venerdì 29 settembre 2017

Playboy, l’altra faccia di Hugh Hefner / Suzanne Moore: «Era un magnaccia»


Hugh Hefner
Poster di T.A.


Playboy, l’altra faccia di Hugh Hefner
Suzanne Moore: «Era un magnaccia»


Per la commentatrice del Guardian, il miliardario che fondò l’impero delle conigliette ha abusato delle donne «rendendo la vendita di carne femminile rispettabile e alla moda». Sfruttò anche Marylin Monroe nuda su Playboy. E adesso sarà sepolto accanto a lei
di L. Angelini e L. Zanini
29 settembre 2017 (modifica il 29 settembre 2017 | 12:41)


C’è un controcanto nelle migliaia di articoli che, sui giornali di tutto il mondo, commemorano la morte del patron di Playboy. C’è una narrazione diversa che alla figura del visionario combattente per la libertà sessuale, esaltata da molti, contrapopne quella dell’uomo d’affari privo di scrupoli. E di morale. E a guidare questo controcanto c’è la giornalista Suzanne Moore, una delle più seguite commentatrici del britannico The Guardian, che oggi come anni fa, ne stronca l’immagine: benefattore? Macché, Hugh Hefner «era un magnaccia». Non bastasse, sul web — scrive la Bbc — divampa la polemica sul luogo di sepoltura scelto dal magnate del sesso: una tomba accanto a quella di Marilyn Monroe. Un’altra delle donne che secondo la Moore, Hefner avrebbe sfruttato senza ritegno.

«Disgustoso sozzone in smoking»
L’aveva chiamato pimp, «pappone», già molti anni fa, tanto da beccarsi una minaccia di querela per diffamazione. E, su Hugh Hefner, il fondatore di Playboy scomparso il 28 settembre all’età di 91 anni, Suzanne Moore non ha cambiato idea. La sorta di obituary che ha scritto (quasi un contrappeso a quello «ufficiale» firmato da Stuart Jeffries) è il più caustico che possa capitarvi di leggere. «Adesso che è morto, questo disgustoso zozzone con la giacca da smoking viene descritto come una sorta di liberatore delle donne — scrive Moore —. Kim Kardashian è onorata di essere stata coinvolta (nei suoi party, ndr). Ma davvero non vedo quali donne siano state liberate dalle fantasie di Hefner. Immagino che se aspiri a diventare una Barbie vivente, fosse altrettanto favoloso che essere nell’entourage di Donald Trump».
Nella casa harem, conigliette sequestrate
Quanto alla famosa (lei direbbe famigerata) «Playboy mansion» di 29 stanze, per Moore era un misto fra uno zoo, un harem e un bordello, nel quale le «conigliette» (o «bionde intercambiabili») vivevano in pratica sotto sequestro, come alcune di loro hanno raccontato. Certo, Hefner aveva talento per gli affari e parte di questo talento è consistito «nel rendere la vendita di carne femminile rispettabile e alla moda, di rendere accettabile il porno soft». In conclusione, scrive Suzanne Moore, «quest’uomo viene ancora celebrato da gente che dovrebbe informarsi meglio. Puoi abbellirlo parlando di glamour, orecchie da coniglietta e calze a rete, puoi parlare del suo contributo al gonzo journalism (lo stile controcorrente e molto più soggettivo che obiettivo degli anni Sessanta e Settanta, ndr), puoi contestualizzare la sua spinta a liberare il sesso come una prate della rivoluzione sessuale. Ma strappa via tutto questo e rimane un uomo che ha comprato e venduto donne ad altri uomini. Non è questa la definizione di pappone?».
La copertina del primo Playboy, uscito nel 1953La copertina del primo Playboy, uscito nel 1953
Non un dollaro per la Monroe senza veli
Quanto alla questione del cenotafio, il sito della Bbc spiega che Hefner aveva comprato già nel 1992 un loculo accanto a quello dove è sepolta Marilyn — nel Westwood Village Memorial Park di Los Angeles —, pagandolo 75 mila dollari. Ma molti non hanno preso bene la scelta, dato che la bionda di «A qualcuno piace caldo» non era una sua amica, bensì piuttosto una sua «vittima»: Hefner aveva comprato le foto di Marilyn nuda (un set che la Monroe aveva accettato di affrontare per soli 50 dollari, quando era un’aspirante attrice senza un soldo in tasca) e ne aveva fatto il servizio di copertina del primo Play Boy, nel dicembre 1953, vendendone 50 mila copie in una notte. Ma a lei (neppure in seguito) non era mai arrivato un centesimo: «Non ho avuto niente da chi ha fatto i milioni sulle foto di Marilyn nuda. Ho dovuto perfino comprami un numero della rivista di tasca mia — aveva poi dichiarato la star — per potermi vedere».

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