WebIntrospections
Intervista a Francesco Bertucci
Un appuntamento nel cuore di Londra. Sono appena arrivato a Covent Garden dopo un breve tragitto dall'omonima stazione della metro; ci sono alcuni artisti di strada e riesco a passare un po’ di tempo prima di ricevere un messaggio sul mio cellulare, "sto arrivando", e dopo neanche mezzo minuto vedo in lontananza Francesco Bertucci, che risiede in Italia, ma molto spesso si trova a Londra per qualche evento e per il suo legame artistico e passionale con la città. Cominciamo subito a scambiare qualche parola in un pomeriggio inoltrato, avvicinandoci poi a un locale all’interno di Covent Garden: niente domande preparate, è un discorso a ruota libera e così prendo appunti, sottolineo, evidenzio… e racconto.
Corrente artistica personale: WebIntrospections: Web ... anima dell'umanità ... l'umanità ... anima del web. Un pensiero unico, un solo essere umano, espresso in un modo unico: unicità. Molti pensieri, molti esseri umani, espressi in diversi modi: molteplicità. Introspezione della propria anima riflessa in un insieme unico e l'introspezione di un insieme unico riflesso nella propria anima, algoritmi infiniti di un'unica matrice animica: IntrospezioniWeb.
In queste righe è descritta la corrente artistica personale di Francesco Bertucci, che l’autore definisce con il nome di webintrospections – introspezioniweb, ovvero l'interazione tra l’artista e il web, considerando l’intera rete come l’insieme di tutto il sapere del genere umano, sia cognitivo che emozionale; nella rete vengono inserite tutte le informazioni, tutte le sensazioni, tutto ciò che l’essere umano è in grado di fare e di pensare, dal banale calcolo matematico al vibrante romanzo di letteratura, allo stimolante video personale, senza dimenticare lo scambio sociale e le interazioni innumerevoli tra utenti.
Come nel film Matrix, che Francesco dice essere uno dei suoi preferiti, il tutto viene convogliato all’interno della rete, della matrice, dove diventa Anima, forte dell’energia animica di tutti gli utenti, che nel bene o nel male hanno messo la propria forza interiore, in quello che hanno fatto, descritto, creato o semplicemente "postato"; un concetto semplice ma vero, pensandoci bene, che riassume l’evoluzione tecnologica dei nostri tempi e le implicazioni che in un futuro non troppo lontano dovremo affrontare anche se ora sbadatamente sembriamo snobbarle.
Francesco viene dal mondo informatico e creativo della grafica tridimensionale, fatta di poligoni sempre più complessi e di texture che abbelliscono in modo sempre più interattivo e reale quelli che sono i videogiochi, ma non solo: prende spunto proprio da internet e dalla combinazione della ragnatela virtuale con l’intricata rete delle vicende e degli accadimenti della vita reale. Un'immagine si mescola a un sentimento, si combina con un paesaggio, si manifesta con un’emozione e si concretizza su una tela virtuale per finire poi su una tela vera e propria a suon di pennello. La tecnica usata è mista: Francesco parte da un lavoro virtuale e arriva ora a una stampa digitale, ora a un acrilico o un olio su tela, ora a una mescolanza tra la stampa digitale e le tecniche classiche, oppure viceversa da un lavoro su carta, cartoncino, tela, si arriva a un'immagine virtuale che viene a sua volta modificata e rielaborata.
Il suo stile, la sua tecnica personale, le sue opere sono state portate in giro per il mondo e sono apprezzate a livello internazionale; ha realizzato mostre sia in Italia che in molti paesi europei, soprattutto nella capitale inglese, che come dicevamo riveste un interesse particolare per lui; poi un'importante mostra nella capitale russa, ma anche nel lontano Oriente, a Tokyo, e prossimamente nella popolatissima Shanghai; molte sue opere sono tuttora in giro per il mondo, negli Stati Uniti e in Australia, dove collabora anche con il sito italiano di Love Australia; qualcosa si trova anche in Colombia, a Barranquilla.
Ci vuole parlare principalmente del suo Trittico esoterico, che ha avuto un forte riscontro internazionale "dietro le quinte", forse per il tema trattato e per il modo con cui si ricollega all’arte, all’artista, al mondo reale e alla magia, che forse c’entra con tutti e con nessuno.
La pittura e l’esoterismo hanno un anello di congiunzione che è cosa nota: partendo dalle pitture rupestri e dal loro significato simbolico e propiziatorio, via via di seguito in Egitto e nell'antica Roma, e nelle epoche successive, fino al famoso dipinto L'isola dei morti (in tedesco, Die Toteninsel), del pittore simbolista svizzero Arnold Böcklin (1827-1901), per il quale lo stesso Hitler non badò a spese, facendo collocare l'opera niente meno che nella cancelleria del Reich a Berlino, fino a quando nel 1945 fu sequestrata dall’Armata Rossa come "bottino di guerra" e spedita in Russia; solo in seguito tornò a Berlino e fu esposta all’Alte Nationalgalerie. Il pittore Arnold Böcklin non diede mai spiegazioni in merito al suo lavoro, né tantomeno le diedero Hitler, l’Armata Rossa e quanti volevano possedere il quadro, quindi questo alone di mistero che scaturiva dalla mancanza di informazioni conduceva già di per sé al concetto di segreto, ovvero all’esoterico.
Nemmeno il contemporaneo Francesco Bertucci ci dà spiegazioni o informazioni in merito al suo Trittico Esoterico, composto da tre opere appunto, la prima Horizons, (Orizzonti), la seconda SyncRockTrap (Trappola di Roccia Sincronica), e la terza NoLightsHeads (I non fari), ma pone tutti davanti al fatto compiuto, fornendo solo tre delle posizioni che il trittico può avere e la misteriosa denominazione delle stesse, Soul Position God Amplifies White Energies (Posizione Anima – Dio - Amplifica Energie Bianche), poi Body Position Matter Amplifies Black Energies (Posizione Corpo – Materia - Amplifica Energie Nere), infine Spirit Position Chaos Amplifies Casual Effect (Posizione Spirito - Caos - Amplifica Effetto Casuale). Praticamente a seconda di come i quadri vengono posizionati nell’ambiente riescono a creare un campo di energia con l’ambiente dove si trovano e a favore della persona o delle persone che in quel luogo li hanno posti.
Si può solamente dire che i soggetti delle tre opere, prodotte tutte nel 2013, sono paesaggi di forte impatto a livello interiore, e certo la spiegazione che viene data dall’artista, anche se ridotta a un nome, ci lascia come già pieni di qualcosa, di una energia, di mistero, appunto di una forte carica esoterica, e non c’è bisogno di ragionarci tanto sopra o di porsi delle domande o di trovare delle risposte, si sente, osservando e percependo ciò che dai quadri scaturisce.
Vigilando su questo Trittico Esoterico come su un sorvegliato speciale, e andando sul sito dell’artista si trovano altre opere circondate da un alone di mistero: spesso appare la creatura “Donna” nelle più improbabili facce e sfaccettature… e il tutto va da una tematica classica espressa in vesti moderne, fino alla più spinta ed esasperata avanguardia pura, che non disturba, ma è ben accolta anche dai più attaccati, abbarbicati amanti del cosiddetto “classico”: per la cromaticità, la plasticità e il senso dell’idea, del pensiero che non s’intravede, ma che si “vede”, invece, chiaro, netto, nell’opera stessa.
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