Visualizzazione post con etichetta Sandra Vásquez de la Horra. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sandra Vásquez de la Horra. Mostra tutti i post

giovedì 14 dicembre 2017

Sandra Vásquez de la Horra / El canto del desierto


  1. Sandra Vasquez de la Horra, Tunel, 2015
 Sandra Vásquez de la Horra
EL CANTO DEL DESIERTO

  1. Sandra Vasquez de la Horra, Diva Enmascarada, 2015

  1. Sandra Vasquez de la Horra, El Viaje de Sirius, 2015. Graphite on paper, wax 56x34x20 cm

  1. Sandra Vasquez de la Horra, La Contemplante, 2014. Graphite on paper, wax 78,5x60,5 cm

  1. Sandra Vasquez de la Horra, Draco, 2015

  1. Sandra Vasquez de la Horra, Las devotas novicias, 2014. Graphite on paper, wax 78x57cm

Sandra Vasquez de la Horra, De perlas y Burbujas 2014. Graphite on paper, wax 81,5x61cm





martedì 12 dicembre 2017

Sandra Vásquez de la Horra / La prima mostra personale in Italia

Sandra Vasquez de la Horra, De perlas y Burbujas 2014. Graphite on paper, wax 81,5x61cm

Sandra Vásquez de la Horra

EL CANTO DEL DESIERTO

20 gen — 12 mar 2016 presso la Prometeo Gallery a Milano

Sandra Vasquez de la Horra, De perlas y Burbujas 2014. Graphite on paper, wax 81,5x61cm
Prometeogallery è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia di Sandra Vasquez de la Horra: El canto del desierto.
Le opere, disegni e sculture rievocano miti e leggende popolari che provengono dalla tradizione afro-latinoamericana della mitologia Yoruba e attingono al repertorio personale delle memorie e del vissuto dell’artista, in un alternarsi continuo di citazioni ed elementi che richiamano alla cultura europea da una parte e a quella latinoamericana dall'altra.
Nonostante abbia scelto l'Europa come sua patria elettiva l’ opera di Sandra Vasquez de la Horra è profondamente legata alla cultura e all'iconografia della sua terra di origine, il Cile. Con la sua opera l' artista intende superare il concetto di testimonianza storica e antropologica: esprime graficamente la complessità del proprio intimo, il senso di ambiguità, disegnando figure la cui identità resta intrappolata in una sorta di incompiutezza ; esseri morfologicamente e intimamente destabilizzanti all'occhio dello spettatore, situati tra il sogno e la visione, il sacro e il profano, a volte grotteschi e caricaturali, altre volte leggiadri e delicati.
Il processo di produzione dei suoi disegni è esso stesso molto suggestivo. L'artista immerge infatti i fogli di carta nella cera d'api, come fosse un rituale magico che rafforza il potere evocativo di ciò che è rappresentato, e conferisce all'immagine la sostanza materiale e il valore simbolico della reliquia e allo stesso tempo cristallizza il sentimento da cui scaturisce l'opera stessa.
La proiezione di un'immagine mentale, di un luogo dello spirito, diviene icona, capace di trascendere il sentimento individuale della sua indefinitezza sostanziale.