Chiara De Luca
Tramonto
Non dico che non esista l’amore
mormori in preghiera dopo un’ora
di chiacchiere e risate acute da bambina;
ti avvolgi la gonna attorno alle caviglie,
tirandoti i polsini della maglia sulle mani
per posarvi il mento sopra il dorso
sedendoti con me sul marciapiede
– tra cartocci piovuti a due metri dal cestino
pane, granturco e guano sul gradino,
contando sul selciato tacchi e mocassini
ruote di trolley, bici e passeggini –
ma oggi amore è questo triste fiume,
invaso da rifiuti e pantegane,
che nel caos del centro scorre incurante
del rombo delle auto che lo soffoca invadente,
noi siamo le figure allineate sopra il ponte,
che vedi profilarsi nel tramonto indistinte:
c’è chi al parapetto si sporge forse in cerca,
chi impietrisce a un tratto nella tormenta,
chi per sbaglio o noia si arresta nel centro;
i più vanno oltre all’orizzonte degli altri,
o di un lavoro, un tetto, un riconoscimento,
uno schermo, una cornetta, un buco dentro
e il sole lentamente nell’acqua va svanendo.
(Da l’inedita Alfabeto dell’invisibile)
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