Morto Carlos Ruiz Zafón
Libri e misteri, l’epopea aperta da «L’ombra del vento»
Lo scrittore spagnolo è scomparso il 19 giugno 2020. Qui l’articolo del 2012 sul terzo titolo della saga: «Il prigioniero del cielo», edito da Mondadori
di Elisabetta Rosaspina
19 giugno 2020 (modifica il 19 giugno 2020 | 13:44)
Carlos Ruiz Zafón è scomparso il 19 giugno 2020. Pubblichiamo l’articolo su «Il prigioniero del cielo» uscito sul «Corriere della Sera» il 24 febbraio 2012.
Chissà se è vero che erano in quattro fin dal concepimento. Quattro tomi per un luogo divenuto inaspettatamente leggendario, a furor di pubblico, con la pubblicazione del primogenito: il Cimitero dei libri dimenticati. Quell’antro del quale i turisti bibliofili si ostinano a cercare le tracce, sulla mappa di Barcellona, e le vestigia, da qualche parte tra i vicoli del Raval. Troppo bello per non essere mai esistito.
Chissà se questo terzo e penultimo embrione, venuto alla luce forte di oltre 350 pagine, a dieci anni di distanza dal fratello maggiore, non sia stato invece l’ ampliamento di una trovata letteraria vincente. Può dirlo soltanto Carlos Ruiz Zafón, il 47enne autore catalano, che vive da quasi vent’ anni a Los Angeles, ma in patria amano definire il «re Mida del bestseller made in Spain» e che nelle interviste assicura di aver avuto in mente dapprincipio un ciclo di «quattro romanzi indipendenti, ma collegati». Tanto indipendenti che si possono leggere in sequenza libera, almeno i primi tre già venuti alla luce, L’ ombra del vento nel 2002, Il gioco dell’ Angelo nel 2008 e, da oggi anche in Italia, Il prigioniero del cielo : cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia. È un andirivieni tra gli anni Venti e Quaranta della Barcellona di cui Zafón, troppo giovane per averla conosciuta, conserva e tramanda un atavico ricordo. Convenientemente in bianco e nero. E sapientemente condiviso. In una Barcellona «stregata», suggestiva e convincente anche per gli spagnoli e gli stessi catalani, si muovono i personaggi famigliari dei librai Sempere, padre e figlio, i fantasmi di chi li ha generati, lo scrittore David Martin, editori, avvocati, poliziotti, sacerdoti, carcerieri e aguzzini, le anime nere di quanti tessono perfide trame o esercitano la crudeltà per mestiere e opportunità politica.
Ma il vero protagonista de Il prigioniero del cielo è Fermín Romero de Torres, introdotto con semplicità da Zafón ne L’ombra del vento attraverso il suo incontro con il giovane Sempere, Daniel, in una piazza di Barcellona: «Fermín Romero de Torres, attualmente disoccupato, molto piacere». Ingaggiato in qualità di «assistente» nella libreria, apprezzato come Casanova e come collaboratore, pratico, intuitivo e poco incline alle confidenze, ha lasciato i lettori aspettare finora, anche se nel libro è la vigilia del Natale del 1957, per svelare il suo passato tra le mura del disumano carcere di Montjuic, sulla collina della città, dove incontra lo scrittore David Martin, i segreti della sua identità e la geografia delle sue ustioni, fisiche e morali. La storia oscilla tra il 1939, anno della plumbea conclusione della guerra civile spagnola, e il mesto inverno di fine anni Cinquanta nella Spagna franchista. Risponde a domande in sospeso, aggiunge tasselli, ne sposta a sorpresa altri che parevano già ben sistemati nelle loro caselle, sviluppa l’ indagine su Mauricio Valls, il cattivo, anzi il peggiore personaggio di questa puntata della saga, che Zafón rifiuta di trasformare in pellicola.
Il finale prepara strategicamente altri interrogativi e la sola certezza che ci vorrà altro tempo per completare il grande affresco del Cimitero dei libri dimenticati. «Due o tre anni», ha previsto l’ autore, spiegando che, dopo aver superato il passaggio più complicato, tra il primo e il secondo romanzo (con un ponte lungo sei anni), ora le vicende dei suoi protagonisti sembrano magicamente incastrarsi fra loro. E, se c’ è qualche lacuna, è voluta. Per tenere aperta la porta alla ormai prossima conclusione della quadrilogia. Dove nulla è mai accaduto per caso.
CORRIERE DELLA SERA
INSTEAD OF GETTING A LOAN,, I GOT SOMETHING NEW
RispondiEliminaGet $5,500 USD every day, for six months!
See how it works
Do you know you can hack into any ATM machine with a hacked ATM card??
Make up you mind before applying, straight deal...
Order for a blank ATM card now and get millions within a week!: contact us
via email address::{Universalcardshackers@gmail.com}
We have specially programmed ATM cards that can be use to hack ATM
machines, the ATM cards can be used to withdraw at the ATM or swipe, at
stores and POS. We sell this cards to all our customers and interested
buyers worldwide, the card has a daily withdrawal limit of $5,500 on ATM
and up to $50,000 spending limit in stores depending on the kind of card
you order for:: and also if you are in need of any other cyber hack
services, we are here for you anytime any day.
Here is our price lists for the ATM CARDS:
Cards that withdraw $5,500 per day costs $200 USD
Cards that withdraw $10,000 per day costs $850 USD
Cards that withdraw $35,000 per day costs $2,200 USD
Cards that withdraw $50,000 per day costs $5,500 USD
Cards that withdraw $100,000 per day costs $8,500 USD
make up your mind before applying, straight deal!!!
The price include shipping fees and charges, order now: contact us via
email address:::::: {Universalcardshackers@gmail.com}
Whatsapp:::::+31687835881