J.D. Salinger |
Una nuova biografia che indaga l'enigmatica figura dello scrittore; un documentario al cinema; una nuova traduzione del suo romanzo più famoso, Il Giovane Holden: in attesa dei libri inediti previsti per il 2015, ecco come e perché Salinger è tornato improvvisamente in auge
Se una decina d'anni fa aveste provato a chiamare J. D. Salinger, probabilmente vi avrebbe sbattuto il telefono in faccia, in barba a quel che fa dire al ribelle protagonista del suo unico e celebre romanzo, quel Giovane Holden che dal 1951 continua a vendere almeno 250mila copie all'anno, superando i 60 milioni di libri venduti («quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira»).
La conferma, se ce ne fosse bisogno, arriva dal documentario Salinger (Il mistero del Giovane Holden) di Shane Salerno, in arrivo nelle sale per un solo giorno, martedì 20 maggio, grazie a Feltrinelli e Nexo Digital (l’elenco delle sale è su nexodigital.it).
Un lavoro monumentale - nove anni di produzione, sei anni di riprese, centinaia di persone intervistate - che cerca di scalfire la leggendaria impenetrabilità dell’autore scomparso nel 2010, a 91 anni, dando la parola a chi l’ha conosciuto da vicino, come amici, redattori e colleghi, o l’ha amato attraverso i suoi scritti (tra i fan illustri c’è anche Philip Seymour Hoffman, scomparso tre mesi fa).
Il montaggio è frenetico, le testimonianze si moltiplicano: ognuno offre la propria versione, ognuno dice la sua sull’autore che ha scelto consapevolmente di parlare solo attraverso le sue opere, che ha maledetto il successo de Il giovane Holden, e che si è ritirato nella campagna del New Hampshire, in una villetta diventata meta di pellegrinaggio di fan, giornalisti e scocciatori di ogni tipo.
L’atmosfera del documentario è quasi da thriller, ma non c’è un assassino da trovare. Piuttosto, c’è da capire cosa abbia ucciso l’innocenza di uno scrittore di raro talento, quali eventi l’abbiano fatto allontanare dalla pazza folla, cosa lo spingesse ad amare donne molto giovani, e a metterle alla porta quando osavano intromettersi tra lui e la scrittura.
L’indiziata numero uno è la Seconda Guerra Mondiale, che il ventenne Salinger combatte portandosi dietro sei capitoli del nascente Giovane Holden, 299 giorni in una trincea dalla quale uscirà inevitabilmente cambiato. Ferito.
Oggi, chissà come avrebbe reagito Salinger all’improvviso rinnovato interesse intorno alla sua schiva e amatissima figura, rifiorito senza neppure il pretesto di un anniversario?
In questi giorni esce in libreria per Isbn Salinger. La guerra privata di uno scrittore di David Shields e Shane Salerno, considerata la biografia definitiva dell’autore, da cui è tratto il documentario (l’11 maggio alle 18 Massimo Coppola e Gianluigi Ricuperati lo presentano al Circolo dei Lettori di Torino, il 19 maggio alle 18 Vincenzo Latronico e Luca Mastrantonio ne parleranno alla Libreria Feltrinelli Duomo a Milano); al Salone del Libro di Torino va in scena una maratona di lettura de Il giovane Holden, capeggiata da Matteo Colombo, che ha curato la nuova traduzione per Einaudi; a Hollywood si lavora per portare sul grande schermo un biopic dal titolo Salinger’s War, mentre nelle librerie Usa sta per uscire My Salinger’s Year (Knopf), memoir di Joanna Rakoff sul periodo, nei primi anni Novanta, in cui ha lavorato come assistente dello storico agente di Salinger, a stretto contatto con l’enorme mole di lettere che lo scrittore continuava a ricevere.
A dar retta ai due autori del documentario, che citano fonti autorevoli del JD Salinger Literary Trust, detentore di tutti i diritti sulle opere dell’autore, ci sono ancora molti inediti per cui ingolosirsi. Saranno pubblicati dal 2015, a intervalli regolari.
Festeggiate in rispettoso silenzio: probabilmente Salinger non avrebbe sopportato tutto questo baccano.
Nessun commento:
Posta un commento