domenica 15 marzo 2020

Wilbur Smith / l’incipit de «Il fuoco della vendetta»



Wilbur Smith: l’incipit de Wilbur Smith: l’incipit de «Il fuoco della vendetta»

Esce il 16 marzo per HarperCollins il nuovo capitolo della saga dei Courtney: in India, a Madras, nel 1754 due fratelli, Theo e Constance, stanno per scoprire il mondo e la vita

Fort St George, Madras, India, 1754.


I due ragazzi si arrampicarono sul muro per poi lasciarsi cadere nel giardino. L’aria della sera era pervasa dal profumo estivo di fiori di gelsomino e dell’olio di cocco che bruciava nelle lanterne. Lunghe ombre li tennero nascosti mentre si avvicinavano furtivi alla villa. Erano fratello e sorella. La ragazza, la primogenita, portava i lunghi capelli biondi sciolti sulla schiena, anche se presto, data l’età, le sarebbe stato richiesto un maggior decoro. Il sole indiano le aveva reso la pelle dorata. Aveva le curve di una donna, ma un morbido viso da ragazzina, pieno di malizia.


«Perché siamo venuti qui, Connie?», le chiese lui. Pur avendo un anno meno della sorella era più alto, cosa di cui andava molto fiero. Era di corporatura robusta e stava cominciando già ad assumere l’aspetto dell’uomo che sarebbe diventato. Aveva capelli rossi arruffati, vivaci occhi castani e un incarnato più scuro di quello della sorella, di un color bronzo, che poteva farlo passare per indiano come per europeo.



Wilbur Smith con Tom Harper,«Il fuoco della vendetta», traduzione di Sara Caraffini, in uscita il 16 marzo per HarperCollins, pp. 506, euro 22

Constance si accovacciò dietro un’anfora di terracotta. «Mr Meridew ha organizzato una riunione. Per soli uomini».


«Ma sarà la festa più noiosa del mondo», si lamentò Theo. «Vecchi che parlano del prezzo del cotone per tutta la sera».

«Non sono venuti per parlare d’affari. Ho saputo dalla mia acconciatrice, che l’ha saputo dalla sorella, la cui cugina fa la cuoca nella villa, che Mr Meridew ha ingaggiato una compagnia di giovani ballerine di natch. Mi hanno detto che sarà un evento così scandaloso che in pratica gli uomini non hanno parlato d’altro per tutta la settimana».


«Vuoi entrare di nascosto per vedere cosa fanno?». «Tu no?». «Certo, ma…». Theo non era un codardo, però era dotato di senso pratico. Per esperienza personale sapeva che se fossero stati colti in flagrante sarebbe stato lui il bersaglio della rabbia paterna.

Gli occhi verdi di Constance scintillarono. «Ti sfido», dichiarò. «Si dice che le ballerine di natch siano le donne più belle del mondo. Presto sarai maggiorenne, non sei curioso di vedere i misteri delle forme femminili?». Theo deglutì. La sorella era vestita secondo la moda indiana, fasciata da un sari dai colori accesi drappeggiato sulle spalle. Aveva imparato alla perfezione a destreggiarsi con la complessità dell’indumento, che le aderiva ai contorni del corpo consentendole una totale libertà di movimento. Sotto non portava niente, eppure poteva vantare un vitino più sottile di molte donne che si strizzavano in corsetti rigidissimi e busti di stecche di balena. I suoi giovani seni gonfiavano il tessuto.

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