venerdì 8 maggio 2020

Stephen King / «Cosa mi spaventa? Sentire al telefono chi non c’è più»


Stephen King: The Rolling Stone Interview - Rolling Stone

Stephen King: «Cosa mi spaventa?

Sentire al telefono chi non c’è più»


Lo scrittore spiega quali sono le radici delle nuove storie in cui esorcizza i fantasmi della nostra vita quotidiana. Fra iper-connessione, paura della morte, ricerca di conforto. E recita la vecchia filastrocca delle sue quattro zie

di Luca Mastrantonio
8 maggio 2020


Stephen King: «Cosa mi spaventa? Sentire al telefono chi non c'è più»Stephen King, fotografato nell’agosto 2013 all’interno della sua abitazione (foto Steve Schofield/Contour by Getty Images)
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I libri che lasciano senza fiato, fa dire J.D. Salinger al giovane Holden, sono quelli che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue, vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Ecco, se facessimo tutti così, Stephen King riceverebbe migliaia di telefonate al giorno e non potrebbe più vivere, né scrivere. Eravamo a migliaia mercoledì 29 aprile a seguirlo su YouTube a colloquio con John Grisham. In tanti, con una strana sensazione: quella di vivere in una situazione simile a quella immaginata in L’ombra dello scorpione, dove King racconta di un virus che ha decimato la popolazione e gettato tutti nel caos. «Ho scritto The stand nel 1978 e da allora stava solo aspettando di accadere. Il fatto che nessuno sembrasse preparato, mi stupisce ancora. Era inevitabile prima o poi in una società come la nostra dove il viaggio è una parte essenziale della vita quotidiana», ha detto King alla National Public Radio, parlando della sua nuova raccolta di racconti, Se scorre il sangue, che in Italia uscirà il 12 maggio (su YouTube l’ha presentata con una mascherina blu e squali bianchi disegnati).
Il nuovo romanzo bloccato dal Covid-19




La copertina americana del nuovo libro di Stephen King
La copertina americana del nuovo libro di Stephen King

Per il nuovo romanzo, bisognerà aspettare l’anno prossimo. Era a buon punto, ma poi è arrivato il coronavirus: «Avevo immaginato una coppia che nel 2020 va in crociera, ma ho dovuto retrodatare il viaggio: non credo che qualcuno andrà in crociera quest’anno». King non sa come sarà il dopo Covid-19, ma ricorda come sua madre gli raccontava la Grande Depressione («lascia una cicatrice, il trauma alle spalle») e immagina, di conseguenza, come il presente verrà rievocato, da sua nipote, per esempio: «Lei non può vedere i suoi amici, solo su Skype ogni tanto, è bloccata in casa. Quando sarà grande e sua figlia si lamenterà “Oh mio Dio, che noia, non posso uscire”, mia nipote potrà dire “Avresti dovuto esserci nel 2020, perché siamo stati bloccati in casa per mesi! Non potevamo uscire. Eravamo terrorizzati dai germi” ».
«DA RAGAZZINO HO VISTO UN FILM, O ERA UN
PROGRAMMA TV, IN CUI UN TIZIO HA PAURA DI VENIRE
SEPOLTO VIVO E SI FA METTERE UN CITOFONO NELLA CRIPTA»
Nessuno come King oggi sa raccontare l’ansia e l’orrore che può catturare ognuno di noi, tanto in un canale di scolo di una cittadina del Maine, da dove sbuca il pagliaccio di It, quanto in una cattedrale sulle montagne del Colorado, come l’hotel spettralmente vuoto di Shining, per citare solo un paio di romanzi di King. Che pure con la misura più breve sa entrare nell’immaginario delle suoi lettori, di varie generazioni: lo sappiamo dai tempi di The Body , da cui fu tratto il film Stand by me. Ricordo di un’estate. Anche in questi nuovi racconti King bordeggia al limite dell’orrore, mostrando gli sconvolgimenti interiori innescati da piccole grandi catastrofi del mondo reale. Ci sono telefoni che squillano anche se i loro proprietari sono morti ( Il telefono del signor Harrigan ), giornalisti sospettosamente in anticipo sulla scena del crimine e su cui indaga una vecchia conoscenza dei lettori di King, l’investigatrice Holly Gibney ( Se scorre il sangue ), cartelloni pubblicitari con misteriosi messaggi di auguri mentre un terremoto ha sconquassato gli Usa inabissando la California e facendo saltare Internet ( La vita di Chuck ); scrittori a corto di immaginazione che stringono un patto con il diavolo ( Il Ratto, dove King ha inventato una conferenza di Franzen).
Stephen King in sella alla sua moto davanti al cancello della sua celebre villa a Bangor, nel Maine (foto Ted Thai /The Life picture collect. via Getty Images)Stephen King in sella alla sua moto davanti al cancello della sua celebre villa a Bangor, nel Maine (foto Ted Thai /The Life picture collect. via Getty Images)
L’anticipazione per i lettori di 7

Nel testo che anticipiamo per i lettori italiani, parte del racconto Il telefono del signor Harrigan, vita e tecnologia si fondono fino all’inverosimile. King indaga il rapporto fisico e metafisico che abbiamo con i cellulari: l’iper-connessione e le sue chimere. Il protagonista è Craig, un adolescente che lavora per il signor Harrigan, cui regala un iPhone. Alla morte dell’uomo, il ragazzo infila il telefono nella sua giacca, un obolo per l’aldilà. Cosa succede? Non vi anticipiamo nulla, ma il cellulare pare un tramite tra Craig e il signor Harrigan, realizzando quello che tutti noi, almeno una volta nella vita pensiamo se una persona cara scompare e ci ritroviamo il numero in rubrica: se la chiamo, cosa succede? Ci si spaventa da morire, racconta King in una nota in coda al libro, dove confessa di inventare spiegazioni quando gli chiedono le fonti di ispirazione. Questa volta, assicura, vuota il sacco. «Quando mia madre, o una delle mie quattro zie, vedeva una donna spingere una carrozzina, capitava spesso che recitasse una filastrocca che aveva imparato dalla sua, di madre: “Da dove sbuchi, ragazza mia? Dal nulla, o ti sei persa per la via?” Capita anche a me di pensare a questi versi, quando qualcuno mi chiede da dove ho preso l’idea per una delle mie storie. Spesso non conosco la risposta, il che mi crea imbarazzo e anche un po’ di vergogna (dev’essere senza dubbio frutto di qualche complesso sviluppato durante l’infanzia). A volte rispondo onestamente (“Non ne ho idea!”), ma in altre occasioni mi invento una cazzata, fornendo a chi mi ha fatto la domanda una spiegazione soddisfacente e quasi razionale, con una causa e un effetto. Stavolta, però, cercherò di essere onesto».
Metti un citofono nella cripta
D’altronde, l’idea su cui ruota Il telefono del signor Harrigan si è sedimentata nel tempo: «Può darsi che da ragazzino abbia visto un film — probabilmente uno degli horror prodotti dalla American International che davano al cinema Ritz di Lewiston, dove andavo in autostop con il mio amico Chris Chesley — in cui un tizio aveva così tanta paura di essere sepolto vivo che si faceva installare un telefono nella cripta. O forse potrebbe essere stato un episodio di Hitchcock presenta Hitchcock. Comunque sia, l’idea ha continuato a frullare nella mia mente fantasiosa di ragazzino: un telefono che squillasse nel regno dei morti. A distanza di anni, dopo che un mio caro amico era morto all’improvviso, ho chiamato il suo cellulare solo per sentire la voce ancora una volta. Invece di trarne conforto, mi sono spaventato a morte. Non l’ho mai più fatto, ma quella telefonata, insieme al ricordo infantile, è il seme da cui è germogliato il racconto».
«ADORO IL BALLO E IL MODO IN CUI LIBERA LA
MENTE E IL CUORE DELLE PERSONE. TANTO DI UN
MUSICISTA DI STRADA QUANTO DI UOMO D’AFFARI»
Stephen King con la famiglia in una spa a Bangor, città americana del Maine, dove vive con la moglie e i figli (foto Ted Thai /The Life picture collect. via Getty Images)Stephen King con la famiglia in una spa a Bangor, città americana del Maine, dove vive con la moglie e i figli (foto Ted Thai /The Life picture collect. via Getty Images)
L’eterno presente digitale ci intrappola
Oggi viviamo immersi, a volte persi, nel digitale. Sembra un eterno presente, in cui non bisogna farsi intrappolare. «È stato divertente tornare a un periodo in cui i cellulari in generale e l’iPhone in particolare erano ancora agli albori. Nel corso delle mie ricerche, l’esperto di informatica al quale ricorro sempre, Jake Lockwood, ha comprato un iPhone di prima generazione su eBay e l’ha rimesso in funzione. È qui vicino a me, mentre scrivo questa nota. Posso andare su Internet, seguire l’andamento della Borsa e le previsioni del tempo. Non posso usarlo per telefonare perché è un 2G, e questa tecnologia è morta come le videocassette Betamax». Il racconto La vita di Chuck è nato da un’idea che non si sapeva spiegare. «Un giorno mi è venuto in mente un cartellone pubblicitario con il titolo “Grazie, Chuck!”, la foto di un tizio e le parole “39 splendidi anni”. Credo di aver scritto la storia per scoprire a cosa alludesse il cartellone. Sono convinto che ciascuno di noi — dai re e i principi a quelli che lavano i piatti alla Waffle House o alle ragazze che cambiano le lenzuola nei motel sull’autostrada — contiene il mondo intero».
Una storia di ballo ispirata a Fatboy Slim
King fa ballare un uomo d’affari con un musicista, una scena innescata su un ricordo reale di Boston. «Ho visto un uomo che suonava la batteria in Boylston Street. La gente gli passava davanti senza quasi degnarlo di un’occhiata, e il cestino vicino a lui (non un cappello magico) languiva quanto a offerte. Mi sono chiesto che cosa sarebbe successo se qualcuno, il classico uomo d’affari, per esempio, si fosse fermato e avesse cominciato a ballare, come Christopher Walken nel video di Fatboy Slim, Weapon of Choice. Adoro il ballo e il modo in cui libera la mente e il cuore delle persone, e scrivere la storia è stata una gioia».
Dieci titoli imprescindibili che raccontano la straordinaria carriera di Stephen King, autore di più di 50 romanzi, oltre a raccolte di racconti e saggi. Le date si riferiscono alla pubblicazione negli Stati Uniti, le copertine alle edizioni italianeDieci titoli imprescindibili che raccontano la straordinaria carriera di Stephen King, autore di più di 50 romanzi, oltre a raccolte di racconti e saggi. Le date si riferiscono alla pubblicazione negli Stati Uniti, le copertine alle edizioni italiane
I FILM TRATTI DAI LIBRI DI KING
Carrie. Lo sguardo di Satana di Brian De Palma
Shining , di Stanley Kubrick
Stand by me. Ricordo di un’estate di Rob Reiner
Misery non deve morire di Rob Reiner
Le ali della libertà di Frank Darabont
CARTA D’IDENTITÀ
La vita — Stephen King (Portland, 1947) vive e lavora nel Maine con la moglie Tabitha e la figlia Naomi. I suoi bestseller hanno venduto 500 milioni di copie in tutto il mondo e ispirato registi come Stanley Kubrick e Brian De Palma. Tra cui Shining, L’ombra dello scorpione, A volte ritornano, It, Il miglio verde, Blaze e 22/11/63
Il libro — Il testo pubblicato su 7 di questa settimana (in edicola l’8 maggio e in Pdf sulla Digital edition fino al 14 maggio) sarà presente nel nuovo libro Se scorre il sangue (trad. Luca Briasco) in libreria dal 12 maggio (Sperling & Kupfer editore). Quattro racconti lunghi sulla paura che si annida nella vita quotidiana. La sete di sangue di certi notiziari tv, la tecnologia che si è impadronita delle nostre vite, gli effetti sociali delle catastrofi naturali, le nuove incarnazioni del diavolo
CORRIERE DELLA SERA

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