lunedì 6 gennaio 2020

Sandro Becchetti / L’inganno del vero

Alfred Hitchcock
Sandro Becchetti


Sandro Becchetti 
L’inganno del vero

Di Cut-tv's mercoledì 22 novembre 2017 

Sandro Becchetti, l'inganno del vero e le sfumature più potenti e conflittuali del suo linguaggio fotografico

«... Questa per me è stata la fotografia: la menzogna, una componente essenziale della verità. Le mie macchine fotografiche contenevano, per me, intendo dire, tutte le immagini possibili, ma come le platoniche ombre contenevano anche il loro contrario»
Sandro Becchetti
Anche non condividendo orientamenti filosofico-culturali tanto radicali e relativisti da negare o mettere in discussione criticamente l'esistenza di verità assolute, o non dovendo fare i conti con l'universo iconografico che sceglie, seziona, mette in posa, ricostruisce e ritocca le immagini per renderle più vere del vero, è difficile non condividere le considerazioni di Sandro Becchetti sulla fotografia e "l'inganno del vero".
Considerazioni in parte smentite e in parte avvalorate dalle zone d'ombra e di luce colte dal celebre scatto di Pier Paolo Pasolini, con l'ode sepolcrale de Le ceneri di Gramsci in mano e lo sguardo ben aperto sulla consapevolezza della drammatica contraddizione vissuta nei confronti della società dalla quale si sente profondamente diverso. Lo sguardo senza tempo puntato sulle dolorose contraddizioni che albergano in ognuno di noi.



Il ritratto potente di un rapporto conflittuale, analogo a quello vissuto da Becchetti con la fotografia che dissimula, la società assuefatta e indifferente, un temperamento sensibile al chiaroscuro dell'esistenza, protagonista di poesie, racconti e soggetti per la tv.


Natalia Ginzburg

La stessa sensibilità che gli consente di fotografare l'anima tormentata di Pasolini e quella fascinosa di Laura Antonelli, le pose del Fellini più sornione e quella più annoiata di Alfred Hitchock, un Dustin Hoffman da 'corridoio' e il profilo 'già' iconico di Wahrol, la silhouette dei fratelli Taviani insieme ai funerali delle vittime di Piazza Fontana, i marinai greci e il soldato sefardita di Gerusalemme, fino al momento della sua scomparsa nel 2013.
«Spupazzati da madri-meduse che pietrificano i figli in una perenne adolescenza, gli italiani della mia generazione desideravano le ragazze ma, per timore, ignoravano le donne»
Sandro Becchetti


Sono ottatacinque ritratti di questi testimoni della nostra epoca e una selezione di venti scritti del fotografo, raccolti come una sorta di testamento spirituale ed intellettuale nelle pagine del volume "L’inganno del vero. Tracce di un percorso in soggettiva" edito da Postcart nel 2015, ad aver ispirato il viaggio espositivo curato da Valentina Gregori e Irene Labella per gli spazi del CAOS di Terni.
Da sabato 25 novembre 2017, Sandro Becchetti - L’inganno del vero porta in mostra gli aspetti più potenti e contrastanti del suo linguaggio fotografico, spaziando da Pasolini alla sua amata periferia, dai ritratti dei protagonisti dell'epoca ai paesaggi umbri, compresi alcuni inediti scattati negli anni '70 nelle Acciaierie di Terni, esposte a parte, nelle spazio della Project Room intitolata per l’occasione "La caduta degli dei" e dedicata agli aspetti più intimi e incisivi del lavoro del fotografo, con le foto alle pareti e gli oggetti più significativi della sua vita su un tavolo al centro della stanza.

Sandro Becchetti - L’inganno del vero
25 novembre 2017 – 4 marzo 2018
CAOS | Centro Arti Opificio Siri
Viale Luigi Campofregoso, 98
Terni





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