Darío Jaramillo Agudelo
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Non sono felice e tuttavia mi basti
René Char
Euforico e sconcertato, pericolosamente allegro per questi tempi grigi,
lascio la mia parola sul suono della luce, sull’acqua rumorosa dell’amore e della carne:
qui rimane, in questa notte ormai senza rumori, il sudore unico di due pelli che sono un corpo solo;
dormi accanto e io ti guardo per essere sicuro che esisti e vedo lo zafferano della luna svanito sui tuoi capelli.
Soltanto ascolto il tuo respiro calmo, quell’aria che mi giustifica e mi esalta;
sei il mistero esatto che mi dona chiarità, il segno diafano, la magia che mi nutre,
nel tuo quieto riposo comunichi senso al mondo:
le tue labbra rosso vino di giubilo si aprono appena per ricevere il tranquillo angelo del sonno
e io mi ubriaco con il tuo sonno mentre i tuoi occhi ospitano un raccolto di soli e di uccelli;
di te mi nutro, della sottile ombra del tuo corpo che ora mi bacia
e che scaccia dal mio cuore tutto lo schifo accumulato e lo tranquillizza e lo riempie di musica;
è questa la vita: sapere che esisti e che ti amo.
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