venerdì 1 marzo 2024

L'universale nelle storie di James Still

L'universale nelle storie di James Still

di Debora Lambruschini

November 15, 2021

 

Una casa costruita bene per tirar su i figli, una cantina per conservarci la roba da mangiare, e buoni vicini. Insomma, non è che chiedo la luna.

(“I fieri camminatori”, p. 49)

 

C’è in queste poche parole buona parte del senso delle storie di James Still, tra gli autori di riferimento della Appalachian and Southern literature: le piccole comunità agricole nell’America rurale dopo la Grande Depressione, i desideri semplici, la quotidiana lotta contro la fame. E l’immediatezza di una lingua che non deve essere stato per niente facile tradurre – plauso a Livio Crescenzi e Tonina Giuliani – perché intrisa di oralità e vocabolario peculiare. Considerato tra i più importanti autori della Southern Reinassance, Still è in Italia scoperta recente, grazie alle traduzioni per Mattioli 1885 che ha prima portato i due romanzi più celebri, Fiume di terra (2018) e Chinaberry (2019), e in seguito due pregevoli raccolte di racconti, Le colline ricordano (2020) e L’incendio delle acque (2021) appena pubblicata che contiene anche diverse storie inedite. Curioso che questo gigante della letteratura statunitense non fosse stato tradotto prima in italiano, magari sulla scia dell’interesse per un certo tipo di ambientazione che ha coinvolto la nostra ricezione della letteratura nordamericana degli ultimi anni. Quali che siano le ragioni, è ancora una volta una casa editrice indipendente e autorevole come Mattioli a proporre ai lettori l’opera più significativa di un autore senza confini di forma e che ben si inserisce nel più ampio discorso letterario contemporaneo, pur con narrazioni nate in un ben connotato contesto sociale e cronologico.
C’è qualcosa in questi racconti, un sentire e un’universalità, che vanno ben oltre confini geografici e temporali, pienamente capace di dialogare con il lettore contemporaneo. Quello stesso lettore che legge Chris Offutt, Ron Rash, Wendell Berry e James Allen Lane – solo per citare alcuni tra gli autori legati al Kentucky – , interessato alle narrazioni di una realtà rurale stretta fra le montagne, in zone impervie dove la natura non ha alcuna connotazione mistica ma è molto spesso spietata e la fatica, la consuetudine alla morte e alla violenza, si intrecciano al quotidiano. Autori molto diversi fra loro ma legati a quei luoghi in cui sono nati o che hanno scelto, e ai quali sono tornati come Still, dopo i numerosi viaggi e studi e la sua decisione di vivere quasi come un eremita in una capanna nei boschi sugli Appalachi. E rendersi presto conto che le storie che doveva raccontare erano proprio lì davanti a lui, tra quelle montagne, tra le vite che ben conosceva, isolate in quegli spazi ristretti e impervi ma non meno degne di farsi letteratura. Le piccole comunità agricole che si scontrano con l’industrializzazione, le miniere in esaurimento e la vita che ci gira intorno e ne dipende, l’isolamento e la solitudine in una natura aspra e selvaggia, il lavoro e la fatica: era tutto davanti a lui, e Still riesce a imprimere sulla pagina il contrasto tra fatica e dignità di uomini e donne – ma pure bambini – che nonostante tutto non cedono allo sconforto; non perché le storie si risolvano in happy ending – capita decisamente di rado – ma nel senso di una capacità di mantenere intatta, nonostante tutto, la forza di andare avanti, conservando una dignità che contrasta fortemente con un certo tipo di narrazione sulla povertà cui siamo abituati. Uomini e donne che sopportano un isolamento logorante, la solitudine che pare gonfiarsi «dentro di noi, enorme come un mucchio di ghiande». Un quotidiano precario, dove ogni cosa può andare perduta da un giorno all’altro, rappresentano una condizione cui è necessario abituarsi presto nel tentativo di sopravvivere.
Brevi lampi di speranza a squarciare la pagina, qualche risata di bambini e i borbottii di mogli che lottano contro mariti testardi, desideri semplici: una casa con dei buoni vicini, appunto, una camicia comprata in un negozio, scorte di cibo sufficienti per tutti.

 

Le verdure selvatiche presero il posto dei fagioli e dei conigli. Mangiavamo cespi di lattuga selvatica, stracciabraghe, borragine e cicoria di campo. E di nuovo fagioli e coniglio, quando le piante divennero dure e fibrose. Verso la fine di aprile la carne salata si era ormai ridotta alla cotenna, il sacco del cibo era più sacco che pane, il lardo poco o niente. Papà dissodò un fazzoletto d’orto e poi lasciò che fosse Mamma a occuparsi delle semina e della coltivazione. Lui si dedicò anima e corpo alla ricerca del ginseng. Tornava a casa troppo esausto per battibeccare appresso a noi e di rado vedeva il piccolo sveglio. Dan iniziò a guardarlo di traverso. E quanto alle scarpe, ormai rattoppava le toppe.
(“L’incendio delle acque”, p. 201)

 

Rispetto ai racconti della raccolta precedente, L’incendio delle acque presenta forse un’umanità meno abbrutita e crudele, se pur ugualmente provata dalle difficoltà e qui e là traspare più forte il legame comunitario, per lo meno tra coloro che scelgono di restare, tra illusione e rassegnazione, o per quelli che sanno dare rifugio a vagabondi di passaggio, avventurieri, nuovi vicini di casa.
Quelle che racconta Still sono storie prive di sentimentalismi, per molti versi ben ancorate al proprio tempo – un mondo che non esiste più, rapporti coniugali di tutt’altro stampo rispetto a quanto conosciamo oggi – ma di cui riconosciamo un certo sentire, una mescolanza di istanze e uno sguardo che anche molti autori contemporanei hanno coltivato. Sono luoghi non dissimili da quelli scelti da Offutt nei suoi magistrali racconti – sui romanzi resto invece meno entusiasta – , le vite ordinarie di uomini e donne che lottano per la sopravvivenza, la natura selvaggia e brutale, l’isolamento; storie diverse, caricate da Offutt di una violenza inespugnabile e dalla costante tensione fra andare e restare, il peso delle radici, le possibilità di riscatto, l’alcol. O, forse, ad avvicinarsi più idealmente alle narrazioni di Still sono i romanzi di Ron Rash, di cui in Italia è stato di recente pubblicato da La nuova frontiera il bellissimo Un piede in paradiso, le sue narrazioni dure e commoventi, le piccole contee agricole sugli Appalachi e un quotidiano di fatica e sacrificio.
È nei confronti di Still e degli altri autori della Southern Reinassance che molte narrazioni contemporanee sul genere hanno un forte debito e la sua scrittura limpida e puntuale, sorregge queste storie che anche grazie ad essa superano la prova del tempo. Ecco, la scrittura: se è vero che storia e scrittura sono tanto profondamente legate nel racconto, le short story di Still ne sono un chiaro esempio, l’una imprescindibile dall’altra, misurata, onesta, cesellata. Imprescindibile come quelle stesse montagne, che custodiscono gemme come queste. 

OSSERVATORIO CATTEDRALE



venerdì 23 febbraio 2024

Il bianco nei racconti di Isaac B. Singer

 

Il bianco nei racconti di Isaac B. Singer

di Matteo Moca

December 13, 2021


Nel Talmud Babilonese, nel trattato Megillah, è scritto che «tutti i canti si scrivono nero su bianco e bianco su nero», a sottolineare proprio la natura duale di ogni testo e le prospettive ermeneutiche che questo apre. Lo studioso di cultura ebraica, David Banon, riflettendo proprio sulla natura di questi spazi bianchi, scrive che tutte le grandi narrazioni non consentono un accesso diretto al significato, soprattutto a causa dell'emergenza ermeneutica che può nascere da ogni luogo del libro, quindi anche dagli spazi bianchi, portatori di non-detto, «riserve di senso» che il testo nasconde. Se gli spazi bianchi figurano allora come inviti all'interpretazione proprio attraverso il non-detto che suggeriscono, ci sono alcuni testi in cui questo meccanismo sembra rappresentare una chiave privilegiata per addentrarsi tra i suoi risvolti più significativi. La letteratura per l'infanzia pare particolarmente adatta alla messa in prova di questo meccanismo interpretativo perché è vero che i testi funzionano come narrazioni adatte alla costruzione di immaginari per i bambini, ma, quando la letteratura per l'infanzia è costruita da grandi creatori e raccontatori di storie, sono proprio questi spazi bianchi a presentarsi agli occhi del lettore adulto, capace, talvolta, di muoversi con maggior profondità tra le pieghe del testo. Questo è ciò che accade per esempio con la raccolta di racconti per bambini Zlateh la capra e altre storie di Isaac Beshevis Singer (pubblicata in una nuova versione adesso da Adelphi con la traduzione di Elisabetta Zevi, che coordina l'edizione adelphiana di tutte le opere dello scrittore, nella collana “I cavoli a merenda” e con le evocative illustrazioni in bianco e nero di Maurice Sendak, un altro autore americano nato da genitori ebrei polacchi), una raccolta capace di rivolgersi a lettori di ogni età e, soprattutto, incubatore di molti dei temi fondamentali dell'opera di Singer. Possiamo seguire, per esempio, le storie di un giovane uomo convinto di essere morto e curato da un medico con un metodo particolarmente teatrale (Il paradiso degli sciocchi), di un gruppo di governanti anziani sciocchi e incapaci di comprendere ciò che la natura riserva all'uomo spaventandosi del furto della luna o dello scioglimento della neve (La neve a Chelm), di bambini mai stanchi di ascoltare storie e poco vogliosi di dormire che vengono spaventati con la storia di un diavolo (La storia della nonna) o di un piccolo bambino capace di fronteggiare il diavolo e sua moglie la diavolessa pur di salvare la propria famiglia (Lo scherzo del diavolo). Molte delle storie sono ambientate durante Channukkah, la festa delle luci (una festa che rievoca la ribellione dei Maccabei contro Antioco IV deciso a inserire nel tempio di Gerusalemme alcuni idoli e costringere gli ebrei ad adorarli), che ricorda quando l'olio della lampada che ardeva perennemente di fronte all'Arca durò miracolosamente otto giorni, una ricorrenza gioiosa che proprio per questo è considerata una festa per i bambini. Nei lumi della lampada che per gli otto giorni della festa viene accesa, nella luce soffusa che questa emana e che sfuma i contorni degli oggetti e delle persone, si situano i racconti di questa raccolta, tutti sospesi in un mondo straordinario che abita i confini tra il sonno e la veglia, tra l'incredulità e la fiducia nel valore, negli insegnamenti e nella verità delle storie. Ma il bianco che abita queste storie è la cornice invisibile che li avvolge e che rimanda al resto dell'opera romanzesca di Singer: nella sua introduzione lo scrittore, nato in Polonia nel 1901 e poi costretto, poco più che trentenne, ad abbandonare l'Europa per gli Stati Uniti in cerca di libertà e salvezza, partendo proprio dalla meraviglia dei bambini (per il «tempo che passa») che si chiedono dove «vanno a finire i nostri ieri, con le loro gioie e i loro dolori», lascia emergere i confini della sua opera e la sua profonda fiducia nelle forme del racconto:

lunedì 19 febbraio 2024

Catalina González / Deserto

 


Catalina González


Catalina González Restrepo

DESERTO


Dell’infanzia

il suono del dondolo

la paura di scivolare

e l’inclinazione per la vertigine

Le dita come pietre cadono


Quanti mondi ho perso?


Nel sogno di incontrare nel miraggio

un cactus senza spine,

di amare senza ferirsi,

trovo uno specchio nella stanza di fronte


ma è vuoto.


*


Catalina González

DESIERTO


De la infancia

el sonido del mataculín,

el miedo a resbalar

y la afición por el vértigo.

Los deseos como piedras que caen.


¿Cuántos mundos he perdido?


En el sueño de encontrar en el espejismo

un cactus sin espinas,

de querer sin herirse,

hallo un espejo en la habitación del frente


pero está vacío.





giovedì 8 febbraio 2024

Auguri a Isabel Allende: l’autrice de «La casa degli spiriti» compie 80 anni

 

Isabel Allende


Auguri a Isabel Allende: l’autrice de «La casa degli spiriti» compie 80 anni


di ALESSANDRA COPPOLA

Il 2 agosto festa per la scrittrice cilena. Il successo, la tragedia della figlia, i matrimoni: una vita «d’amore e ombra» segnata anche dalle vicende politiche del suo Paese

domenica 21 gennaio 2024

Marian Engel / ORSO

 



Marian Engel

ORSO

“La strada correva verso nord. Lei la seguì. Nel punto più in alto c’era una specie di Rubicone. Lo attraversò e iniziò a sentirsi libera. Sempre più a nord, accelerò verso i monti, piacevolmente stordita.”

Stufa di sentirsi la spettatrice della sua vita, l’introversa Lou accetta l’incarico che il Direttore le propone: andare in un’isola del Grande Nord canadese per catalogare una biblioteca donata all’Istituto dalla famiglia Carey. Conosciuta per il suo proverbiale senso del dovere, Lou è certa di terminare il lavoro prima dell’estate.
Immersa in un ambiente selvaggio, lontana dal panorama urbano che le è familiare, non appena mette piede sull’isola fa una scoperta a cui non è preparata: dietro alla casa, in un capanno, vive un orso. Con il passare dei giorni, complice la solitudine, tra lei e l’orso nasce una strana relazione, intima, inquietante e ambigua.
Nonostante lo scandalo che seguì alla sua pubblicazione, Orso ha vinto il Governor General’s Literary Award ed è considerato uno dei migliori – e più controversi – romanzi della letteratura canadese. Pubblicato nel 1975 e celebrato da Robertson Davies, Margaret Atwood e Alice Munro Orso è un romanzo delicato e trasgressivo, un’autentica parabola del ritorno alla natura.

Un romanzo insolito e meraviglioso.
– Margaret Atwood
***

Marian Engel (1933-1985) è una delle scrittrici più rappresentative della letteratura canadese della seconda metà del Novecento. Dopo gli studi passa un lungo periodo della sua vita in Francia e negli Stati Uniti. Tornata a Toronto, esordisce nel 1968 con il romanzo No clouds of glory. Nel 1982 è stata insignita dell’Ordine del Canada.


LA NOUVA FRONTIERA







giovedì 14 dicembre 2023

Posters / Strange Days / 1995

Official theatrical poster.



Posters
Strange Days
Stranhos Prazeres
1995

Strange Days è un film di fantascienza del 1995 diretto da Kathryn Bigelow e prodotto e scritto da James Cameron.

Il film, considerato da molti un noir postmoderno, colpisce per la sua visione distopica del futuro e per l'ambivalenza morale di molti dei suoi protagonisti..

Trama

Ambientato a Los Angeles durante gli ultimi giorni del 1999, il film segue le vicende di Lenny Nero, un ex-poliziotto che vive spacciando clips per il "filo-viaggio", sulle quali vengono registrate esperienze altrui come realtà virtuale, che includono input sensoriali, come vista, udito, tatto ed olfatto, e che, tramite un lettore SQUID (Dispositivo Superconduttore a Interferenza Quantica), possono essere rivissute da chiunque. Essendo un progetto federale caduto sul mercato nero, questa tecnologia è considerata illegale. Tick, il fornitore principale di Nero, cerca di vendere una clip che mostra una rapina fallita a un ristorante cinese, e Lenny alla fine la compra a prezzo ridotto.

Nel frattempo la prostituta Iris è braccata da due poliziotti, Burton Steckler e Dwayne Engelman, che riesce a seminare nella metropolitana. Steckler cercando di prenderla per i capelli, le strappa dalla testa il dispositivo SQUID. Nero cerca di rintracciare la sua ex-fidanzata Faith con il supporto dei suoi due migliori amici, l'esperta in combattimento e guardia del corpo Lornette "Mace" Mason (la quale è segretamente innamorata di Nero e disapprova il suo spaccio di clips) e l'investigatore privato Max Peltier. Mentre Nero e Max stanno bevendo insieme in un bar, Iris arriva, getta la propria clip nell'auto di Nero attraverso il tettuccio e fugge quando vede la polizia nelle vicinanze. La macchina di Nero, posteggiata in divieto di sosta, viene però rimorchiata prima che egli abbia la possibilità di trovare il dischetto di Iris e leggerlo.

Qualche ora dopo Nero riceve un "black jack" (nomignolo per le clips contenenti uno snuff movie) anonimo, nel quale è registrato il brutale stupro e l'omicidio di Iris. Nero avverte Faith di ciò che è successo, cercando anche di allontanarla dal suo nuovo fidanzato, il discografico Philo Gant, ma senza successo. Nero e Mace scoprono che le morti registrate nei dischetti sono collegate all'omicidio sotto copertura del controverso rapper Jeriko One, il quale teneva discorsi pubblici contro lo stato di polizia. Nero, Mace e Max scoprono che Tick è stato "fuso", venendo forzatamente esposto ad input sensoriali con segnali SQUID troppo amplificati. Nero sospetta che l'omicida di Tick sia lo stesso che ha ucciso Iris e teme che Faith sia la prossima. Nero e Mace si confrontano con Faith e le parlano della morte di Jeriko, e Faith rivela loro che Philo monitorava le azioni di Jeriko e aveva assunto Iris per spiarlo.

A pochi minuti dalla mezzanotte che sancirà l'arrivo dell'anno 2000 Nero e Mace riescono ad infiltrarsi nella grande festa di capodanno all'hotel Bonaventure, dove Philo farà da presentatore per i pezzi grossi della città. Prima di entrare nella suite di Philo, Nero affida a Mace il dischetto con le prove dell'omicidio di Jericko, da affidare al commissario Palmer Strickland. Una volta entrato nella stanza di Philo trova un'altra clip, che mostra Faith venire stuprata, e poco dopo rinviene il cadavere di Philo, ucciso nello stesso modo di Tick. L'assassino si rivela essere Max, che improvvisamente entra nella suite e spiega a Nero di aver architettato un piano perfetto, in cui le morti di Iris, Tick e Philo, a cui spara con la pistola di Nero, sembreranno frutto della mano di Nero, che a breve verrà ucciso da Max. Nero però, grazie all'intervento di Faith, uccide Max facendolo cadere dal balcone.

Nel frattempo Mace viene inseguita da Steckler e Engelman, i quali aprono il fuoco nella sua direzione, colpendo dei civili. Mace riesce ad avere la meglio e li ammanetta ad un'impalcatura, ma viene a sua volta disarmata e arrestata da altri poliziotti, che iniziano a picchiarla. Il gesto selvaggio fa insorgere i presenti, i quali aiutano Mace, scatenando una rissa. Il commissario Strickland giunge sul luogo e ristabilisce l'ordine, ordinando poi l'arresto dei due agenti. Engelman però si suicida sparandosi alla testa, mentre Steckler viene ucciso dai colleghi prima che possa sparare a Mace. Faith viene arrestata, mentre Nero e Mace si baciano tra la folla che festeggia il nuovo millennio.

Elenco

  • Ralph Fiennes — Lenny Nero
  • Angela Bassett — Lornette 'Mace' Mason
  • Juliette Lewis — Faith Justin
  • Tom Sizemore — Max Peltier
  • Michael Wincott — Philo Gant
  • Vincent D'Onofrio — Burton Steckler
  • William Fichtner — Dwayne Engelman
  • Glenn Plummer — Jeriko One
  • Brigitte Bako — Iris
  • Josef Sommer Palmer Strickland
  • Nicky Katt — Joey Corto
  • Richard Edson — Tick
  • Michael Jace — Wade Beemer
  • David Packer — Lane


WIKIPEDIA


U.S. one sheet advance poster (27″×41″).

British quad poster (30″×40″)


U.S. one sheet advance poster.