giovedì 14 novembre 2019

Cesare Pavese / Tolleranza

A Blonde Woman, c.1520, Palma Vecchio, National Gallery

Cesare Pavese
Piove senza rumore sul prato del mare.
Per le luride strade non passa nessuno.
È discesa dal treno una femmina sola:
tra il capoto si è vista la chiara sottana
e le gambe sparire nella porta annerita.
Si direbbe un paese sommerso. La sera
stilla fredda su tutte le soglie, e le case
spandon fumo azzurrino nell’ombra. Rossastre
le finestre s’accendono. S’accende una luce
tra le imposte accostate nella casa annerita.
L’indomani fa freddo e c’è il sole sul mare.
Una donna in sottana si strofina la bocca
alla fonte, e la schiuma è rosata. Ha capelli
biondo-ruvido, simili alle bucce d’arancia
sparse in terra. Protesa alla fonte, sogguarda
un monello nerastro che la fissa incantato.
Donne fosche spalancano imposte alla piazza
– i mariti sonnechiano ancora, nel buio.
Quando torna la sera, riprende la pioggia
scoppiettante sui molti bracieri. Le spose
ventilando i carboni, dànno occhiate alla casa
annerita e alla fonte deserta. La casa
ha le imposte accecate, ma dentro c’è un letto,
e sul letto una bionda si guadagna la vita.
Tutto quanto il paese riposa la notte,
tutto, tranne la bionda, che si lava al matino.


Cesare Pavese /  “Lavorare stanca” (1931-1940)



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