venerdì 6 febbraio 2015

Tina Modotti / Pasionaria dell'inmagine

Tina Modotti, Madre con bambino di Tehuantepec, Messico (1929)

GRANDI DONNE

Tina Modotti, pasionaria dell'immagine

A Verona una retrospettiva della fotografa e attrice friulana che, negli anni '20, ha raccontato il suo tempo. In mostra 110 immagini, documenti, libri, video.

di Andrea Giordano - 13 gennaio 2015
Tina Modotti, la “pasionaria” delle immagini”, è stata soprattutto una donna che, con coraggio e poesia, ha saputo raccontare il suo tempo. Fino all’8 marzo le viene dedicata una bella retrospettiva a Verona, nel Centro Internazionale di Fotografia, presso gli Scavi Scaligeri nel Cortile del Tribunale. Una retrospettiva importante, grazie al prestigioso archivio di Cinemazero, composto da 110 immagini, documenti, libri, video, a scandire la vita straordinaria prima da emigrante ed operaria, poi di attrice e grande fotografa. Il viaggio da Udine al Messico post-rivoluzionario degli anni Venti, il luogo simbolo per iniziare a denunciare e sperimentare con il proprio sguardo il cambiamento di un paese, mappando simboli di vita quotidiana, rivoluzioni politiche, drammi sociali, attraverso volti, istantanee, dettagli. Un percorso museale variegato che sconfina nel cinema, in California, quando gira The Tiger’s coat (1920), pellicola firmata da Roy Clements e l’unica fino ad oggi delle tre interpretate a essere stata restaurata dalla Cineteca del Friuli. Poi ci sono gli autoscatti, i nudi, lei che era anche bellissima, faceva tendenza in un certo senso, intuendo già all’epoca quanto il proprio corpo poteva diventare strumento artistico e di comunicazione.E poi ancora il compagno Edward Weston, fondamentale nel guidarla, fino all’esilio, nei viaggi in giro per l’Europa, gli scatti inediti a Berlino, dove cominciò a rifiutare la modernità dilagante, tornando infine sotto falso nome in Messico, dove morirà nel 1942. La sua ricerca estetica doveva necessariamente combaciare con la verità degli scatti, talvolta “rubati”, come le donne di Tehuantepec o i bambini per le strade, in altri momenti colti invece con intelligenza e lucidità, raccontando il mondo con semplicità e schiettezza. È stata una figura libera, forte e romantica, che oggi ha finalmente avuto la celebrazione che meritava.





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