Il tesoro ritrovato di Hemingway
Un racconto inedito, cartoline, scritti e narrativa.
Un racconto inedito di tre pagine, in cui Francis Scott Fitzgerald è un pugile con il volto tumefatto che lascia vittorioso, ma fisicamente distrutto, il ring di combattimento. Infinite fotografie, ritratti personali, autoritratti in cui un diciottenne indossa l'uniforme della Croce Rossa americana e sorridendo all’obiettivo si accovaccia in una trincea con i soldati italiani durante la prima guerra mondiale. Altre fotografie del fronte italiano scattate pochi giorni prima di essere ferito da un colpo di mortaio, esperienza fondamentale e catartica che lo porterà a scrivere Addio alle armi. Sono tantissimi i cimeli di Ernest Hemingway ritrovati in un baule nascosto nel retro di un locale di Key West in Florida. Appunti sparsi, taccuini pieni di parole e riflessioni, come quelli datati 1926 sulla morte, trentacinque anni prima di quel colpo di fucile fatale con il quale lo scrittore decise di togliersi la vita.
Ernest Hemingway è stato tutto. È stato scrittore, cacciatore, pescatore, militare, volontario. È stato amante, marito, padre. Ha vissuto così tante vite che è difficile se non impossibile ricostruirle per filo e per segno e la riprova di questa tesi è il materiale ritrovato a settembre 2022. Uno dei più significativi ritrovamenti dalla morte dell’autore premio Nobel: quattro racconti inediti, bozze di manoscritti, centinaia di fotografie, pacchi di corrispondenza e scatole di effetti personali. Secondo gli esperti questo ritrovamento è destinato a rimodellare la percezione pubblica e accademica di un artista la cui la vita e il lavoro hanno segnato il Novecento.
La storia è affascinante, come tutto ciò che faceva Hemingway: nel 1939, dopo il fallimento del suo secondo matrimonio, lo scrittore lasciò alcune sue cose nel magazzino dello Sloppy Joe's Bar, il suo rifugio preferito a Key West, in Florida. Un luogo del cuore per Hemingway, scoperto su consiglio di un altro grande bevitore e viveur John Dos Passos, il quale indicò l’isolotto più meridionale degli Stati Uniti come buen retiro per scrivere e bere ottimi Mojito e Daiquiri ghiacciati. Finirà, Hemingway, con passarci più di dieci anni e con lo scrivere alcune delle pagine più importanti della letteratura nordamericana. Dopo la morte, avvenuta il 2 luglio 1961, la sua quarta moglie, Mary Welsh Hemingway, ha esaminato il materiale ritrovato nello Sloppy Joe’s Bar, e ha dato alcune cose agli amici di lunga data, Betty e Toby Bruce.
Un vero e proprio tesoro, quello rimasto nelle mani dei due amici, che ha trascorso decenni in polverose scatole di cartone, sopravvivendo a uragani e inondazioni. Qualche anno fa il figlio di Betty e Toby, Benjamin Bruce, assieme a uno storico locale, Brewster Chamberlin, e alla studiosa di Hemingway Sandra Spanier, iniziarono a creare un inventario del bottino ritrovato. Fra biglietti di autobus, assegni, svariate lettere personali rivolte ad amici come Joan Miró e Waldo Peirce, in mezzo a biglietti per una corrida a Pamplona e fotografie con trofei dei suoi safari in Africa, ecco apparire un taccuino marrone. Su quelle pagine macchiate si può leggere il primo racconto conosciuto di Hemingway, su un viaggio immaginario in Irlanda, scritto quando aveva dieci anni. Un cimelio interessante per ricostruire la sua personalità, per vedere e capire da dove è arrivata quella capacità di scrittura così semplice, lapidaria e avventurosa.Così come il racconto, inedito e anche lui nascosto fra le pagine del taccuino, in cui un pugile immaginario di nome Kid Fitz scende dal ring vittorioso anche se con "un'ernia strozzata, un naso mancante e due occhi neri". Kid Fitz altri non è che una sua conoscenza di lunga data: Francis Scott Fitzgerald. Il rapporto fra i due scrittori fu incredibile, duraturo e pieno di avventure e iniziò nel contesto parigino dei Roaring Twenties. Fitzgerald sostenne fin da subito il lavoro di Hemingway mettendo a disposizione la sua esperienza e presentandolo al suo editore, Maxwell Perkins, ma con il tempo l’amicizia si inasprì. Il racconto di boxe ritrovato dipinge infatti un Francis Scott Fitzgerald come una giovane star della boxe, promettente ma fisicamente debole, che meriterebbe di stare sul ring con altre "stelle del pugilato" in una metafora della letteratura in cui viene riconosciuto il talento letterario dell’amico, ma allo stesso tempo lo prende in giro sulla prestanza fisica.
Quello che salta all’occhio, con il ritrovamento del tesoro dello Sloppy Joe’s, è un importantissimo cambio di immagine per Hemingway che rende lo scrittore ancora più complesso e interessante di quanto il mito, per decenni, ha fatto su di lui. E proprio come un safari in Africa, in cui il cacciatore segue le tracce per capire e scovare il suo trofeo, gli studiosi si metteranno a ricercare e analizzare quegli scatoloni impolverati, per arrivare a capire ancora più a fondo una delle più grandi e articolate personalità del Novecento, quella di Ernest Hemingway.
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