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sabato 11 novembre 2023

La vita

 

LA VITA


La vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri.

Oscar Wilde



La vita, figlio mio, è come la tua prima partita di scacchi. Quando inizi a capire come funziona hai già perso.

[La vida, hijo mío, es como la primera partida de ajedrez. Cuando empiezas a entender cómo se mueven las piezas, ya has perdido].

Carlos Ruiz Zafón, Il Palazzo della Mezzanotte, 1994




La vita è splendida come un diamante, ma fragile come il vetro.

GK Chesterton









domenica 11 giugno 2023

Nuccio Ordine / Citazioni

 

Nuccio Ordine

Nuccio Ordine
CITAZIONI


In queste splendide pagine, Bruno esprime una visione della religione diametralmente opposta a quella sostenuta dalla teologia protestante. Per Lutero e Calvino il rapporto tra uomo e Dio si materializza in un legame individuale fondato solo ed esclusivamente sulla fede. E finanche le Leggi, che nella visione veterotestamentaria sanzionavano il contratto tra humanitas e divinitas, non garantiscono più la salvezza. Tutto ciò che riguarda l'orizzonte mondano viene escluso, espunto, neuralizzato. […] Bruno capisce con chiarezza le conseguenza funeste che la dottrina della sola fide può avere sulla società: svalorizzare le opere e l'etica, ma anche la ragione e le scienze speculative, non incoraggia certamente gli uomini ad intraprendere la durissima strada del riscatto dalla feritas.“



Fa male vedere uomini e donne impegnati in una folle corsa verso la terra promessa del guadagno, dove tutto ciò che li circonda – la natura, gli oggetti, gli altri esseri umani – non suscita alcun interesse.


È nelle pieghe di quelle attività considerate superflue, infatti, che possiamo percepire lo stimolo a pensare un mondo migliore, a coltivare l’utopia di poter attenuare, se non cancellare, le diffuse ingiustizie e le penose disuguaglianze che pesano (o dovrebbero pesare) come un macigno sulle nostre coscienze.



giovedì 31 dicembre 2020

Citazioni / Spaguetti

 



Citazioni
Spaguetti

La vita è una combinazione di pasta e magia.
(Federico Fellini)

Mi domando io che, sono un professore poco professorale, che cos’è la gloria di Dante appresso quella degli spaghetti?
(Giuseppe Prezzolini)

Gli italiani hanno solo due cose per la testa: l’altra sono gli spaghetti.
(Catherine Deneuve)

Desiderami come si desidera un piatto di pasta al sugo appena tornato dall’estero.
(Anonimo)

Una donna che sa fare la pasta a regola d’arte ha un prestigio che resiste anche oggi a qualsiasi altro richiamo dei tempi.
(Sofia Loren)

Gli spaghetti erano croccanti, e scivolavano in bocca quasi animati di vita propria. Quell’olio d’oliva aveva un sapore inebriante. Sembrava incredibile che quattro elementi così semplici, olio d’oliva, pasta, aglio e formaggio, potessero dar vita a un piatto talmente straordinario.
(Ruth Reichl)

Mi piacciono i baci in fronte, la pasta fatta in casa, la musica improvvisata, la sincerità, insomma tutte le cose che la gente non fa più.
(Barba Maura, Twitter)

Si fa prima a trovare il significato della vita che a trovare il tempo di cottura su un pacco di pasta.
(Anonimo)

Di tutte le cose semplici la sola che posso mangiare ogni giorno, non solo senza noia ma con l’avidità di un appetito inalterato dall’eccesso, è la pastasciutta.
(William Somerset Maugham)

Perdonami, amore! No! No! Non è vero che non eri brava in cucina. Ultimamente gli spaghetti al burro freddi erano sempre freddi al punto giusto!
(Rocco Barbaro)

Se è vero, come dice Alessandro Dumas padre, che gli Inglesi non vivono che di roast-beef e di budino; gli olandesi di carne cotta in forno, di patate e di formaggio; i Tedeschi di sauer-kraut e di lardone affumicato; gli Spagnuoli di ceci, di cioccolata e di lardone rancido; gl’ltaliani di maccheroni, non ci sarà da fare le meraviglie se io ritorno spesso e volentieri sopra ai medesimi, anche perché mi sono sempre piaciuti; anzi poco mancò che per essi non mi acquistassi il bel titolo di Mangia maccheroni
(Pellegrino Artusi)

La prima volta che ho visto un piatto di spaghetti, pensavo fosse una versione impegnativa dello shangai!
(Alessandro Bergonzoni)

Macaroni… m’hai provocato e io te distruggo! Macaroni, io me te magno!
(Alberto Sordi in un “Un americano a Roma”)

E su la tomba mia, tutta la gente
ce leggerà ‘sta sola dicitura:
“Tolto da questo mondo troppo al dente”.
(Aldo Fabrizi)

Gli uomini sono come gli spaghetti: più sono cotti più sono appiccicosi.
(Anonimo)

– Non pigliare la pasta grossa che non la digerisco.
– Tu con questa fame digerisci pure le corde di contrabbasso.
(Totò, Miseria e nobiltà)

Stasera mi faccio due spaghetti e poi vado a letto. Ma cosa avete capito? Non due spaghetti nel senso metaforico di una scarsa quantità di pasta, no. Proprio due spaghetti, uno come aperitivo e il secondo lo taglio in due così potrò mettermelo sulle orecchie e guardarmici nello specchio prima di mangiare. Ma dimagrisco, per la miseria se dimagrisco!
(Anonimo)

Era così magro che gli spaghetti li doveva mangiare uno alla volta.
(Anonimo)

Le muse godono voluttuosamente di cento caldaie che mandano il loro fumo verso le nubi, piene di caciottine, maccheroni e lasagne.
(Teofilo Folengo, autore delle Maccaronee)

Non ero preparata per la sensazione della pasta nella mia bocca, o la purezza del gusto. Ero stato in Giappone per quasi un mese, ma non avevo mai sperimentato nulla di simile. Le tagliatelle tremavano come se fossero vive, e saltassero in bocca, dove vibravano come riproduzione di musica non udibile.
(Ruth Reichl)

Diceva Ennio Flaiano che il nostro, più che un popolo, è una collezione. Ma quando scocca l’ora del pranzo, seduti davanti a un piatto di spaghetti, gli abitanti della penisola si riconoscono italiani come quelli d’oltre manica, all’ora del te, si riconoscono inglesi. Neanche il servizio militare, neanche il suffragio universale (non parliamo del dovere fiscale) esercitano un simile potere unificante. L’unità d’Italia sognata dai padri del Risorgimento oggi si chiama pastasciutta.
(Cesare Marchi)

Il compositore Gioacchino Rossini amava la pasta così tanto che se ne faceva mandare delle intere casse da Napoli. Nel 1859, lamentandosi con un amico per il ritardo di una di queste spedizioni, arrivò a firmarsi “Gioachino Rossini, Senza Maccheroni”.
(Anonimo)

Una nazione di mangiatori di spaghetti non può ripristinare la civiltà romana!
(Benito Mussolini)

Crediamo anzitutto necessaria l’abolizione della pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana. Forse gioveranno agli inglesi lo stoccafisso, il roast-beef e il budino, agli olandesi la carne cotta col formaggio, ai tedeschi il sauer-kraut, il lardone affumicato e il cotechino; ma agli italiani la pastasciutta non giova.
(Filippo Tommaso Marinetti)

Marinetti dice basta:
messa al bando sia la pasta.
Poi si scopre Marinetti
che divora gli spaghetti.
(Filippo Tommaso Marinetti, rinnegando 6 mesi dopo ciò che aveva scritto sugli spaghetti)

Tutto quello che vedete lo devo agli spaghetti.
(Sophia Loren)

Ma se tu avessi amato i maccheroni
più dei libri che fanno l’umor nero
non avresti patito aspri malanni
(Gennaro Quaranta, in risposta a Giacomo Leopardi)

Non ci sente mai soli mentre si mangiano gli spaghetti. Richiedono troppa attenzione.
(Robert Morley)

Nozze, spaghetti e cialde sono buone più calde
(Proverbio)

La filosofia non si trova solo nei trattati dei professori che ne portano il nome. C’è una filosofia anche nell’uso degli spaghetti.
(Giuseppe Prezzolini)

Mi confermate che quando si parla di pasta gli 80 grammi sono quelli del sugo da metterci sopra?
(dbric511, Twitter)

Le frasi lunghe mi fanno lo stesso effetto della pasta scotta.
(Roberto Gervaso)










giovedì 7 maggio 2020

Per Olov Enquist / Il medico di corte / Citazioni


Per Olov Enquist
IL MEDICO DI CORTE
Citazioni
«Qualche volta mi domando se non sia stato dato un compito troppo grande a un medico di Altona, restio, puro di cuore, e non sufficientemente colto.»
(Per Olov Enquist, Il medico di Corte p. 256)

«"Vostra maestà, certe volte non è del tutto semplice comprenderVi." Aveva creduto che queste parole sarebbero passate inosservate, tenendo conto della disattenzione del re. Invece Cristiano aveva posato la penna e aveva guardato Struensee con un'espressione di intenso dolore, o di paura, o di qualcosa che avrebbe voluto che Struensee capisse. "Sì", aveva detto. "Ho molte facce". Struensee l'aveva osservato con attenzione, avendo percepito nella voce del re un'intonazione che gli era nuova. Cristiano aveva poi continuato: "Ma, dottor Struensee, in quel regno della ragione che voi vorreste creare, c'è forse posto soltanto per uomini tutti d'un pezzo?" E dopo un attimo aveva soggiunto: "Ma c'è posto, allora, per me?"»
(Per Olov Enquist, Il medico di Corte p. 178)

«Il 5 aprile 1768 Johann Friedrich Struensee fu assunto quale medico personale del re di Danimarca Cristiano VII, e quattro anni più tardi fu giustiziato.»
(Per Olov Enquist, Il medico di Corte p. 13)


mercoledì 16 ottobre 2019

Pier Paolo Pasolini / La mia indipendenza


Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini

LA MIA INDIPENDENZA
La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza.





venerdì 16 dicembre 2016

Alberto Moravia / La guerra


Alberto Moravia nel suo studio

Alberto Moravia
LA GUERRA

Questo è certamente uno
dei peggiori effetti della guerra:
di rendere insensibili,
di indurire il cuore,
di ammazzare la pietà.



venerdì 19 febbraio 2016

Picasso / La pittura è un’azione drammatica

Pablo Picasso
Fotografia di Dora Maar
Pablo Picasso
La pittura è un’azione drammatica


Per me la pittura è un’azione drammatica durante la quale la realtà si trova disintegrata.




giovedì 18 febbraio 2016

Picasso / Nel profondo del suo cuore



Pablo Picasso
NEL PROFONDO DEL SUO CUORE

Spesso leggendo un libro si sente che l’autore avrebbe preferito dipingere piuttosto che scrivere, si può percepire il piacere che deriva dal descrivere un paesaggio o una persona, come se stesse dipingendo quello che sta dicendo, perché nel profondo del suo cuore egli avrebbe preferito usare pennelli e colori.



mercoledì 17 febbraio 2016

Picasso / La pittura


Pablo Picasso
Pablo Picasso
LA PITTURA


La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto.



martedì 28 luglio 2015

Oscar Wilde / Non mi piace


Oscar Wilde
NON MI PIACE

Non mi piace affatto sapere quel che si dice di me in mia assenza: mi rende troppo presuntuoso.

Oscar Wilde
Poeta, aforista, scrittore, drammaturgo, giornalista, nato lunedì 16 ottobre 1854 a Dublino (Irlanda), morto venerdì 30 novembre 1900 a Parigi (Francia).



da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/stati-d-animo/frase-186054?f=a:694>

venerdì 10 luglio 2015

Gabriel García Márquez / La realtà

Gabriel García Marquez

Gabriel García Márquez
La realtà 

La realtà è molto più magica di quanto possiamo immaginare. Ho l’impressione che dietro la realtà immediata, quella che vediamo, esista un’altra realtà che solo l’intuizione poetica riesce a captare ed è questo quindi che poi appare fantastico nel libro.


venerdì 24 aprile 2015

Dieci frasi celebri di Gabriel García Márquez

Lo scrittore Gabriel García Márquez a Cartagena, 

in Colombia, il 20 febbraio del 1991. 

(Ulf Andersen, Getty Images)


Dieci frasi celebri 

di Gabriel García Márquez

  • 18 aprile 2014
  •  
  • 13.37

Lo scrittore colombiano Gabriel García Márquez è morto a 87 anni il 17 aprile, nella sua casa di Città del Messico. Ecco dieci frasi per ricordarlo:
  • Tutti gli esseri umani hanno tre vite: una pubblica, una privata e una segreta.
  • Il problema del matrimonio è che finisce ogni notte dopo aver fatto l’amore, e deve essere ricostruito ogni mattina prima di colazione.
  • Non avrei barattato il piacere della mia sofferenza con nessun altra cosa al mondo.
  • Il segreto per invecchiare bene è aver fatto un patto di onestà con la solitudine.
  • Non è vero che le persone smettono di inseguire i sogni perché invecchiano, diventano vecchi perché smettono d’inseguire sogni.
  • Mi sono reso conto che la forza invincibile che muove il mondo non è tanto l’amore felice, ma l’amore non corrisposto.
  • Non credo in Dio, ma lo temo.
  • Il problema nella vita pubblica è saper superare la paura, il problema nel matrimonio è saper superare la noia.
  • La letteratura è nata quel giorno che Giona è tornato a casa è ha raccontato alla moglie che aveva fatto tardi perché era stato inghiottito da una balena.
  • Niente racconta di più di una persona del modo in cui muore.
Fonte: Guardian






martedì 27 gennaio 2015

Frasi di Franz Kafka

Franz Kafka

Frasi di Franz Kafka

1

Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno, estasiato si torcerà davanti a te.

2

Di tutto esiste un surrogato misero, artificiale: degli antenati, delle nozze e dei discendenti. Lo si crea nelle convulsioni e, quando non si perisce per queste, si perisce per la desolazione del surrogato.

3

La paura è l'infelicità, ma non perciò il coraggio è la felicità, è invece mancanza di paura, non coraggio, il quale forse richiede più che energia.

4

È difficile dire la verità, perchè ne esiste sì una sola, ma è viva e possiede pertanto un volto vivo e mutevole.



giovedì 22 gennaio 2015

Michel Houellebecq / La carta e il territorio / Citazioni



Michel Houellebecq
La carta e il territorio


Jeff Koons si alzava dalla sua sedia, le braccia protese in uno slancio di entusiasmo. Seduto di fronte a lui su un divano di pelle bianca parzialmente ricoperto di un tessuto di seta, un po' incurvato, Damien Hirst sembrava sul punto di formulare un'obiezione; il volto rubicondo aveva un'aria cupa. Entrambi indossavano un abito nero — quello di Koons, a righe sottili — una camicia bianca e una cravatta nera. Fra i due uomini, sul tavolo basso, era posato un cestino di frutta candita cui né l'uno né l'altro prestavano attenzione; Hirst beveva una Budweiser Light.



La carta e il territorio
di Michel Houellebecq
Traduzione di Fabrizio Ascari
pagine 360
€ 20
Bompiani, 2010





Michel Houellebecq
La carta e il territorio
Pascuale la Forgia


Attendevo questo libro e devo ammettere che il titolo mi aveva preoccupato. Mi aveva fatto pensare a giochetti alla Borges o alla Calvino, giochetti che mi hanno anche divertito, ma che non mi hanno lasciato nulla in tasca, se non qualche curioso argomento di conversazione. Per fortuna non è andata così.

La carta e il territorio è invece un ottimo libro. Forse rivela qualche incertezza - soprattutto all'inizio della terza parte -, ma sono lungaggini che si perdonano perché nel complesso il libro va giù con gran velocità.

Del resto Houellebecq, al di là dei gusti personali (che per me hanno un peso pressoché insignificante), è uno dei pochi a prendersi la briga di dirci quel che ci aspetta di qui a pochi anni. E non lo fa descrivendo scenari apocalittici da saggista militante o incrociando dati come un giornalista che crede di aver scoperto il senso della vita. Ma come un osservatore che registra quel che gli succede ogni giorno (anche le cose più banali) e prova a immaginarne le ripercussioni su ampia scala. Una scala talmente ampia da rendere impercettibile e ininfluente l'osservatore di partenza.