giovedì 11 giugno 2015

Alberto Moravia / Vita e opere

Alberto Moravia
Alberto Moravia
Vita e opere

Alberto Pincherle, vero cognome di Moravia, nasce nella capitale il 28 Novembre 1907 dall’unione tra Carlo Pincherle, un benestante ebreo veneziano, e Teresa Iginia De Marsanich, cattolica, anconetana e di estrazione sociale decisamente più umile. All’età di soli nove anni, nel 1916, il piccolo Alberto si ammala gravemente ditubercolosi ossea, da cui riuscirà a guarire definitivamente solo verso la maggiore età, e non senza strascichi. La malattia lo costringe a letto per cinque lunghi anni, due dei quali trascorsi nel sanatorio dell’Istituto Codivilla di Cortina D’Ampezzo. L’infanzia di Moravia è dunque molto diversa da quella degli altri coetanei; la sua condizione di salute lo impedisce anche negli studi (dalla seconda media alla quinta ginnasio viene seguito privatamente a casa) e il diploma del ginnasio rimane l’unico attestato scolastico ottenuto dallo scrittore. Il riposo e l’immobilità forzata creano però l’occasione per il giovane Moravia di potersi dedicare molto a lungo alla lettura, e trova particolare ispirazione in Dostoevskij. Durante il ricovero all’Istituto Codivilla Moravia amplia la sua conoscenza delle lingu, aggiungendo alla padronanza del francese quella dell’inglese e del tedesco.

Le cure hanno l’effetto sperato e il giovane viene dimesso nel 1925 e trascorre un periodo di convalescenza a Bressanone, durante il quale inizia la stesura de Gli indifferenti, e torna poi finalmente nella città natia. Qui comincia a frequentare gli ambienti intellettuali romani, dove conosce, tra gli altri, Corrado Alvaro, ai tempi segretario di redazione della rivista «900», di cui erano direttori CurzioMalaparte e Massimo Bontempelli. Su questa rivista pubblica nel 1927 una novella dal titolo Cortigiana stanca. Nel 1928 conclude la stesura de Gli indifferenti, e lo pubblica l’anno seguente con la casa editrice Alpes, ma pagando di tasca sua, grazie all’intervento paterno. Il romanzo riscuote immediatamente un successo clamoroso, e Moravia s’impegna subito in un altro progetto letterario,Le ambizioni sbagliate. Dopo un’intensa ma sfortunata storia d’amore con una certa France, rampolla di una ricca famiglia d’industriali, Moravia scrive la novella Inverno di malato, ispirata alla sua esperienza in sanatorio. Nel 1930, ormai divenuto un habitué dei salotti romani, inizia a collaborare con «La Stampa», quotidiano diretto all’epoca da Malaparte, e si reca come inviato in Inghilterra, dove soggiorna fino all’inverno dell’anno seguente. Nel 1935 viene finalmente pubblicato da Mondadori, dopo anni di revisioni da parte dell’autore, Le ambizioni sbagliate, che non ha lo stesso riscontro di pubblico suscitato da Gli indifferenti. Sempre nel 1935, in cerca di una via di fuga dalla frustrazione della censura e dal flop dell’ultimo romanzo, decide di recarsi in America, invitato da GiuseppePrezzolini a parlare alla Casa Italiana della Columbia University di New York, dove si ferma per cinque mesi. Continua la collaborazione con varie testate italiane, cui venderà molti articoli sull’esperienza americana. Nel frattempo continua a scrivere novelle e racconti lunghi che confluiscono ne L’imbroglio, e nel 1936 conosce Elsa Morante. Nel 1939 va a vivere con lei a Capri dove, per cercare di sfuggire alla censura fascista, scrive racconti fortemente allegorici, tra cui I sogni del pigro e L’epidemia. La stretta del regime si abbatte intanto sempre più violenta su di lui, in quanto scrittore di origine ebraica. Nel 1940 inizia a concentrarsi su un nuovo romanzo, La mascherata, che non supera però i controlli della censura e viene ritirata dalla stampa, e l’anno successivo sposa la Morante a Roma con rito cattolico. Inoltre viene proibito allo scrittore di firmarsi sui giornali e gli viene imposto di adottare uno pseudonimo: la scelta di Moravia cade su “Pseudo”.

Nell’estate del 1942, mentre si trova nuovamente a Capri, scrive Agostino, anch’esso bloccato però dall’azione di regime. Dopo l’armistizio la situazione per Moravia diventa molto pericolosa, e scappa con la Morante verso il Sud Italia. Nel 1944 Bompiani pubblica L’epidemia e Agostino. Nel 1945 inizia a lavorare a La romana, che ha un successo pari solo a quello de Gli indifferenti. Nel 1947 conclude il romanzo La disubbidienza. Nel 1948 viene pubblicato dell’«Europeo» il romanzo breve L’amore coniugale. Nel 1951 viene pubblicato Il conformista, che riceve però un'accoglienza fredda da parte del pubblico. L’anno successivo viene pubblicato un volume dal titolo Racconti che, messo all’Indicedalla Chiesa perché scandaloso, vince per protesta il Premio Strega. Nel 1954 vedono la luce i Racconti romani, e nello stesso anno al "Piccolo Teatro" di Milano viene rappresentata La mascherata, sotto la direzione di Strehler. Nel 1957 esce La ciociara. Nel 1960 pubblica La noia, mentre Edoardo Sanguineticompone la prima monografia critica dedicata a Moravia. Nel frattempo nel 1962 Moravia si separa dalla Morante ed inzia una relazione con Dacia Maraini. Nel 1965 pubblica L’attenzione. Nel 1978, dalla penna di un Moravia profondamente colpito dagli avvenimenti italiani di quegli anni, nasce La vita interiore. All’inizio degli anni Ottanta pubblica La cosa, dedicato alla sua nuova compagna, Carmen Llera. Gli ultimi anni vedono lo scrittore impegnato nell'attività giornalistica e nella campagna per l'abolizione degli armamenti atomici. Nel 1990 Moravia si spegne nella sua città, Roma.





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