Il maestro e Margherita
Come si fa a non amare un libro che propone il protagonista (esplicito) al tredicesimo capitolo e parla dell’altro personaggio del titolo solo nella seconda parte? Che come filo conduttore ha Il principe delle tenebre (primo titolo) forse, ma anche lui come protagonista silenzioso e assente nella maggior parte delle scene (vedi lo spettacolo teatrale e il ballo di Satana, scene centrali delle rispettive parti)? Che ruota attorno a questi protagonisti, gravitandoci attorno e solo verso la fine avvolgendoli in maniera profonda (e persino toccante)? Che cambia registro con una facilità disarmante, passando dalla fiaba al comico al grottesco all’onirico al gotico senza che il lettore se ne accorga se non a fatto compiuto? Che dà davvero l’idea della pochezza dei suoi personaggi, della vita di ciascuno di loro, anche dei cosiddetti protagonisti, pur elevendo almeno loro a un ruolo drammatico e persino commovente (nel tono scanzonato e parodistico generale)?
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