Lo «sceicco» della Val Brembana
e lo yacht di Dodi con Lady D
Jonikal, scafo dell’ultima vacanza,
era di Edoardo Polli, patron della Manifattura
di Donatella Tiraboschi
17 agosto 2017
«Era lo Jonikal di Edoardo Polli, soprannominato lo “sceicco” della val Brembana”». Estate 1997. Sono passati vent’anni da quei giorni ferragostani che gli segnarono la vita, professionale e non, ma Mario Brenna, fotografo comasco, ricorda ogni dettaglio: lo fa in un’intervista a Giorgio Gandola su «La Verità». E parla perfino del soprannome del primo proprietario dello Jonikal, lo yacht-capolavoro d’ingegneria e bellezza navale che quel (per lui, fortunato) giorno stazionava al largo dell’Isola di Cavallo in Sardegna. A bordo, innamorati, Lady Diana e Dodi Al Fayed. Ore di appostamenti, pazienza, tecnica e fortuna si condensarono negli scatti e nello scoop del «bacio del secolo» tra la principessa triste ed il miliardario egiziano, che finirono sui giornali di mezzo mondo e valsero a Brenna notorietà e una vagonata di centinaia di milioni di lire. Protagonista, in una storia d’amore appena sbocciata e subito tragicamente finita, un’alcova galleggiante considerata a tutt’oggi una delle 100 barche più grandi al mondo. E sullo sfondo, proprio come la scritta Jonikal nella foto che immortala Lady D in costume intero, seduta sulla pedana di poppa, la figura di Edoardo Polli, patron della Mvb, Manifattura Valle Brembana.
Una saga famigliare, zognese doc, che per oltre 100 anni ha segnato il destino di generazioni di bergamaschi, per decenni così florida da giustificare, in capo al nipote del fondatore, ai tempi direttore generale ed amministratore delegato, quel soprannome. Se il tessile era il petrolio delle nostre valli, Polli poteva davvero essere considerato uno sceicco. Per il quale fu facile innamorarsi dello Jonikal, varato nel 1990 e armato da Ugo Codecasa, una delle più prestigiose firme della cantieristica italiana. Progetto dell’architetto navale Vincenzo Ruggiero, 64 metri di lunghezza, 11 di larghezza, strutturato su tre piani, per dimensioni, all’epoca, il sesto più grande yacht in Italia. Conquistato dall’esclusività del brand del cantiere navale («Happiness is possessing a Codecasa») appassionato di motori e di velocità (sia in aria che per mare), l’allora 43enne Edoardo non esitò a mettere mano al portafoglio e a staccare un assegnone. La cifra rimase top secret. Si parlò di 17 miliardi di lire, esborso non certo da patema d’animo per Polli che, in azienda dal 1974, in quegli anni cavalcava un’onda altissima. Un’espansione che nel 1987 lo porta alla guida di un gruppo con 22 aziende per 2.900 dipendenti e 400 miliardi di fatturato. Ma ad Edoardo non basta.
Nel 1989 entra con una prima quota del 20% nella Legler ed è proprio nel luglio di quell’anno che viene comunicata l’alleanza tra i due gruppi che porta alla nascita di un colosso da oltre 800 miliardi di lire, leader italiano in molti segmenti dell’attività cotoniera. Ai vari shopping aziendali di quel periodo, ivi compresa l’avventura calabra del Gruppo Tessile di Castrovillari, Edoardo Polli aggiunge anche lo Jonikal che, battente bandiera inglese, dopo il battesimo dell’acqua, il 7 aprile 1990, prende il largo. Ma è la Mvb che comincia a navigare in acqua agitate. La crisi scoppia dopo la recessione del 1991: le entrate calano ed il debito cresce, tanto che alla fine è necessario un accordo con le banche alle quali Edoardo Polli aveva fatto forte ricorso nelle sue conquiste industriali. Addio, Jonikal. Le difficoltà finanziarie costringono Polli alla vendita del gioiello che viene acquistato da Mohammed Al Fayed, si favoleggiò per una cifra monstre di 65 miliardi di lire. Dal 2000 il magnate egiziano sta cercando di vendere (per una cifra intorno ai 40 milioni di dollari) il panfilo che ora ha cambiato nome. Si chiama Sokar, nome egiziano che significa «dio falco» e, sempre nei cantieri viareggini, è stata sottoposta a diversi restyling che ne mantengono inalterata signorilità e lusso: 18 camere per gli ospiti, tra cui 9 stanze matrimoniali e le cuccette per i 14 membri dell’equipaggio.
Sokar, che svolge servizio charter nel mar Mediterraneo e nel mar dei Caraibi per conto di una compagnia di yatching service mondiale con base a Montecarlo, approda spesso nei porti italiani. Non è uno yacht che passa inosservato. Per il fascino e la storia leggendaria, come quella che vuole che ci siano ancora i capelli di Lady D attaccati per errore con una vernice ad una parete e mai tolti per ricordarla. Un destino infelice che ha accompagnato anche la saga dei Polli e la Mvb fallita due anni fa. Il gruppo nel 1994 infatti si divide, da una parte la Legler con Edoardo Polli e dall’altra la Mvb dove ritorna alla guida lo zio di Edoardo, Vincenzo. Ma il vento soffia infido. Il giovane Vincenzo Andrea che sta risollevando la Mvb da diverse traversie, muore in un incidente motonautico a 37 anni nel 2002. Un anno fa, ad agosto, la morte di Alexander, 31 anni, figlio di Edoardo e della modella norvegese Ilde, in un lancio nel vuoto con il base jumping. Aveva confessato di essere «terrorizzato all’idea di morire».CORRIERE DELLA SERA
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