Chiara De Luca |
Chiara De Luca
Irma
Irma era la terza nonna honoris causa
nessuno lo sapeva ma lei era regina
della strada che abitavo da bambina;
con la vita fina e i fianchi danzanti
le gambe di giunchi e i gigli dei denti
e camelie di capelli cotonati con cura
attorno al capo come una corona,
Irma non perdeva un solo colpo
a bordo dalla bianca Cinquecento
quando in tacchi alti e completo elegante
lo smalto sulle unghie e il parasole sgargiante
partiva dritta e fiera verso il mare;
Irma che fingeva d’infornare
la mitica ciambella “superiore”
che dal pasticcere invece comprava
per noi bambini nel fine settimana;
Irma che diceva di parlare con i fiori
di non lasciarli mai nel silenzio da soli,
lei che riesumava ciclamini e vi spuntava
nel mezzo sorridente al davanzale
sporgendosi per invitarci a salire;
Irma che senza una ragione
un giorno mi ha donato il sole
giallo del mio piccolo tenore
Cippi il canarino che sapeva
scrosciare con la voce come un fiume
perdersi in onde e vortici nel mare
del suo assolo che sembrava risalire
infinito per sfumare quando il sole
tramontava con il capo sotto l’ala;
Irma che mi ha lasciata sola
quando ero già tanto lontana
da questa mia città così sorda o burlona.
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