Attacco omofobo nel suo Senegal allo scrittore Sarr, neo premio Goncourt
Quando ha ricevuto il Prix Goncourt a Parigi, mercoledì scorso, lo scrittore senegalese Mohamed Mbougar Sarr ha suscitato in patria un’ondata di soddisfazione e orgoglio nazionale: per la prima volta il più importante premio letterario della francofonia è stato attribuito a uno scrittore originario dell’Africa sub-sahariana. Giornali e tv di Dakar hanno ripercorso la storia del 31enne maggiore di sette fratelli, figlio di un medico e di una casalinga, già studente modello, vincitore del titolo di «miglior liceale del Senegal» e primo della classe anche in Francia, dove si è trasferito dopo la maturità per intraprendere gli studi letterari e dove vive tuttora con la compagna.
Ma la gioia unanime per la vittoria di Sarr con il romanzo La plus secrète mémoire des hommes (che sarà pubblicato in Italia da e/o) è durata pochi giorni. Il passato dello scrittore è stato scrutato e analizzato e sono riemerse alcune prese di posizione in difesa degli omosessuali, che in Senegal sono discriminati e perseguitati. L’orgoglio nazionale ha lasciato rapidamente spazio all’irritazione, e sui social media è partita la campagna «Félicitations retirées», complimenti ritirati.
Tra le frasi rimproverate a Mohamed Mbougar Sarr, un’intervista a «Le Monde» del 2018 nella quale dichiara che «un buon omosessuale in Senegal è un omosessuale che si nasconde, o qualcuno che fa ridere il pubblico, oppure un omosessuale morto. Purtroppo il potere religioso ha un ascendente molto forte sulle coscienze. Anche gli uomini politici o gli universitari devono prima di tutto dichiarare la loro fedeltà al potere religioso». Affermazione che sembra confermata da quel che sta accadendo in questi giorni, con l’organizzazione islamica non governativa Jamra che ha denunciato su Facebook «l’iper-mediatizzazione occidentale (sospetta)» del nuovo premio Goncourt.
Da tempo Jamra vigila sul «rispetto dei valori tradizionali» e contro le «perversioni importate dall’Occidente come l’omosessualità e la massoneria», riuscendo a mettere al bando film o serie tv sgraditi. Quanto a Mohamed Mbougar Sarr, Jamra fa notare che «prima d’ora nessuno dei grandi autori subsahariani, da Cheikh Hamidou Kane a Amadou Hampaté Bâ passando per Cheikh Anta Diop sono mai stati premiati dal Goncourt». L’insinuazione è che il premio andato a Mohamed Mbougar Sarr sia una macchinazione occidentale per promuovere l’omosessualità. La ong islamica assicura che «il romanzo verrà da noi letto integralmente e con grande attenzione» e minaccia poi di prendere posizione pubblicamente «come è accaduto in passato con I versi satanici di Salman Rushdie».
Solo che il romanzo premiato La plus secrète mémoire des hommes ignora il tema dell’omosessualità, presente semmai nel precedente De purs hommes. Ma la campagna di odio è ormai partita. Con grande pacatezza lo scrittore ha reagito nel corso di un’intervista a ITV Senegal, nella quale ha evocato «malintesi e incomprensioni» aggiungendo «sono uno scrittore e cerco di fare il mio lavoro di scrittore».
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