lunedì 28 agosto 2017

Charlize Theron / “La mia sfida da agente segreto: raccontare una storia con il corpo”



Charlize Theron: “La mia sfida da agente segreto: raccontare una storia con il corpo”

L’attrice è “Atomica Bionda”: credo sia un retaggio dei miei anni da ballerina

LOS ANGELES
Sono un po’ di anni che Charlize Theron non è più vista semplicemente come la bellezza di turno. Non che la sua avvenenza sia sfiorita: a 42 anni, con quel suo metro e 79 di lineamenti perfetti, con quella postura sinuosa e con quello sguardo che ti dice subito che oltre a essere una donna intelligente ha anche vissuto e sofferto, l’attrice sudafricana è una di quelle che hanno contributo a ridefinire l’idea della quarantenne contemporanea.  

A vent’anni da quando è arrivata a Hollywood conscia di essere troppo alta per inseguire il suo sogno di diventare ballerina e senza un dollaro in tasca, la Theron ha confuso pubblico e produttori con al sua versatilità. Glamour e bellezza, ma anche drammi come Le regole della casa del sidro e Woody Allen (Celebrity), fino al 2003 quando si è spogliata del suo sex appeal, ha acquistato 15 chili e con Monster ha vinto il suo Oscar. 

La Theron ha anche interpretato una serie di donne letali, dimostrando in modo definitivo che l’altra metà del cielo può stare perfettamente al centro di un film di azione. È stata Ravenna in Biancaneve e il cacciatore. È stata l’indimenticabile Imperator Furiosa dell’ultimo Mad Max, una guerriera indomabile con un solo braccio. Ora è Lorraine Broughton, la protagonista oltre che la produttrice di Atomica Bionda: una spia del M16 nella Berlino pre-caduta del Muro che indossa tacchi a spillo, è sempre sexy ed elegante e sa anche essere un’assassina estremamente e visceralmente efficiente. Come un altro celebre agente segreto al Servizio di Sua Maestà. Tanto che c’è chi sostiene che il prossimo Bond dovrebbe essere lei: Charlize Theron. 

Charlize Theron


Charlize, lei ha già dimostrato che con l’azione ci sa fare, ma qui siamo a un altro livello.  
«Non avrei dedicato così tanto tempo a questo progetto se non ci avessi visto una nuova sfida. E gran parte di questa sfida è stato il raccontare una storia con la fisicità. Ci sono molti film di azione con scene di lotta, ma ci sono pochi film-makers in grado di raccontare una storia attraverso corpo e movimenti. Questo mi affascina molto. Deve essere un retaggio di tutti i miei anni da ballerina, il mio primo impatto con l’idea di raccontare una storia senza usare la parola, ma il corpo». 

«Atomica Bionda» segue il successo di «Wonder Woman» diretto da quella stessa Patty Jenkins che le ha fatto vincere l’Oscar con «Monster». Pensa si stia aprendo una nuova era per le donne nel cinema?  
«È una questione complessa, parte di un’onda che va e che viene. Ricordo la prima volta che vidi Sigourney Weaver in Alien. Il personaggio di Ripley risvegliò qualcosa in me. Il pubblico reagisce, seguono altri film. Ma poi appena un film con una donna protagonista va male smettono e nessuno vuole più affrontarli. È ancora tutto molto difficile. Per tanto tempo hanno pensato che alle donne il genere azione non interessasse, ma è stato statisticamente provato che le donne amano l’azione e giocano con i videogames. Tornando a me, quando mi hanno mandato la graphic novel che ha ispirato questa storia mi è scattato un qualcosa che mi ha fatto dire: voglio fare questo film e voglio svilupparlo. Come un’amante del cinema, come una che avrebbe voluto vedere un film così». 

Pensa che dopo “Wonder Woman» sia arrivato il momento delle donne registe di film d’azione?  
«Sarebbe bello se questo momento potesse continuare. Un film come Wonder Woman, dal grosso budget, ha fatto toccare con mano agli studios questa possibilità. Le donne possono fare bene, se non meglio». 



Nessun commento:

Posta un commento