Parigi, le trottinettes e il futuro delle città
Il monopattino elettrico ha preso piede a Parigi, ma si registrano molti incidenti. Servono regole urgenti a garanzia dei pedoni
di Beppe Severgnini
9 marzo 2019 (modifica il 9 marzo 2019 | 19:27)
A Parigi, di questi tempi, bisogna guardarsi le spalle. Il pericolo non sono i gilet gialli, che anche ieri si sono ritrovati stancamente e in pochi al Campo di Marte, sotto la Torre Eiffel, «atto 17» della mobilitazione partita in novembre. L’insidia viene dal monopattino elettrico, che qui chiamano trottinette. Si noleggia in modalità sharing, come le bici a Milano, tramite app e QR code. Costa 1 euro per l’avvio e poi 15 cents al minuto. Arriva a 25 Km/h e ha un’autonomia di 50 Km. Ci sono due comandi: acceleratore e freno. Ieri l’ho provato. Molto ecolo, come dicono qui. Conferisce, devo ammetterlo, l’air branché (fa figo, ndr). Da guidare è semplice, non semplicissimo. La trottinette trotta.
E ogni tanto, com’è inevitabile, va a sbattere. Un lettore, Alberto Carniel alberto.carniel@tin.it, ha scritto giorni a forum Italians, allarmato per gli incidenti. In effetti, il numero sta crescendo in fretta — nel 2016, in Francia, 231 feriti e 6 morti; nel 2017, 281 feriti e 5 morti; il dato 2018 non è ancora disponibile — e le conseguenze sono spesso gravi. Negli Usa, dove il fenomeno è iniziato (tanto per cambiare), l’anno scorso ci sono stati 1.500 incidenti con ricoveri ospedalieri nelle 47 città oggetto dell’indagine. Conseguenze comuni: commozioni cerebrali, fratture nasali e dell’avambraccio.
Domanda: non è ora che le città del mondo — comprese quelle italiane, visto che (per ora) l’Italia fa parte del mondo — decidano di regolamentare il fenomeno? Le app delle società di sharing chiedono certi comportamenti, ma non basta. Il mezzo si annuncia infatti in crescita vertiginosa, molti stanno investendo. Rendere il casco obbligatorio? Utilizzare le ciclabili? Istituire parcheggi (a Parigi le trottinettes sono lasciate qui e là)? E quale sarà il futuro dei marciapiedi, già messi in crisi da alcuni ciclisti aggressivi o stupidi (alcuni, assai dotati, riescono a combinare le due caratteristiche e sfrecciano a raso dei portoni)? I pedoni sono passati di moda, a loro non pensa più nessuno? Eppure tutti — usciti dall’automobile, scesi dalla moto, dalla bici o (in futuro) dal monoelettrico — lo ridiventiamo. Quindi decida, chi guida le città. E in fretta, perché intanto la gente continua a sbattere e a farsi male.
CORRIERE DELLA SERA
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