martedì 16 gennaio 2018

Trans-Mongolia & Trans-Siberiana / Diario di viaggio in treno da Hong Kong a Modena



Trans-Mongolia & Trans-Siberiana

Diario di viaggio in treno da Hong Kong a Modena

17 LUGLIO 2011, 

La transmongolica è la linea ferroviaria che, partendo da Pechino, attraversa la Mongolia e si inoltra sino alla Siberia Orientale. La transiberiana invece da Vladivostok, sulla costa del Mar del Giappone, attraversa tutta la Siberia fino a Mosca e viceversa. Le due linee ferroviarie si congiungono a Ulan Ude, nei pressi del Lago Bajkale.
Sono atterrato a Hong Kong a metà luglio; non avevo mai visto tanti turisti per le strade dell’ex colonia britannica. Nel Borneo, da dove sono appena arrivato, non esiste certo questa frenesia per lo shopping ma, porto franco o alta stagione che sia, questa massiccia presenza si giustifica in buona parte col boom turistico della Cina. Molti sono gli italiani, anche se, purtroppo, solo una piccola percentuale si avventura oltre gli itinerari classici dei dintorni. Coloro che, dopo una vacanza in Oriente, desiderano fare ritorno in treno non sono più obbligati a recarsi nel costosissimo Giappone, dove solo il soggiorno in attesa dei vari permessi di transito per la transiberiana porta il viaggio a costi elevati.
Da qualche anno, grazie all’apertura della Cina nei confronti del turismo individuale a basso costo, è possibile coprire la distanza da Hong Kong all’Europa e viceversa con poca spesa su comodi treni. Il tratto da Hong Kong a Pechino (Beijin) è da considerarsi un viaggio di trasferimento, poiché è nella capitale che si sbrigano tutte le formalità per salire sul treno diretto in Occidente. Sono comunque due giorni di viaggio interessanti poiché si ha l’opportunità di osservare come si muovono i cinesi, generalmente molto schivi e riservati, o come non si muovono in quanto passano intere giornate seduti a giocare a carte, mangiare o lavarsi senza mai alzarsi.
La sensazione generale per i viaggiatori indipendenti che, giunti a Pechino, vogliono fare questa esperienza, è, per i primi giorni, di smarrimento. Sapere quale prassi seguire per le prenotazioni, i visti, ecc., in una città dove si parla solo cinese può diventare problematico. Nella capitale, come in tutta la Cina, si può scegliere liberamente in quale hotel alloggiare e, fra questi, parecchi sono di classe popolare pieni di giovani occidentali che viaggiano al risparmio. Molti fanno ritorno in treno, altri invece arrivano con lo stesso sistema. Questi alberghi sono degli ottimi ritrovi per conoscere persone e avere scambi di informazioni utili sulle procedure da seguire o altre di ordine quotidiano.
Il biglietto da Pechino all’Europa acquistato in agenzia costa 250 dollari americani, ma quasi tutti lo comprano dagli studenti polacchi per soli 150. I polacchi durante il periodo delle vacanze estive arrivano a Pechino con pacchi di biglietti acquistati a Budapest, dove costano molto meno (US$ 70 circa), per rivenderli. Il profitto è per entrambi: venditori e acquirenti. Il treno ha tre classi (deluxe, soft e hard) che in modi diversi sono comunque tutte confortevoli. Il treno internazionale della transmongolica parte da Pechino tutti i mercoledì alle 7,45 e giunge a Mosca il lunedì successivo attorno alle 11,45 (ora locale). Attraversa la Mongolia e si congiunge con la linea ferroviaria della transiberiana a Ulan Ude, in Russia. La transiberiana termina a Mosca e sino a quel momento non si cambia treno. La cuccetta e lo scompartimento assegnati fin da Pechino, diventano “la propria abitazione” per oltre 5 giorni. L’intero treno, una ventina di vagoni, è occupato da soli turisti, circa 600-700 individui di svariate nazionalità ed è un peccato constatare che Valentina, la mia ragazza, ed io siamo gli unici italiani presente. Ogni vagone ha due bravi ‘cuccettisti’ cinesi che tengono in ordine e puliscono per tutta la durata del viaggio. Al mattino portano un gigantesco thermos d’acqua calda per fare tè o caffè, ma serve anche per lavarsi. La temperatura, anche nella Siberia orientale, supera i 30°C durante il giorno, mentre si abbassa parecchio di notte.
Con questo caldo è difficile immaginare che tra meno di un mese inizieranno le prime nevi. L’unico inconveniente è la polvere che entra dai finestrini sporcando inevitabilmente tutto e tutti, mentre non è poi così facile potersi lavare. Il timore generale, alla vigilia della partenza, era quello di annoiarsi. Timore rivelatosi totalmente infondato, dal momento che siamo stati anche troppo indaffarati. Tra l’osservare i suggestivi paesaggi legati a episodi della letteratura russa, le soste alle stazioni, le foto, i pasti eccellenti con caviale fresco al vagone ristorante, i cosmopoliti party notturni con champagne cinese, la conversazione, i canti e i giochi, il viaggio è stato piacevole ed intenso, i giorni sono volati e alla fine a molti quasi dispiace di essere arrivati. Una volta giunti a Mosca, ognuno prosegue per la propria destinazione: chi va a Helsinki, chi a Berlino, Parigi o Londra. Personalmente ho preso il treno per Varsavia lo stesso giorno e ho proseguito poi per Vienna, Bologna e infine l’11 agosto, dopo 8 giorni dalla partenza da Pechino e 10 di treno da Hong Kong, scendo alla stazione di Modena.
Relax intenso
Una cosa bella riguardo il viaggio è che dopo un paio di giorni l’intero treno diventa come una grande famiglia, si parla con tantissimi viaggiatori di diverse nazionalità. Ognuno ha una storia, una teoria, un tragitto da suggerire, le proprie esperienze da raccontare. Tutti sono ben disposti a conversare e a fare amicizia. Bevi un caffè nel loro scompartimento e dopo loro passano a bere un caffè nel tuo. In genere si usa un abbigliamento confortevole e pratico, alcuni rimangono in pigiama fino a tardi e questo rafforza l’atmosfera casalinga e di estrema rilassatezza che si respira sul treno. Certo, nello scompartimento si è obbligati a convivere con altre persone ed è abbastanza importante avere una compagnia gradevole. Ad esempio, la ragazza svedese del vagone successivo ha girato per un paio di mesi la Cina in treno senza problemi, ma ora gli è capitato di dividere gli spazi con tre inglesi che fanno colazione a base di birra e si lamenta. Col passare delle ore le amicizie, così come il proprio spazio vitale, si consolidano. Già durante la lunga sosta alla frontiera mongola di Erlian (causata dal cambio di scartamento dei binari più larghi) i passeggeri si distraggono ballando nell’inaspettato e curioso salone dotato di impianto stereo acceso a tutto volume, tipo discoteca.
Quando l’ufficiale mongolo si esibisce con estrema disinvoltura a centro pista, la sala esplode con uno scrosciante applauso che rompe definitivamente il ghiaccio e accomuna tutti i viaggiatori. La varietà dei paesaggi che si susseguono dal finestrino catalizza comunque buona parte delle giornate: la Grande Muraglia, il deserto del Gobi, la vasta pianura mongola, dove si ha la sensazione di essere in the middle of nowhere, nel mezzo di un nulla indefinito, la steppa siberiana, i laghi o la catena degli Urali, col monumento che indica il confine tra Asia e Europa. Poi ci sono le fermate alle frontiere, che consentono di cambiare valuta e fare acquisti, le cene, e subito dopo cominciano i party serali, molto divertenti proprio per la particolarità internazionale dei partecipanti (americani, tedeschi, inglesi, francesi, svizzeri, olandesi, canadesi, svedesi, irlandesi, australiani, neozelandesi, giapponesi e qualche russo): una vera babele di lingue. Un giovane uomo americano è continuamente conteso per le traduzioni, perché parla bene cinese e russo, mentre il francese dello scompartimento accanto lavora da anni in Giappone e conosce perfettamente quella lingua, ma non sono gli unici. E’ sorprendente costatare quanti ragazzi conoscono una lingua orientale. Le bevande alcoliche intanto scorrono a fiumi e le sbornie fanno il resto, creando situazioni davvero spassose. Verso le dieci passa poi il russo armato di chitarra e vodka coreana e le ore piccole scivolano leggere e in allegria.
Informazioni pratiche
La maggiore concentrazione di giovani viaggiatori occidentali, e di ragazzi che cambiano valuta al mercato nero, la trovate attorno al Chongwenmen Hotel, nei pressi della stazione centrale di Pechino. Nella stessa zona, di fianco allo Xinqiao Hotel, ma anche di fronte al popolare Friendship Store (Janguomenwai Av.), danno a noleggio biciclette per meno di un dollaro al giorno, il mezzo più adatto ed economico per girare la città e giungere alle ambasciate per i visti.
La via ufficiale per acquistare il biglietto a Pechino è presso l’agenzia statale CITS (China International Travel Service), 103 Fuxingmennei Avenue (tel. 86-10-66011122; per informazioni o prenotare da casa, consultate il sitoweb www.cits.net), poco a ovest della Piazza Tien An Men. La procedura da seguire è la seguente: prima si prenota il posto sul treno al CITS versando un acconto, poi si utilizza la prenotazione per chiedere il visto di transito, che qui chiamano express visa, all’Ambascita della Russia (US$ 20), e a seguire all’Ambasciata della Mongolia (US$ 25), dove accettano solo valuta statunitense. Portatevi sette foto tessera a testa. L’Ambasciata russa è aperta al mattino da lunedì a venerdì (9-12.45), mentre quella mongola solo nelle mattinate di lunedì, martedì e venerdì (8-10). C’è un po’ da correre, ma in 3-5 giorni si riesce a fare tutto. Una volta in possesso dei tre visti, si torna nuovamente al CITS per completare il pagamento e ritirare il biglietto. In caso di problemi coi visti il CITS rimborsa l’acconto, purché ciò avvenga almeno due giorni prima della partenza indicata nella prenotazione.
La sistemazione in classe deluxe costa l’equivalente di US$ 336; in soft US$ 278 e in hard US$ 194. In aggiunta si deve pagare la tratta oltre Mosca: Varsavia US$ 58, Budapest US$ 68, Praga US$ 88, etc. I prezzi indicati sono per la hard, in deluxe raddoppiano. La deluxe consiste in uno scompartimento con due lettini ed una toilette divisa con gli occupanti dello scompartimento accanto. La soft ha quattro letti a castello e la toilette pubblica, mentre la hard è simile ma con la cabina ed i letti leggermente più piccoli. In quest’ultima, cercate di scegliere quelli superiori, poiché in basso lo spazio è ulteriormente ridotto dagli schienali che sporgono.
La cancellazione, il cambio di data o di classe è soggetta ad una penalità pari a US$ 30. Nel periodo estivo il treno è spesso completamente prenotato, ma non disperate: affacciatevi 3-4 volte al giorno in agenzia chiedendo di rimediarvi un posto qualsiasi e in breve dovrebbe saltare fuori qualche promessa. Accennare a un’eventuale ‘extra’ aiuta. Le cancellazioni sono abbastanza frequenti e i posti che si liberano vengono assegnati solo a chi ha la costanza di insistere un po’ di più. Se mirate a un viaggio in deluxe, ma non esistono posti disponibili al momento, è consigliabile prendere qualsiasi posto libero e una volta sul treno, con una mancia al cuccettista ci sono buone probabilità di salire di classe. Nella soft e in particolare nella hard, si è a contatto con la gente e la dimensione è più vivace, mentre nella deluxe si vive il viaggio in maniera più discreta e appartata. Unisce tutti il vagone ristorante, punto d’incontro quasi obbligato per ogni componente del treno. In rapporto alla situazione e al costo, il cibo è eccellente in tutti e tre i ristoranti che si susseguono lungo il percorso: cinese e mongolo US$ 3 a pasto e russo US$ 5. Sandwich, pane, dolci, uova bollite, frutta di stagione e verdure, sono facilmente reperibili durante le soste alle stazioni, spesso affollate da venditori ambulanti. Ogni tanto passa per i vagoni qualche indigeno a proporre cambi valuta convenienti o bevande alcoliche di produzione locale; sul treno si sono lamentati piccoli furti e di regola non si lascia mai lo scompartimento totalmente incustodito.
A Mosca si arriva alla stazione Yaroslavski; chi prosegue per Varsavia (partenza ore 16.30) deve trasferirsi in taxi alla stazione Byeloruski, dov’è necessaria la riconferma del biglietto. Qui si rischia di perdere parecchio tempo per la mancanza della più elementare organizzazione: allo sportello interessato non esiste una fila ordinata, ma una ressa di gente che spinge e sgomita senza ritegno. Si avanza un metro e basta rilassarsi un attimo per indietreggiarne due. Preparatevi ad essere rudi o incaricate qualcuno, diversamente non ce la farete a prendere il treno lo stesso giorno. Il visto di transito russo è valido 9-10 giorni, di conseguenza, i viaggiatori che lo desiderano possono soffermarsi per un paio di giorni senza problemi. Giunti alla stazione Dworzec centralny di Varsavia si acquista il biglietto per l’Italia.



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