venerdì 24 febbraio 2017

Gianluca Balocco / Blood for Breakfast




 Gianluca Balocco

Blood for Breakfast


9 — 13 mar 2017 presso Fondazione Donna a Milano & Mia Photo Fair 2017

23 FEB 2017
Tratto da un progetto dell’artista Gianluca Balocco e ospitato in anteprima assoluta da Mia Photo Fair, Blood for breakfast è un’opera che indaga sulla violenza come luogo dello scarto delle dinamiche interpersonali e sociali in cui la donna diviene spesso vittima.
Il progetto dell’artista fotografo realizzato attraverso un’esperienza di “living set”, si ispira al gesto "procreativo" (che appartiene alla vita), come exit strategy femminile di fronte al non senso. Questo lavoro interpretato da due donne amiche, compagne di lavoro e di vita, si ispira alla magia delle Veneri preistoriche e alla loro capacità procreativa e trasformativa. Il sangue, nel momento in cui si connette o meno al respiro, è simbolo duplice dell’amore o della violenza.


Il progetto artistico al Mia

Il progetto artistico presentato al Mia Photo Fair come evento culturale 2017 propone un’opera di grande formato tratta dalla serie Blood for breakfast che pone al visitatore la domanda sul senso/non senso della violenza e la relazione tra Arte e percezione storica sociale. La Fondazione Donna a Milano sarà presente durante la Fiera con delle volontarie per sensibilizzare il pubblico. Mia Photo Fair realizzerà una post card per l’evento. Il pubblico potrà offrire il proprio contributo con un proprio messaggio personale/riflessione sulla violenza sulla donna che sarà raccolto in un’urna. All’autore del miglior pensiero sulla violenza femminile secondo l’insindacabile giudizio della Fondazione verrà regalato una stampa fine art dell’autore. Il progetto artistico Blood for breakfast diventerà in seguito il prossimo evento culturale e artistico di novembre 2017 della Fondazione Donna a Milano. Nella giornata di sabato 11 marzo alle ore 12.30 presso la sala conferenze del Mia Photo Fair ci sarà una presentazione del progetto Blood for breakfast. Parteciperanno al dibattito l’artista Gianluca Balocco, la Prof.ssa Maria Rita Gismondo fondatrice di Donna Milano onlus, il Prof. Goriano Rugi psichiatra psicoterapeuta, l’Arch. Michela Ferrari curatrice dell’evento.


Il Respiro e lo scarto

Al centro del nostro corpo risiede il cuore, l’organo della vita legato al respiro. Dal respiro derivano le emozioni, il senso di consapevolezza e il desiderio di bellezza che ci connettono col mondo in trame complesse di relazioni e di spazi. Il respiro, come le emozioni, ci attraversa e trova la propria dimensione materiale nel nostro corpo attraverso il sangue. Questo percorso di senso sul corpo come luogo della memoria e territorio delle emozioni ci riporta ad un legame antico con la nostra dimensione e consapevolezza materiale che diventa fin dalla nascita luogo del dolore, della perdita e della morte.
La violenza in Blood for breakfast è intesa come un eccesso di scarto. Una scoria non elaborata nell’esperienza del dolore, della perdita o della morte. Chi oggi ripetutamente mette in atto questo tipo di energia ha perso il contatto con la propria consapevolezza vitale e con il senso del proprio corpo (dal soggetto violento alla violenza mediatica). Per questa ragione penso che la violenza sia un residuo della mente incapace di elaborare emozioni forti come il senso del dolore o quello della paura. Orrore ed angoscia sono lo scarto che trova spazio nelle apnee del nostro organo vitale, il cuore, organo del respiro della nostra esistenza. La violenza non ha in questo percorso né senso né direzione ma pretende il proprio spazio dissipando le energie del sapere e della consapevolezza.
La violenza attecchisce nella deprivazione di senso, nella perdita della parola e si manifesta orma troppo spesso in ambito maschile, dove si ripete ossessivamente come un’inquietante perdita di potere. In questo tempo di crisi della parola e di deriva del pensiero, la paura e l’orrore occupano i vuoti causati dall’assenza di emozioni e della latitanza del respiro lasciando il campo libero alla messa in scena della violenza.
Ma abbiamo in qualche modo una possibilità di recuperare il contatto perduto col nostro respiro? Forse con la “capacità procreativa". Chiunque possa dare la vita (come la donna) o possa generare visioni e trasformazioni (come il creatore – sciamano) è in grado di riprendere il contatto col proprio respiro e quindi con le emozioni e la consapevolezza della propria vita. L’incapacità di percepire il proprio respiro o di saper creare (e trasformare) generano paura e angoscia, lasciando aperta la porta alla tendenza distruttiva.


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