Il Bambino di Neve
Una Fiaba Medievale dall’Umorismo Nero
Nella Francia medievale un tipo di storie veniva raccontato in alternativa alle epopee o alle favole di genere fantastico, si trattava del “Favolello – Fabliau in francese”, che aveva una trama semplice e lineare. Incentrate perlopiù su racconti di popolani, spesso trattavano di moglie e mariti adulteri, e il loro scopo era strappare una risata agli ascoltatori.
Immagine di copertina tratta dal Breviario Grimani conservato alla Biblioteca Marciana di Venezia.l Bambino di Neve
C’era una volta (così vuole la storia) un mercante che viaggiava molto. Un giorno questi partì per un lungo viaggio d’affari della durata di due anni. Il fabliard racconta “Se ne andò per due anni interi e mentre era via sua moglie, con l’aiuto di un giovane che conosceva, rimase incinta“.
Quando il commerciante tornò chiese ragioni del nuovo nato a alla moglie, la quale risposte: “Marito una volta, mentre ti stavo cercando lassù sull’alto balcone, tutta triste per il tuo ritardo, ho cercato di guardare il cielo, ed essendo inverno e nevicando copiosamente un piccolo fiocco di neve mi è caduto in bocca. Prima che me ne accorgessi l’ho ingoiato, ed era così dolce che ho concepito questo bellissimo bambino“.
Il mercante esclamò di esser stato benedetto da Dio, ma, fa notare il fabliard, “nel suo cuore non credeva alla storia“. Il mercante stette tranquillo fino a quando il ragazzo non ebbe 15 anni. Decise quindi di partire per un nuovo viaggio d’affari, e comunicò alla moglie che era ora che portasse con sé il ragazzo in viaggio, per insegnargli il mestiere di famiglia. La moglie era timorosa, ma non aveva altra scelta che lasciar andare il ragazzo con il marito.
Il mercante e il giovane viaggiarono sino a Genova, dove “il mercante vendette il ragazzo a un uomo che lo portò ad Alessandria per venderlo al mercato degli schiavi“. Il commerciante tornò quindi a casa dalla moglie che, dopo esser svenuta diverse volte, supplicò di dirle che fine avesse fatto il ragazzo.
Il commerciante risposte:
“Era una calda giornata estiva, forse era quasi mezzogiorno, quando io e tuo figlio siamo andati a fare una passeggiata su un’altissima collina dove i raggi del sole, che erano luminosi e ardenti, ci colpivano in pieno sulle nostre teste.
Ahimè, quella passeggiata ci è costata cara!
Il ragazzo, esposto al pieno calore del sole, si è sciolto in una sola volta. E non c’è da meravigliarsi che lo abbia fatto, perché come sappiamo è stato fatto con la neve“.
Il commerciante ebbe la vendetta sulla moglie infedele, e il fabliard ci dice che la donna “dovette bere ciò che essa stessa aveva preparato“.
Origini e varianti
Il racconto appare per la prima volta nelle canzoni di Cambridge, risalenti all’XI secolo, ma venne poi modificato per divenire parte della tradizione del fabliaux francese medievale. La fiaba venne usata anche negli esercizi scolastici di retorica, e persino una commedia medievale sulla Vergine Maria arrivò a presentare personaggi che non credono alla storia dell’Immacolata concezione.
Questo tipo di umorismo nero non è tipico del favolello in generale (anche se il personaggio della moglie lussuriosa e traditrice lo è certamente), e la storia sembra affondare le proprie radici nelle storie popolari tradizionali. Gli ascoltatori medievali apprezzavano moltissimo l’umorismo macabro del mercante di fronte all’adulterio della moglie, che lo tramuta dall’essere una vittima a diventare un cinico carnefice.
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