domenica 24 maggio 2015

Uma Thurman / Non mi piaccioni i bebè

Uma Thurman
Uma Thurman: 

“Non mi piacciono i (partner) bebè”


Dopo tre figli e la fine di una relazione l'attrice è tornata al lavoro. Con noi parla di bellezza che sfiorisce e di flirt con ragazzi più giovani: “È una parte che mi chiedono sempre sul set, ma nella vita non mi interessa”. Anche se... La carriera e gli amori 

di Alessandra Venezia - 17 febbraio 2015
Uma Thurman con Quentin Tarantino nel 2014Uma Thurman con Quentin Tarantino nel 2014
In questi ultimi tempi se ne è stata un po’ in sordina, Uma Thurman (il suo ultimo film, Nymphomaniac: Vol I di Lars Von Trier, è del 2013). Dopo la nascita di Luna, due anni e mezzo fa - il padre è il businessman francese Arpad Busson, con cui Uma ha ufficialmente concluso una relazione di sette anni - l’attrice 44enne ha voluto passare più tempo anche con Maya e Levon (17 e 13 anni), nati dal matrimonio con Ethan Hawke, per prendere un attimo di respiro. «Ho avuto una bambina e mi sono regalata una pausa, ora mi sento piena di energia, pronta a tornare sulla scena» esclama. 


Ha girato da poco un film, Adam Jones, con Bradley Cooper, Jamie Dornan e Sienna Miller e ora appare sul piccolo schermo in The Slap (assieme a Peter Sarsgaard e Thandie Newton), la versione americana di una popolare serie televisiva australiana. Durante l’intervista è spiritosa, ciarliera, ma controllata. Sicura e decisa nelle risposte, a tratti scherzosamente enfatica, spesso ironica, e sì, con un fare da star, a dispetto di un look dimesso: una crocchia sbadata, niente trucco, calzoni al polpaccio e una giacchetta striminzita dal taglio classico. «L’ho rubata a Levon, mio figlio, ci scambiamo sempre i vestiti tra di noi, è una cosa che mi diverte». E sorride felice. Inutile precisare: è bellissima.



Perché questa serie televisiva?

Perché adoro Jon Robin Baitz, lo scrittore-produttore esecutivo di The Slap: lo trovo brillante, penetrante, onesto, umano e molto commovente. Potrei declamare anche l’elenco del telefono per lui (ride). 


Non l’annoia rimanere nello stesso personaggio per mesi? 

Cara, non c’è nulla che mi annoi più ormai ed essere coinvolti in otto episodi è piuttosto eccitante. Mi piace poi l’idea che questa serie vada su un netwok pubblico, la Nbc, e non su uno dei soliti canali a pagamento. 


Anuk, il suo personaggio, è una scrittrice televisiva di successo. Ci dica di più.

È una donna che sta attraversando un periodo molto difficile; ha una relazione problematica con la madre e vari conflitti seri da risolvere. Un ruolo intenso, molto emotivo. 


Il punto di partenza della serie- un adulto dà uno schiaffo a un bambino aggressivo di fronte ai suoi genitori- è argomento di polemiche. Lei che cosa ne pensa? 

Non mi va di giudicare, ogni caso è diverso e ogni bambino è diverso. Parecchi ragazzini faticano a integrarsi socialmente e qui c’è un adulto che non riesce a controllarsi: è una bufera, tutto si scatena in pochi minuti. In ogni caso trovo ingiusto trattare così un bambino che ha bisogno di disciplina e affetto. Ma succede spesso, non crede? 


Lei ha mai dato una sberla ai suoi figli?

No, e non colpirei neppure un adulto. Comunque non ho mai avuto problemi di disciplina o difficoltà a comunicare con i ragazzi, sono intelligenti e aperti. E molto spiritosi. 


Luna, la sua piccola, è nata dieci anni dopo Levon. È stato difficile ricominciare da capo?

Folle, ma lei è così carina, così carina. Maya e Levon, all’inizio, erano un po’ perplessi, ma ora che la nostra piccola tiranna è qui siamo davvero una famiglia. Io consulto febbrilmente Google per accertarmi che certe reazioni--mordicchiare, graffiare—non siano preoccupanti: ok, Google dice che è normale, bene… 


Luna ha una sequela di nomi: Rosalind Arusha Arkadina Altalune Florence…

Lo so che cosa sta per chiedermi: perché tutti quei nomi per quella povera bambina? Li ha voluti il padre (ride), è parte del suo retaggio culturale. Noi tutti comunque la chiamiamo Luna, lei di quella sfilza di nomi non sa nulla, poveretta: è il primo delitto di cui è stata vittima (ride). 

In The Slap entra in scena flirtando con un ragazzo molto più giovane di lei. Una donna col suo toy boy: che cosa ne pensa?

A dire la verità non sono un’esperta in materia. È vero, mi è capitato parecchie volte di fare quella parte sullo schermo - me lo propongono sempre - e non mi dispiace affatto. Ma sfortunatamente non mi accaparro partner tra i “bebè”, anche se è un gusto che spero di sviluppare col tempo (ride).


Lo sa, vero, che sto per rivolgerle la fatidica domanda suKill Bill 3
No, la prego. Ho chiesto a Quentin (Tarantino, ndr) di dichiarare ufficialmente alla stampa che quel film non si farà mai, ma lui, figurarsi… Se poi insisto mi dà della manipolatrice (ride). Adesso, poi, niente da fare, lui sta girando un altro film; ne ho letto la sceneggiatura, ed è un capolavoro. 




Oggi ha un’aria radiosa. Che cosa vorrebbe aggiungere alla sua routine, per renderla più piacevole?

L’esercizio fisico, quello cardiovascolare, e sono sincera, perché mi farebbe sentire meglio. E poi lavorare; mi sono immersa nel privato a lungo, adesso voglio concentrarmi sul mio lavoro. Perché è divertente e perché mi dà un gran piacere. 


Lei è sempre splendida, ma gli anni passano per tutti. Antidoti? 

Mi vuole chiedere come intendo affrontare la bellezza che svanisce? Glielo dico subito (ride): lo perderemo di sicuro questo nostro aspetto, lei e io, allora meglio sorridere. È una soluzione egualitaria, quindi giusta. C’è bellezza, però, anche nel sapere invecchiare. Lei per esempio ha un aspetto fantastico, ma non ha 12 anni: è una bella donna, una donna matura, e se si sforzasse di sembrare una ventenne apparirebbe davvero assurda.


CORRIERE DELLA SERA


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