Raymond Carver |
Di cosa parliamo quando parliamo di Raymond Carver
La vita e le opere dello scrittore.
Scrupoloso, minimalista, riflessivo. Lo scrittore statunitense Raymond Carver, nato il 25 maggio 1938 a Clatskanie, nell’Oregon, è passato alla storia per i suoi racconti essenziali ma al tempo stesso ricchi di suggestioni, che a partire dagli anni Settanta hanno raccontato un’America nuova, diversa, a cui i lettori non erano ancora abituati. I suoi personaggi svolgono infatti lavori umili, hanno vite apparentemente banali e rapporti altrettanto superficiali, sgangherati, che li portano alla continua ricerca di un equilibrio difficile da trovare. Per capire però come l’autore sia approdato a questa visione della letteratura, è importante conoscere meglio la sua storia e fare un passo indietro.
Quando ha solo tre anni, la sua famiglia si trasferisce infatti nella cittadina di Yakima per via di alcuni problemi economici causati dalla seconda guerra mondiale, ed è in un contesto provinciale e semplice che lui passa l’infanzia e l’adolescenza. Suo padre fa l’affilatore in una segheria, sua madre fa la cameriera, e lo stesso Carver si procura presto i primi lavoretti per dare una mano in prima persona. È in questo contesto che nel 1955 conosce la giovane Maryann Burk, da cui si allontana quando finisce il liceo e raggiunge il padre in California per farsi assumere a propria volta in segheria. Non trovandosi a suo agio in quella mansione, torna però a Yakima due anni dopo e prende la decisione di sposare Maryann, con cui avrà due figlie di nome Christine Rae e Vance Lindsay, e grazie alla quale verrà spronato a portare avanti gli studi mentre si dà da fare in una farmacia come fattorino.
D’altronde, la sua passione per la letteratura non passa inosservata, e Carver coglie allora l’occasione per frequentare i primi corsi di scrittura. Pubblica poesie, racconti, commedie teatrali, e intanto si sposta da una parte all’altra del Paese per proseguire con la sua carriera e formazione, mentre cerca sempre il modo di mantenere dignitosamente la sua famiglia. La grande svolta arriva nel 1967, quando conosce il famoso editor Gordon Lish, che all’epoca lavora da Esquire e con cui nasce uno scambio lungo e complesso: Lish apprezza infatti la penna di Carver e lo sprona a creare nuove storie, ma allo stesso tempo taglia gran parte delle sue descrizione, cambia il titolo dei racconti, stravolge il loro finale. Il risultato è che l’opera di Carver diventa d’un tratto più affilata, più matura, più convincente, anche se al tempo stesso l’autore non sempre condivide le scelte del suo mentore.
Per un certo periodo sembra comunque che la situazione riesca a funzionare: Carver, che si è laureato e ha ottenuto un impiego presso la casa editrice Science Research Associates, raggiunge per la prima volta un buon successo, diventando il simbolo di un nuovo modo di raccontare e venendo considerato un esempio da seguire proprio nel campo del minimalismo. Smette di bere alcol, da cui era stato a lungo dipendente, e prende addirittura la decisione di divorziare da Maryann per sposare la poetessa Tess Gallagher, con cui sente una forte affinità, ma purtroppo la sua fortuna non è destinata a durare. Gli interventi di Lish ai suoi testi lo rendono sempre più insofferente, non si riconosce nello stile che gli hanno cucito addosso, e nonostante i premi e riconoscimenti che riceve si spegnerà insoddisfatto dopo un periodo di malattia che avrà la meglio su di lui il 2 agosto 1988.
Da quel momento le sue raccolte di racconti e di poesie non hanno smesso di essere ristampate e tradotte in tutto il mondo, consacrandolo a maestro della scrittura novecentesca. È proprio dal basso, infatti, che Raymond Carver ha imparato a descrivere le sensazioni e i pensieri dei suoi personaggi, mettendosi allo stesso livello delle loro vicissitudini piccole e quotidiane, che però mettono in risalto le più disparate sfaccettature dell’animo umano. A oggi, peraltro, alcune sue storie sono state pubblicate anche nella versione estesa e integrale che l’autore aveva immaginato in un primo momento, in particolare quelle di Principianti che erano state editate da Lish e intitolate Di cosa parliamo quando parliamo d’amore: sono pagine di grande spessore e sensibilità, che riconfermano il talento di Carver e la sua capacità, anche fra le pagine più buie, di tenere in vita un barlume di speranza.
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