissimo nel Nome della rosa, nei film con Lumet. È stato un grandissimo».
Cosa le rimane?
FICCIONES
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