Hannaht Arendt, 1933 |
Hannah Arendt
Hannah Arendt (in yiddish: חנה ארענדט; Hannover, 14 ottobre 1906 – New York, 4 dicembre 1975) è stata una storica e filosofa tedesca naturalizzata statunitense, una dei più influenti teorici politici del XX secolo. Le sue pubblicazioni spaziano per un'enorme mole di argomenti, ma ancor oggi è maggiormente conosciuta per quelli inerenti alla natura del potere e del male, sulla politica, la democrazia diretta, l'autorità, il totalitarismo. La sua popolarità è associata immediatamente alle controversie sorte attorno al Processo ad Adolf Eichmann, e nel tentativo della Arendt di spiegare come persone ordinarie divengano attori partecipi degli ingranaggi dei sistemi totalitari, che da alcuni fu considerata un'apologia, e per il termine da lei coniato "la banalità del male". Il nome della Arendt è commemorato da istituzioni e riviste devote al suo pensiero, dall'Hannah Arendt Prize per il pensiero politico, oltre che dalle vie e scuole a lei intitolate, e pure su francobolli.
Con la pubblicazione nel 1951 de Le origini del totalitarismo, la sua reputazione di pensatrice e scrittrice fu stabilita e altri cospicui lavori seguirono: Vita activa. La condizione umana nel 1958, Eichmann a Gerusalemme. La banalità del male nel 1963, L'umanità in tempi bui nel 1968. Insegnò in diverse Università americane, rifiutando tuttavia incarichi permanenti. Morì improvvisamente a 69 anni, di attacco di cuore, nel 1975, lasciando incompiuto il suo ultimo lavoro, La vita della mente.
Biografia
Nel 1929 sposò il filosofo Günther Anders (pseudonimo di Günther Stern), da cui si separò nel 1937. Dopo esser stata rilasciata dal carcere, lasciò la Germania nel 1933 per vivere in Cecoslovacchia e poi in Svizzera, per poi stabilirsi a Parigi, dove conobbe il critico letterario marxista Walter Benjamin. Durante la sua permanenza in Francia, Hannah Arendt si prodigò per aiutare gli esuli ebrei fuggiti dalla Germania nazista a emigrare nel Mandato Britannico della Palestina. Privata della cittadinanza tedesca nel 1937, quando la Germania invase la Francia, Arendt fu detenuta dai francesi come apolide illegale. Nel 1940 sposò il poeta e filosofo tedesco Heinrich Blücher, con cui nel 1941 scappò, assieme alla suocera, negli Stati Uniti d'America, via Portogallo, con l'aiuto del giornalista statunitense Varian Fry. Divenne attivista nella comunità ebraica tedesca di New York, città che da allora rimase la sua principale residenza per il resto della vita, e scrisse per il periodico in lingua tedesca Aufbau.
Nel 1946, tornò in Germania e si riconciliò con Heidegger. Durante un processo in cui era accusato di aver favorito il regime nazista testimoniò in suo favore.
Nel 1950, divenne cittadina americana. Tra il 1960 e il 1962 seguì il processo di Adolf Eichmann, il criminale nazista organizzatore dello sterminio degli ebrei d'Europa, il piano genocida intrapreso dal Regime hitleriano, scrivendo il celeberrimo reportage Eichmann a Gerusalemme. La banalità del male.
Morì il 4 dicembre 1975 in seguito ad un attacco cardiaco e, dopo la cremazione al Ferncliff Cemetery di Hartsdale, le sue ceneri furono sepolte accanto a quelle del marito Heinrich Blücher al cimitero del Bard College, ad Annandale-on-Hudson, New York.
Nel 1985 a Parigi si tenne un convegno sulle sue opere organizzato da Françoise Collin, filosofa e saggista belga nonché illustre esponente del Movimento femminista francese; questo ciclo di conferenze aprì la strada ad una innovativa interpretazione del pensiero arendtiano.
Filosofia politica
Hannah Arendt difese il concetto di "pluralismo" in ambito politico. Grazie al pluralismo, il potenziale per la libertà politica e l'uguaglianza tra le persone si sviluppano. Importante è la prospettiva di inclusione dell'altro, ovvero di ciò che ci è estraneo. Politicamente, le convenzioni e le leggi dovrebbero funzionare per modalità pratiche e livelli appropriati, quindi tra persone ben disposte. Come risultato dei suoi assunti, Arendt si trovò contro la democrazia rappresentativa, che criticò fortemente, preferendole un sistema basato sui consigli o forme di democrazia diretta.
Spesso tuttavia viene studiata come filosofa, a causa delle sue analisi critiche su filosofi come Socrate, Platone, Aristotele, Immanuel Kant, Martin Heidegger e Karl Jaspers, insieme ai maggiori rappresentanti della filosofia politica moderna come Machiavelli e Montesquieu. Principalmente grazie al suo pensiero indipendente, alla teoria del totalitarismo (Theorie der totalen Herrschaft), ai suoi lavori sulla filosofia esistenziale e alla sua rivendicazione della discussione politica libera, Arendt detiene un posto centrale nei dibattiti contemporanei.
Come fonti delle sue disquisizioni utilizza, oltre che documenti filosofici, politici e storici, anche biografie e opere letterarie. Questi testi vengono interpretati letteralmente e in rapporto con il suo pensiero personale. Il suo sistema di analisi - influenzato da Heidegger - contribuisce a renderla una pensatrice originale, trasversale ai diversi campi del sapere e specialità accademiche.
Molto importante per la filosofa è il concetto greco di "phronesis", ovvero la capacità di giudicare identificata anche con l'intuizione. Per la cultura greca questo concetto era virtù principale dello statista, a differenza della saggezza, tipica del filosofo. Hannah Arendt ritiene che questa capacità rifletta quello che viene definito il senso comune, il buon senso, poiché si basa sulla natura del mondo in quanto realtà comune. Ovvero l'oggettività del mondo viene letta dalla soggettività dell'uomo attraverso i cinque sensi. Il giudizio per Arendt deve essere affiancato al "peithein" ovvero alla capacità del persuadere, che lo statista o il politico devono possedere per entrare in empatia con la comunità. Questi concetti sono esplicitati in Tra passato e futuro (Between Past and Future, 1961), opera in cui viene espressa la concezione dell'uomo come essere politico.
Pubblicistica
I lavori di Hannah Arendt riguardano la natura del potere, la politica, l'autorità e il totalitarismo.
Nel suo resoconto del processo ad Eichmann per il New Yorker (che divenne poi il libro La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme, 1963) Arendt ha sollevato la questione che il male possa non essere radicale: anzi è proprio l'assenza di radici, di memoria, del non ritornare sui propri pensieri e sulle proprie azioni mediante un dialogo con se stessi (dialogo che Arendt definisce due in uno e da cui secondo lei scaturisce e si giustifica l'azione morale) che trasforma personaggi spesso banali in autentici agenti del male. È questa stessa banalità a rendere, com'è accaduto nella Germania nazista, un popolo acquiescente quando non complice con i più terribili misfatti della storia ed a far sentire l'individuo non responsabile dei propri crimini, senza il benché minimo senso critico.
Scrisse anche Le origini del totalitarismo (1951), in cui tracciò le radici dello stalinismo e del nazismo, e le loro connessioni con l'antisemitismo. Questo libro fu al centro di molte controversie, perché comparava due sistemi che alla maggior parte degli studiosi europei - e anche a molti statunitensi - sembravano diametralmente opposti.
L'opera però che delinea in maniera esemplare la sua teoria politica venne pubblicata nel 1958 con il titolo Vita activa in cui intende recuperare tutta la portata del politico nella dimensione umana nel tentativo di restituire "una teoria libertaria dell'azione nell'epoca del conformismo sociale", come rileva Alessandro Dal Lago nella sua Introduzione per l'edizione italiana.
Opere
- Der Liebesbegriff bei Augustin, 1929
- Il concetto d'amore in Agostino. Saggio di interpretazione filosofica, Milano, SE, 1992.
- "Aufklärung und Judenfrage", in Zeitschrift fur Geschichte der Juden in Deutschland, a. 4. (1932), n. 2/3.
- Illuminismo e questione ebraica, Napoli, Cronopio, 2009.
- What is Existenz Philosophy?, 1946
- Che cos'è la filosofia dell'esistenza?, Milano, Jaca Book, 1998.
- Introduzione a Bernard Lazare, Le fumier de Job, 1948
- Bernard Lazare, Il letame di Giobbe, Milano, Medusa, 2004. .
- The Origins of Totalitarianism, 1951; 1958; 1966
- Le origini del totalitarismo, Milano, Edizioni di Comunità, 1967; 1989; 1999,; Milano, Bompiani, 1978; Torino, Einaudi, 2004.
- Rahel Varnhagen: Lebensgeschichte einer deutschen Jüdin aus der Romantik, 1957
- Rahel Varnhagen. Storia di un'ebrea, Milano, Il Saggiatore, 1988; Milano, Net, 2004.
- The Human Condition, 1958
- Vita activa, Milano, Bompiani, 1964; Vita activa. La condizione umana, Milano, Bompiani, 1989.
- Die ungarische Revolution und der totalitäre Imperialismus, 1958
- L'immagine dell'inferno. Scritti sul totalitarismo, Roma, Editori Riuniti, 2001.
- Between Past and Future: six exercises in political thought, 1961; poi 8, con due esercizi aggiunti nell'ed. 1968.
- Tra passato e futuro, Firenze, Vallecchi, 1970; Milano, Garzanti, 1991; Verità e politica, seguito da La conquista dello spazio e la statura dell'uomo, Torino, Bollati Boringhieri, 1995.
- Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil 1963; 1965
- La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Milano, Feltrinelli, 1964.
- Men in Dark Times, 1968
- Uomini in tempi oscuri: Lessing, Rosa Luxemburg, Papa Giovanni XXIII, Karen Blixen, Milano, Spano, 1968. [trad. parziale]
- L'umanità in tempi bui. Riflessioni su Lessing, a cura di Laura Boella, Milano, Cortina, 2006.
- L'umanità in tempi bui. Lessing - Luxemburg - Giovanni XXIII - Jaspers - Blixen - Broch - Benjamin - Brecht - Gurian - Jarrell, Introduzione e trad. di Beatrice Magni, Collana Biblioteca n.24, Milano-Udine, Mimesis, 2023. [edizione integrale]
- Isak Dinesen, 1885-1962, in "New Yorker", 9 novembre 1968
- Postfazione a Karen Blixen, Dagherrotipi, Milano, Adelphi, 1995.
- Walter Benjamin, in "Merkur", XXII, 1968
- Walter Benjamin: l'omino gobbo e il pescatore di perle, in Il futuro alle spalle, Bologna, Il Mulino, 1981; Il pescatore di perle. Walter Benjamin (1892-1940), Milano, A. Mondadori, 1993; Walter Benjamin, 1892-1940, Milano, SE, 2004.
- On Violence, 1970
- Sulla violenza, Milano, A. Mondadori, 1971; Milano, Guanda, 1996; 2001.
- Crises of the Republic, 1972
- Lying in Politics
- Politica e menzogna, Milano, SugarCo, 1985.
- La menzogna in politica. Riflessioni sui Pentagon Papers, Genova-Milano, Marietti 1820, 2006.
- Civil Disobedience
- La disobbedienza civile e altri saggi, Milano, Giuffrè, 1985.
- Thoughts on Politics and Revolution
- The Jew as Pariah: Jewish Identity and Politics in the Modern Age, 1978
- Ebraismo e modernità, Milano, UNICOPLI, 1986.
- L'ebreo come paria, Firenze, Giuntina, 2017.
- The Life of the Mind, 1978
- La vita della mente, trad. di Giorgio Zanetti, a cura di Alessandro Dal Lago, Collezione di Testi e di Studi, Bologna, Il Mulino, 1987.
- Il futuro alle spalle, a cura di Lea Ritter Santini, Bologna, Il Mulino, 1981, 1995. [antologia di articoli]
- Lectures on Kant's Political Philosophy, 1982
- Teoria del giudizio politico. Lezioni sulla filosofia politica di Kant, Genova, Il Melangolo, 1990.
- Was ist Politik?, 1993
- Che cos'è la politica?, Milano, Edizioni di Comunità, 1995.
- La lingua materna, Milano-Udine, Mimesis, 1993.
- Essays in Understanding, 1930-1954: Formation, Exile, and Totalitarianism, 1994
- Archivio Arendt
- I, 1930-1948, Milano, Feltrinelli, 2001.
- II, 1950-1954, Milano, Feltrinelli, 2003.
- Antologia. Pensiero, azione e critica nell'epoca dei totalitarismi, Milano, Feltrinelli, 2006.
- Passione della compassione. Lettere, diari, biografie, inediti 1914-18, Macerata, Quodlibet, 1994.
- Prefazione a Hermann Broch, James Joyce e il presente, Roma, Editori Riuniti, 1983.
- Ritorno in Germania, Roma, Donzelli, 1996.
- Lavoro, opera, azione. Le forme della vita attiva, Verona, Ombre Corte, 1997.
- Il pensiero secondo. Pagine scelte, Milano, BUR, 1999.
- Vor Antisemitismus ist man nur noch auf dem Monde sicher: Beiträge für die deutsch-jüdische Emigrantenzeitung Aufbau 1941-45, 2000.
- Antisemitismo e identità ebraica. Scritti 1941-1945, Milano, Edizioni di Comunità, 2002.
- Denktagebuch 1950-1973, 2002
- Quaderni e diari, 1950-1973, Vicenza, Neri Pozza, 2007.
- Responsibility and Judgment, 2003
- Responsabilità e giudizio, Torino, Einaudi, 2004.
- Alcune questioni di filosofia morale, Torino, Einaudi, 2006.
- The Promise of Politics, 2005
- Arendt und Benjamin: Texte, Briefe, Dokumente, 2006
- The Jewish Writings, 2007
- Karl Jaspers, Wahrheit, Freiheit und Friede - Hannah Arendt, Karl Jaspers. Reden zur Verleihung des Friedenspreises des deutschen Buchhandels 1958, Piper, Monaco 1958; tr. it. Verità e Umanità. Discorsi per il conferimento del Premio per la pace dei Librai tedeschi 1958, a cura di A. Bragantini, Mimesis, Milano, 2015.
- Noi rifugiati, a cura di Donatella Di Cesare, Collana Vele, Torino, Einaudi, 2022.
Epistolari
- Eichmann in Jerusalem: Exchange of Letters between Gershom Scholem and Hannah Arendt, in Encounter, 22/1, 1964
- H. Arendt-Gershom Scholem, Due lettere sulla banalità del male, Roma, Nottetempo, 2007.
- H. Arendt-Karl Jaspers, Briefwechsel 1926–1969, a cura di Lotte Kohler e Hans Saner, 1987.
- trad. parziale, Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, a cura di Alessandro Dal Lago, Milano, Feltrinelli, 1989.
- Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy, 1949-1975 (Im Vertrauen. Briefwechsel 1949-1975, 1995), trad. A. Pakravan Papi, a cura di C. Brightman, Collana La nuova diagonale, Palermo, Sellerio, 1999.
- Within Four Walls: The Correspondence between Hannah Arendt and Heinrich Blücher, 1936-68, a cura di Lotte Kohler, 1996.
- H. Arendt, Lettere 1925-1975 e altre testimonianze, Milano, Edizioni di Comunità, 2001. - a cura di M. Bonola, Collana Biblioteca, Torino, Einaudi, 2007.
- H. Arendt-Uwe Johnson, Der Briefwechsel: 1967-75, Frankfurt, Suhrkamp, 2004.
- H. Arendt-Hermann Broch, Carteggio 1946-1951 (Briefwechsel 1946 bis 1951, 1996), traduzione di Vito Punzi, a cura di Roberto Rizzo, Collana Miscellanea, Marietti 1820, 2006. - Nuova ed., Marietti 1820, 2021.
- H. Arendt-Joachim Fest, Eichmann o la banalità del Male. Intervista, Lettere, Documenti, (Eichmann war von empörender Dummheit. Gespräche und Briefe, 2011), Collana Schulim Vogelmann n. 179, Giuntina, Firenze, 2013. [intervista radiofonica]
- H. Arendt-Kurt Blumenfeld, Carteggio 1933-1963, traduzione di S. Ragno e F. Consolaro, a cura di S. Rapa, Collana Testi, Ombre Corte, 2015.
- H. Arendt, L'amicizia e la Shoah. Corrispondenza con Leni Yahil, traduzione di Fabrizio Iodice, Introduzione di Ilaria Possenti, Collana Lampi d'autore, EDB, 2017.
Cinema
- Hannah Arendt (2012) di Margarethe von Trotta, distribuito in Italia da Nexo Digital in occasione della giornata mondiale della memoria il 27 gennaio 2015.
- Vita Activa: The spirit of Hannah Arendt (2015), documentario scritto e diretto dalla regista israeliana Ada Ushpiz, presentato per la prima volta in Italia nell'ambito del Film Festival Forum - Festival dei Diritti Umani della XXI Triennale di Milano il 7 maggio 2016. Il 20 giugno 2016 fu il primo film ad aprire l'11ª edizione del Festival Sole Luna, un ponte tra le culture presso il cinema Vittorio De Seta dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
Bibliografia
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- Thomas Casadei, Dal dispotismo al totalitarismo: Hannah Arendt, in D. Felice (a cura di), Dispotismo. Genesi e sviluppi di un concetto filosofico-politico, 2 tt., Napoli, Liguori, 2001-02, t. II, pp. 625–673.
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- Sparti, Davide, Oltre la politica del riconoscimento. Per una rilettura del nesso identità/riconoscimento a partire da Hannah Arendt e Stanley Cavell, Teoria politica. Fascicolo 2, 2005 , Milano : Franco Angeli, 2005.
- Meccariello, Aldo, Le macerie di Ilio e la promessa di Eneaː note su potere e violenza in Hannah Arendt, Società degli individui. Fascicolo 29, 2007 , Milano : Franco Angeli, 2007.
- Olivia Guaraldo, Arendt, Milano, RCS MediaGroup, 2014.
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