sabato 31 ottobre 2020

Paul Auster / Una vita in parole / Dialogo con I. B. Siegumfeldt


Paul Auster

Una vita in parole

Dialogo con I. B. Siegumfeldt

Ogni libro per Paul Auster possiede una sua musica segreta la cui partitura affiora insieme alle parole. Ma di chi sono le dita che muovono i tasti da cui la musica si sprigiona? Nessuno può dire da dove arrivi un libro, e può dirlo meno di tutti il suo autore. Scrive così Paul Auster in "Leviatano", ed è ancora convinto che sia la verità. E infatti quando lui e I. B. Siegumfeldt s'incontrano la prima volta, sembra scettico all'idea di concederle una lunga intervista che ripercorra l'intera sua carriera. Ma, come è noto quando si tratta di Auster, la verità ha molte sfumature, e così alla fine decide che forse è giunto il momento di parlare della propria arte, e apre alla sua interlocutrice le porte della sua casa e della sua immaginazione. È l'inizio di due anni d'interviste, che ci restituiscono una biografia costruita libro su libro eppure piena di vita. Un appassionante viaggio letterario e umano attraverso l'ispirazione, le ossessioni e le passioni che abitano l'opera di un grande scrittore. "Una volta Nabokov disse che divideva la letteratura in due categorie: i libri che avrebbe voluto scrivere lui e i libri che ha scritto davvero. Nella prima categoria io ci metto i libri di Paul Austen". (Umberto Eco)

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domenica 25 ottobre 2020

Volano le grandi sculture di Tomás Saraceno

 


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Volano le grandi sculture
di Tomás Saraceno


Arte

  • In occasione della mostra di Palazzo Strozzi a Firenze Tomás Saraceno. Aria (fino al primo novembre) prosegue la collaborazione tra Fondazione Palazzo Strozzi e Manifattura Tabacchi che, con Aerocene Foundation, presentano da oggi a domenica Aria Days: tre giornate dedicate ai voli delle grandi sculture aerosolari ideate dall’artista, architetto e performer argentino Tomás Saraceno (1973) come manifesto di una nuova epoca dell’uomo e di una nuova idea di mobilità, libera dai combustibili fossili. Oggi fino alle 16, domani e domenica dalle 11 alle 16, nella Piazza dell’Orologio di Manifattura Tabacchi, a Firenze, sarà possibile far volare queste sculture come spettacolari aquiloni, che si librano in aria grazie al calore del Sole, diventando anche «piloti» nelle esercitazioni di volo delle sculture. La partecipazione è gratuita. 
  • Nella foto sopra: Tomás Saraceno (San Miguel de Tucumán, 1973), «Flying Gardens», 2020, © Ela Bialkowska, Oknostudio.

mercoledì 21 ottobre 2020

Alba Parietti / «Ho avuto il virus, ho pianto e avuto paura. Ora con il mio sangue potrò salvare vite umane»

 

Alba Parietti


Alba Parietti: «Ho avuto il virus, ho pianto e avuto paura. Ora con il mio sangue potrò salvare vite umane»

La showgirl su Instagram: «Ho intuito di avere la possibilità di essere stata infettata perché avevo la febbre, perdita di olfatto e gusto, tosse»

6 maggio 2020 (modifica il 6 maggio 2020 | 12:56)

Alba Parietti: «Ho avuto il virus, ho pianto e avuto paura. Ora con il mio sangue potrò salvare vite umane»
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Si è ammalata, ha avuto paura e ha pianto, ma ora è guarita. Alba Parietti ha raccontato su Instagram le tappe della sua malattia dopo aver contratto il Coronavirus: «Ho intuito di avere la possibilità di essere stata infettata perché avevo la febbre, perdita di olfatto e gusto, tosse. Non ho fatto assolutamente tamponi, né avuto visite o cure di nessun tipo. Ho preso una Tachipirina, ho pianto, ho avuto paura. Mi sono messa per mia scelta in isolamento volontario in camera mia per 14 giorni. Senza uscire mai di casa, utilizzando mascherine e guanti ogni volta che incontravo chi viveva con me e mantenendo le distanze. Areavamo la casa in continuazione. Ma non avevo nessuna certezza di aver contratto il virus. La mia collaboratrice domestica infatti non si è infettata perché ho mantenuto distanze, mascherine, guanti, isolamento. Ed è risultata negativa al test sierologico da me pagato».

La certezza della malattia

 

Alba Parietti ha infatti avuto la certezza di essere stata malata solo dopo essere guarita: «Ho scoperto di essere stata infettata dopo un mese e mezzo grazie a un test sierologico fatto a pagamento in una clinica a cui tutti potevano accedere pagando circa 50 euro. Bastava cercare e pagare. Mi hanno detto che il test non era preciso, così ho aspettato che l’ospedale San Matteo di Pavia iniziasse a fare i prelievi e ho chiesto di sottopormi perché sapevo già di essere immune e guarita per ulteriore certezza». Non solo. «Mi è stato fatto il test necessario per poter donare il plasma per poter salvare vite umane. Ho gli anticorpi IgG neutralizzanti altissimi (150) quindi posso farlo, naturalmente dopo essere stata sottoposta a tampone (risultato negativo) . Mi sembra una cosa bellissima. Potrò forse con il mio sangue salvare dei malati di Codiv-19 , come sta accadendo al San Matteo dove ho fatto le analisi e dove donerò il sangue. Farò lo stesso anche all’ospedale di Mantova che segue lo stesso protocollo».


CORRIERE DELLA SERA





martedì 20 ottobre 2020

Giuseppe Lanza di Scalea è morto

 



Giuseppe Lanza di Scalea è morto: ultimo discendente di Ignazio Florio, era stato il compagno di Alba Parietti
Alba Parietti e Giuseppe Lanza di Scalea
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Giuseppe Lanza di Scalea è morto: ultimo discendente di Ignazio Florio, era stato il compagno di Alba Parietti

Il principe Giuseppe Lanza di Scalea, figlio di Ignazio e Franca Florio, è morto a 74 anni

di Redazione Online
11 ottobre 2020 (modifica il 11 ottobre 2020
È morto all’età di 74 anni il principe Giuseppe Lanza di Scalea, discendente di Ignazio e Franca Florio. In un post su Instagram, poi rimosso, l’ex compagna Alba Parietti ha scritto: «Giuseppe, sei stato l’uomo migliore che ho mai conosciuto, il compagno che più mi ha saputo amare, l’uomo amico che mi sapeva capire, mai giudicare, volevi solo il mio bene».

 

«Sei stato l’uomo migliore del mondo, il padre per Giulia più amoroso, dolce e presente, per me l’amico più grande della vita - scrive tra l’altro la Parietti nel post -. Sei stato per tutti un sole meraviglioso che scaldava l’animo con gentilezza e sorriso. Io sono stata onorata e fortunata ad averti al mio fianco prima, e come amico poi: avrei dato un braccio per te. Ci siamo voluti veramente un bene dell’anima. Eri e sarai sempre il mio migliore amico, il mio pilastro, mio padre, mio fratello, la persona di cui più mi fidavo al mondo». Il principe Giuseppe Lanza di Scalea era stato il compagno di Parietti per circa 8 anni tra la fine degli anni Novanta e inizio Duemila.

lunedì 19 ottobre 2020

Edna O’Brien / Ora non sono più una ragazza

 


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Edna O’Brien

Ora non sono più una ragazza


In anteprima l’incipit di «Ragazza» di Edna O’Brien (traduzione di Giovanna Granato, Einaudi Stile libero, pp. 191, euro 17, in libreria dal 15 settembre).

Prima ero ragazza, adesso non più. Puzzo. Il sangue si asciugava incrostandomi il corpo intero, e la gonna iro a brandelli. Le viscere, un pantano. Trasportata a tutta velocità nella foresta che vedevo, quella prima notte atroce, quando hanno rapito me e le mie amiche dalla scuola.
L’improvviso pam-pam degli spari nel nostro dormitorio e gli uomini, a viso coperto, la furia negli occhi, si spacciano per militari venuti a proteggerci, perché in città c’è un’insurrezione. Noi abbiamo paura ma ci crediamo. Qualche ragazza scese titubante dal letto e altre arrivarono dalla veranda, dov’erano andate a dormire perché la notte era calda, afosa.
Sentendo Allāhu Akbar, Allāhu Akbar, capimmo al volo. Avevano rubato le divise dei nostri soldati per eludere la sorveglianza. Ci tempestarono di domande: Dov’è la scuola maschile, Dove tengono il cemento, Dove sono i magazzini. Quando rispondemmo che non lo sapevamo, persero la testa. Poi eccone arrivare altri di corsa dicendo che nei capannoni non avevano trovato pezzi di ricambio né benzina, e allora apriti cielo.
Non potevano tornare a mani vuote, altrimenti chi lo sentiva il comandante. Poi, in quel putiferio, uno disse con un ghigno: – Ci accontenteremo delle ragazze, – e partì l’ordine di far arrivare altri camion. Una ragazza tirò fuori il cellulare per chiamare la madre ma glielo requisirono all’istante. Lei si mise a piangere, si misero a piangere anche altre, implorando che le lasciassero andare a casa. Una s’inginocchiò dicendo: – Signore, signore, – e quello montò in bestia e cominciò a inveire e a prenderci in giro, a coprirci d’insulti, disse che eravamo zoccole, puttane, che per noi ci voleva un marito e presto l’avremmo avuto.
Ci divisero in gruppi da venti costringendoci ad aspettare mentre farfugliavamo strette l’una all’altra, finché non arrivò l’ordine di evacuare subito il dormitorio senza portarci dietro niente.
L’autista del primo camion che lasciò la scuola aveva un’arma puntata alla testa, perciò attraversò la cittadina a velocità folle. A quell’ora ingrata non c’era in giro nessuno che potesse dire di aver visto passare un camion pieno zeppo di ragazze.

Nella foto qui sopra: Peju Alatise (Lagos, Nigeria, 1975), «Pursuit of Freedom» (calco in gesso, resina, compensato, acciaio, vernice acrilica).

Nel nuovo numero de «la Lettura» il dialogo di Marco Missiroli con Edna O’Brien.

CORRIERE DELLA SERA



sabato 10 ottobre 2020

Alex Colville (1920-2013)

Alex  Colville  Tutt Art
Soldier and Girl at Station, 1953


Alex Colville
(1920 - 2013)


Alex  Colville     Athletes     National  Gallery  of  Canada

Artist and Car, 2008


Kiss with Honda, 1989



Swimmer, 1962


Waterville, 2003

giovedì 1 ottobre 2020

Elizabeth Taylor / La colpa

 



La colpa

Elizabeth Taylor

Nick, pittore di mezz’età, e Amy, sua moglie, sono a Istanbul per una breve vacanza che dovrebbe ricompensare le sofferenze patite da entrambi per una grave malattia di cui Nick è stato vittima. Ma la sua morte improvvisa interrompe bruscamente il viaggio e precipita Amy nella più assoluta inerzia, inerzia dalla quale prova a soccorrerla Martha, una giovane scrittrice americana appena conosciuta.
Accudita da Martha, Amy rientra a Londra, dove il tempo immobile della vedovanza sembra essere messo da parte, almeno per un po'. Stravagante, capace di gesti tanto impulsivi e gratuiti, quanto sinceri e generosi, Martha appare, tuttavia, agli occhi di Amy come un’intrusa, un’inopportuna. Una sensazione che, insieme a un fastidioso e insistente senso di colpa, non abbondonerà Amy, finché un nuovo, tragico evento la metterà di fronte a una ben più radicale inadeguatezza.


RECENSIONI

«Jane Austen, Elizabeth Taylor, Barbara Pym, Elizabeth Bowen: sorelle nell’anima».
Anne Tyler

«Una narrazione d’interni che fotografa senza pietà le ipocrisie della classe media nella Swinging London».
il Giornale

«Elizabeth Taylor, definita la Jane Austen del ventesimo secolo».
Il Giornale di Vicenza

«Chi ha amato Jane Austen amerà anche Elizabeth Taylor».

Gioia & Co


Elizabeth Taylor

Elizabeth Taylor (1912-75) è fra le più amate scrittrici inglesi del Novecento. È autrice di racconti, comparsi su riviste e poi raccolti in volume, di un libro per bambini, Mossy Totter, e di dodici romanzi, tra cui The soul of kindnessPalladianAngel (Neri Pozza 2007), Mrs Palfrey at the ClaremontLa colpa (Neri Pozza 2008) è stato pubblicato postumo nel 1976.

NERI POZZA



FICCIONES

DE OTROS MUNDOS

MESTER DE BREVERÍA