martedì 23 gennaio 2018

L'Egitto era mia madre / Parto sciamanico in blu

Octavia Monaco. Terzo occhio

L'Egitto era mia madre

Parto sciamanico in blu

23 OTTOBRE 2015, 
PAOLA GORETTI

Giace in legno di rosa il mio amore. Giace riposto nell’armadio e sta per essere indossato. Attorno a me un silenzio contemplativo. Templare, laudativo. Solenne più che mai, raro come un pensiero bianco, quando l’ora si arresta e l’arsura campeggia sui campi screpolati dalla canicola che sbava e che sbaraglia, dentro al precipitato degli eventi straordinari. E’ uno di quei silenzi che precedono il cataclisma, formicolante in ogni dove. Anche gli angeli tacciono e l’andamento del bosco brulicante si acquatta accovacciato prima di farmi compiere un balzo illimitato. Sono caverna magica, luogo consacrato, posto in maestà. Sono atmosfera ricercatissima. Il movimento è interiore, fa da dottrina e contrappasso spostando il piano del prodigio in ciò che mulinella dalle mie viscere.


Octavia Monaco
Mano Ierofante

Si stenta a crederlo, come se gli sparvieri comparissero a branchi sui presepi colmando di traumi il mondo. Il mistero si scrive nuovamente, senza riserve di volta in volta. Il copione non cambia, la placenta è tardiva. Come un buon rampicante pronto a raspare il rapinoso avvento non è un fuggiasco in me ma il fuoco che si incammina nel facimento. Luminarie di grembo nel golfo delle mani, divino aggrappamento al mare delle nuvole e la fatica dello stare a terra con le radici mentre sono libellula nel cuore, comandamento con la luce attorno, falce di luna. Sono un fauno destro e sinistro, non accigliato. Un fauno volante al centro esatto della casa del fauno. Una Ninfa immobile.
Sì lo so, assomiglio alla Sant'Anna Metterza di Masolino e di Masaccio, imponente più di una trinità. E mi inserisco nel solco delle grandi cattedrali, insieme alla gloria vulnerabile. Ma la mia stirpe è più antica, il mio sangue è più antico, le mie ossa, la mia discendenza, molto di più. Sono totemica, siderale, bizantina di catechesi, ierofanica e ierofantica, annuncio il fluire celebrandone il moto anche se in me tutto sembra sospeso congelato raggrumato dentro a una soglia irraggiungibile. Sono il contenuto abbreviato, la forma magnificante. Sono la medicina magica di ogni guarigione e tutto in me è filo e tutto è filiera tessitura progressiva spudoratezza preghiera di altrove e di qui canto del presente. Sono l’oracolessa che è qui a zittire il mondo e a lanciarlo in avanti ad occhi chiusi, un polipo gonfio dentro l’acqua con maschera bianca di annullamento, un clown abdicante pronto a far posto al disvelamento. L’onda si percepisce nel mio abbellirmi di volo.


Octavia Monaco
Mano

E’ tutto un labirinto bulbonato a cunicoli, tutta una nervatura in festa di strade e snodi che si incrociano e partenze e ritorni e tondi e tutto è scritto tutto è un oltrepassare di cerchi tutto un monopolio di stazioni celesti indicative allusive contenitive tutto un piano di musica biologica stellare molecolare di un tornante in visitazione che impasta i segni della terra dentro a quelli di cielo e fa da culla prenatale. Nel corpo dell’orsa è l’aggirarsi del tempo, nel corpo dell’orsa è l’Orsa Maggiore e il firmamento che veglia sull’addensare. E veglia l’orsa sui rami ramificati veglia su tutte le stelle stellate all’improvviso veglia su tutti i colori del colore e tutto è nuovo di fresca convocazione e tutto è in covazione dentro al suo compiersi totemico di milioni di anni e di tutte coloro che mi hanno preceduta e dei milioni di anni del creato dissolto e ricreato che per far nascere una vita è tutto il lavoro del mondo fin da Altamira della musa bella, fin dalla Valcamonica, dai petroglifi, dalle pance tondute di ogni dea, dai seni abbondanti di latte.
Dicono che ogni nascita sia programmata da sette generazioni, sette generazioni di presidi di anime, chissà quante mila unità di entità. Ordini esausti e superiori che reggono il nostro mondo sbrindellato tra stringhe di miracoli che in coro cantano la loro estensione, affinché tutto si compia nell’obbedienza, come una favola di talento virtuoso, fruttuosa nel dono congiunto. Tutto è scritto, tutto è già, tutto è; c’è solo da compiere il resto estrapolante. Nel Tutto, per destinale profezia. Per questo ti invoco ancora e dico:
“Vieni mia Bastet, mia Signora dal muso di gatto, Nostra Signora delle Bende che conforti la luna del sentire. E vieni Tu, mio sposo felino che hai cuore palpitante e mano ferma, mio lume d’aramaico troneggiante alle spalle con l’amorevolezza che non ha smancerie, mia carezza che sa placare tutti i cuori, mio veggente parsimonioso, mio signore dello spirito dove prendono campo le stagioni, mia vivezza, mio sovrano, mio scorrimento di profezia che muove tutte le acque, generoso sciamano guaritore, mio scarabeo stante. Tu che tutto sovverti e che ti manifesti nel ribaltare, tu dalle forti braccia e sguardo silenzioso, mia onda aperta, mio temporeggiare senza raggiro, mio tempo dell’avvento che avviene e sta avvenendo, mia curva benedicente, nel mio ventre si sta tatuando un volto, tra spazi e spazi caracollanti, mio passo di oceano azzurro, mio composto sorriso, anima mia”.


Octavia Monaco. Volto donna

Campeggia nella piramide il mio amore per te che sei l’amore e mi sei figlio e mi sei sposo e amante, mia malachite verdeggiante con blu oltretomba scoperchiata che più tomba non è ma prato verdeggiante nel suo sorpasso. Perché il nostro trittico non esploda in poltiglia raggelata, perché la tristezza danzi all’incontrario senza padrone e ridiventi gioia senza il combattere, perché ammirevole sia sempre il mio occhio, amorevole la schiena e la tua maestà di portamento, io sono qui. Mentre compongo il mio essere polmonare nella carne fiacca so che tutto passa e anche tu – figlio di tutto e figlio tutto - scorri nel mondo con il suo svanimento. Ma non posso rinunciare alla piscina di ciò che è in me ora che ho ruote di splendore. Bagliore rampante, bruciatoio rabdomante, baci a grappoli senza martirio, c’è solo il bene nelle tue mani galoppanti come il pomeriggio di un funambolo senza rivolta c’è solo il bene che si scioglie di bene quando il sole chiede di essere ingoiato. Tutto è compiuto tutti i fili tirati e spesi e abbracciati e punteggiati tutte le punteggiature ricomposte in tutti i luoghi dell’acrobatico e del simbolico e tutti i luoghi dell’acrobatico e del simbolico hanno persino smesso di comandare.


Octavia Monaco. Parto sciamanico, dettaglio

Nuova la vita naturante semplificante fermentante sfornante mutante nuovo il fardello e il fante e l’araldo nuovo il colore arante della terra d’argento nuova l’ostinazione e anche l’esaltazione nuova la porta che si fa attendere nuovo il campanello che lacera il ventre antispettrale e non sono fantasmi, no, ma ninne nanne indiane che dicono che siamo tutti chiamati con fulgore, sante le tue mani in un impasto di niente santa l’alacrità attorcigliata santo il giratoio che gira il mondo santo il mistero estatico del tutto ricominciare santo il tradimento dell’eternità che non ci vuole e ci scalcia e quando è tempo ci espelle dal suo orizzonte sante le forcelle dei rami a cui mi aggrappo per non impazzire di dolore come a zampe di fenicotteri nel divenire delle moltitudini di lauro senza manchevolezze santo il perpetuo fiorire sfiorire rifiorire ribollire amplificare.
Nessuna luce si spenga mai.
WSI

Paola Goretti
Cinquecentista di formazione - Laurea in ‘Storia dell’Arte Moderna’ (Bologna, 1994), Master sul ‘Rinascimento italiano’ (Ferrara, 1995), Diploma di Specializzazione in ‘Storia dell’Arte’ (Bologna, 1998), Borsa Alma Mater - Furla per progetto sulla storia della borsa (1997-98)- si è dedicata per vent’anni allo studio dei sistemi del vestiario di alta epoca, curando mostre, convegni, servizi alla didattica, cicli di conferenze, progetti di integrazione, poi confluiti ne ‘Il sentimento della cura: appunti per un dialogo affettivo’ (Ibis 2004). Professore a contratto di ‘Storia del costume presso Accademia di Belle Arti’ di Bologna (2012-2013) e ‘LUNA. Libera Università delle Arti’ (2004-2009), docente di ‘Scenari’ presso l’’Università dell’Immagine’ fondata da Fabrizio Ferri (Milano 1998-2005) per promuovere l’educazione sensoriale, di ‘Estetica della moda’ (Università di Rimini 2002-2003), di ‘Iconografia teatrale’ (Università di Bologna 1999-2001), visiting professor e ricercatrice per numerose fondazioni, tra cui la ‘Fondazione Ermitage Italia’ di Ferrara (2009-2010) per importanti ricognizioni sul patrimonio italiano a San Pietroburgo, specie su ‘La Galleria delle Belle di Peterhof di Pietro Antonio Rotari’, complesso di 368 dipinti dedicato ai moti sentimentali femminili, ubicato nella Reggia estiva degli zar. È autrice di innumerevoli saggi sul costume di tutte le epoche e di alcuni volumi. Tra questi, ‘Monumenta. I Costumi di scena della Fondazione Cerratelli’, fotografie di Aurelio Amendola (Pacini 2009), premiato dal Club Unesco di Firenze.
Nel 2016, contestualmente all’esperienza di storica dell’arte e del costume, ha inaugurato una nuova carriera di ‘Luminografa’, conseguendo un PhD (Università di Teramo) in ‘Scienze della Comunicazione’ dedicato alle ‘Arti della Luce e dello Splendore’: tra dialogo interculturale, tutela del patrimonio, spiritualità, maturando un intenso sodalizio con Mario Nanni. In occasione dell’illuminazione del ‘Mosè’ di Michelangelo ha moderato l’incontro ‘Michelangelo Buonarroti, illuminare la luce’, con Mario Nanni, Antonio Forcellino, Enrico Ferrari Ardicini, Bologna, 28 gennaio 2017. Ha scritto per ‘Mario Nanni. Luce all’opera’ (Villa Panza di Biumo, 14 marzo – 2 giugno 2013; Skira, 2013) e per ‘Contatto nel godimento delle delizie’ (Sassuolo, Palazzo Ducale, settembre 2017 – gennaio 2018). È co-autrice e moderatrice degli incontri ‘Ascolta, sifaluce’, in corso a ‘Virgola, Museo della Luce’ a partire da novembre 2017.
Responsabile scientifico del nuovo assetto del Museo Venanzo Crocetti di Roma (2013 - 2015), è curatrice di numerose mostre. Tra queste, ‘Venanzo Crocetti e il sentimento dell’antico. L’eleganza nel Novecento’ (Roma, Palazzo Venezia, 2 settembre – 20 ottobre 2013, Allemandi 2013); sezione dannunziana de ‘L’arte della bellezza. I gioielli di Gianmaria Buccellati’ (Torino, Reggia di Venaria, 21 marzo – 24 gennaio 2016, Skira 2015); ‘Octavia Monaco. Inda Angelica Fiamma. Figure della contemplazione’ (Bologna, Nelumbo Asian Fine Arts, 9 maggio – 13 giugno 2015, Nelumbo Edizioni 2015); ‘Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown’ (Roma, Fondazione Roma, 17 settembre – 1 novembre 2015, Skira 2015); ‘Giuseppe Mestrangelo. Siamo in rete’ (Bologna, Biblioteca dell’Archiginnasio - Cappella di Santa Maria dei Bulgari, 28 gennaio – 7 febbraio 2016, ArtCity - Arte Fiera 2016); ‘La Passione di Cleopatra. Visioni e Maschere di Arnaldo Pomodoro’ (Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, 24 giugno – 18 settembre 2016).
Per conferenze, convegni, attività di ricerca ha collaborato con: Dragoco Fragrance New York, Università di Alicante, Università di San Paolo del Brasile, Agenzia Aldo Coppola, Furla, Bondardo Comunicazione, Villaggio Globale International, FMR, Aboca, Vogue Italia, Domus Academy, IBC Emilia-Romagna, Università di Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, Musei Civici d’Arte Antica di Bologna, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna Rimini, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Museo Civico Archeologico di Bologna, Biblioteca dell’Archiginnasio, Teatro di Villa Aldrovandi Mazzacorati, Scuola Superiore di Studi Umanistici, Genus Bononiae, Smell Festival, Biografilm Festival, Musei Civici di Imola, Palazzo Tozzoni, Università di Ferrara, Musei Civici d’Arte Antica di Ferrara, Palazzo Schifanoia, Palazzo dei Diamanti, Casa della Beata Osanna Andreasi di Mantova, Palazzo Te, Musei di San Domenico di Forlì, MAR, Museo Nazionale Neoclassico di Palazzo Milzetti, Villa Panza di Biumo, Viabizzuno, Panstudio Associati, Lightstudio, Fondazione Cerratelli, Fondazione Ratti, Fondazione Gianmaria Buccellati, Fondazione Kokocinski, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Aurum, Fondazione Ugo da Como, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Casina delle Civette - Musei di Villa Torlonia, Fondazione Roma, Veneranda Fabbrica di San Pietro, Musei Vaticani.
A partire dal 2013, intenso – tanto sul fronte scientifico che artistico - il sodalizio con la Fondazione ‘Il Vittoriale degli Italiani’. È curatrice della mostra ‘D’Annunzio e l’Arte del Profumo. Odorarius Mirabilis’ (da marzo 2018, in occasione dell’80° anno della scomparsa del Vate) con la scenografia del Maestro Pier Luigi Pizzi. Contestualmente all’esposizione, per il marchio Vidal ha ideato la linea ‘Odorarius Mirabilis: i profumi di d’Annunzio’ comprensiva di quattro fragranze: ‘Aqua Nuntia’, visione dell’antico; ‘Ermione’, gioia spirituale; ‘Divina Musa’, irradiazione del mistero; ‘Il Piacere’, inno alla voluttà, presentata il 1 giugno 2017.
Vincitrice della ‘Biennale Giovani’ (‘Le donne del garbo’, Marsiglia 1990) e del ‘Premio Montale’ giovani (‘Gli arcobaleni sul tappeto’, Scheiwiller 1994), da sempre abbina all’attività scientifica quella artistica, come voce narrante e ispirata paroliera. Ha scritto odi, ballate e oratori per Aldo Coppola (Calendario L’Oréal, 2003), Valeria Scuteri (‘Ballata sopra le mani delle donne’, 2010; ‘Saprà per amore ricomporsi’, 2012); Antica Profumeria Al Sacro Cuore (‘Fior di Pelle’, 2011); Antonio Violetta (‘La Giganta’, 2013); Antonia Ciampi (‘Archivio della Rosa’, 2013); Octavia Monaco (‘L’oracolare del tempo: l’infocolare indomito del firmamento’ 2014; ‘Inda Angelica Fiamma’, 2014; ‘L’Egitto era mia madre. Parto sciamanico in blu’, 2015); Patrizia Garavini (‘Armilustrium: l’Albero Guerriero’, 2014 Aurum di Pescara; maggio 2016, Il Vittoriale degli Italiani); Giuseppe Mestrangelo (‘Luminarie delle Vele’, 2016; per Art City 2016).
Tra le decine di ‘lectures’, ha recitato per Sua Eminenza Venerabile Lama Tibetano Ghesche Ghiampa Ghiatzo (Bologna 1998), ne ‘La Passione’ di Mario Luzi (Ravenna 2000, chiesa di san Francesco, celebrazioni per il Giubileo 2000, alla presenza del Poeta), per ‘Dumìa’ (La Casa del Silenzio, installazione temporanea, Torino 2002) cupola ricalcante il modello di ‘Nevè Shalom/Wahat al-Salaam’, tempio interreligioso costruito alla porte di Gerusalemme, più volte candidato al Nobel per la Pace. Alle celebrazioni indette per “d’Annunzio 150” ha fatto rivivere le pagine dal Vate dedicate a Nicolò dell’Arca (‘D’Annunzio e il vortice del Compianto’, Bologna, chiesa di Santa Maria della Vita, 8 novembre 2013). Ha partecipato alla mostra ‘La Passione di Cleopatra. Visioni e Maschere di Arnaldo Pomodoro’ (Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, 24 giugno – 18 settembre 2016), nella doppia veste di storica dell'arte e voce narrante; in un preludio scenico dedicato ai versi pronunciati -spirando- dalla celebre regina egiziana.

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