"Elena Ferrante è Anita Raja": svelata l'identità della scrittrice dell'"Amica geniale"?
Secondo "Il Sole 24 Ore", dietro l'autrice della saga best seller ci sarebbe la moglie di Domenico Starnone. A sostegno della rivelazione, il quotidiano porta una serie di evidenze finanziarie che lasciano pochi dubbi. Gli interessati non confermano e non smentiscono
di STEFANIA PARMEGGIANI
02 ottobre 2016
REPUBBLICA
Quel che ha scelto di dirci non basta, la rappresentazione di sé affidata a La Frantumagliavacilla. La vera identità di Elena Ferrante è un mistero che tutti vogliono sciogliere. Con qualsiasi mezzo: dopo le analisi letterarie ecco gli accertamenti finanziari e immobiliari. La Domenica del Sole 24 Ore pubblica, insieme con la tedesca Faz, la New York Review of Books e i giornalisti francesi di Mediapart, una inchiesta che seguendo le tracce contabili arriva ad Anita Raja, moglie dello scrittore Domenico Starnone.
Il nome non è nuovo: è una delle tante ipotesi, per molti la più plausibile, che sono state avanzate negli anni. È la prima volta però che a conferma non si elencano solo dettagli di stile, coincidenze biografiche e nomi assegnati ai personaggi, ma compensi professionali e visure catastali. Insomma, una inchiesta finanziaria in piena regola. La vecchia tecnica del follow the money, solo applicata a un'autrice che ha scelto di rimanere anonima per preservare il suo spazio di libertà creativa.
Anita Raja, 63 anni, è una traduttrice residente a Roma la cui madre era una ebrea polacca, arrivata a Napoli dopo essere sfuggita all'Olocausto. Da anni è una collaboratrice delle edizioni e/o. Negli anni Novanta ha anche coordinato la collana degli Azzurri, che ha pubblicato una manciata di libri tra cui il primo romanzo della Ferrante.
Secondo il Sole questi incarichi da soli non giustificherebbero i compensi a lei versati dalla casa editrice: Raja negli ultimi anni sarebbe stata la principale beneficiaria del successo commerciale della tetralogia "L'amica geniale", nel 2014 il suo reddito sarebbe aumentato di quasi il 50%, mentre nel 2015 di un ulteriore 150%. Stessa percentuale - stando ai calcoli del quotidiano finanziario - degli aumenti di bilancio della casa editrice: nel 2014 più 65%, nell'anno successivo più 150%. Nessun altro dipendente o collaboratore di e/o avrebbe avuto una impennata simile in busta paga. Neanche Domenico Starnone (che in questi anni altre voci hanno identificato con la Ferrante, da solo o insieme alla moglie) avrebbe ottenuto retribuzioni equivalenti.
Altro indizio sarebbero le visure catastali fatte sulle proprietà immobiliari dei due coniugi: nel 2000, dopo il successo cinematografico del film di Martone "L'amore molesto", tratto dal primo libro della Ferrante, Anita Raja avrebbe acquistato una casa di pregio nel centro di Roma. L'anno dopo una casa di campagna in Toscana. In contemporanea al successo sul mercato di lingua inglese dei libri della Ferrante, anche Starnone avrebbe comprato un altro appartamento di pregio, a pochi passi da quello della moglie, il cui valore di mercato - sempre stando alle valutazioni del Sole - si aggirerebbe tra 1,2 e 2 milioni di euro.
Starnone non ha voluto commentare, la moglie neppure. Sandra Ozzola e Sandro Ferri, gli editori di e/o che sono gli unici a conoscere realmente l'identità della Ferrante, non hanno né confermato né smentito, come fanno ogni volta che un giornalista o un critico avanza una ipotesi. I due avevano sperato di calmare (o forse di cavalcare) la curiosità dei lettori, dei critici e della stampa con la nuova edizione di un libro - La Frantumaglia - che raccoglie le tante interviste fatte negli anni via mail alla Ferrante, le sue lettere e riflessioni pubbliche. Chiunque si celi dietro questo nome in quelle pagine ha ripetuto di volere sparire dietro ai suoi testi e ha concesso solo pochi dettagli biografici: due sorelle, una madre sarta che si rivolgeva alle figlie in napoletano, il trasferimento per motivi di lavoro in un'altra città. Nessuna di queste affermazioni corrisponde alla biografia della Raja, ma questo dice poco: nello stesso libro la Ferrante ha ammesso di non odiare le bugie, anzi di ritenerle utili per proteggersi. E così torniamo al punto di partenza: il denaro sembra portare a casa Raja-Starnone, ma per quante analisi letterarie o economiche si facciano, senza conferme l'identità è destinata a restare un mistero.
Cambia qualcosa? Erri De Luca, interpellato dall'Adnkronos, si dice certo che "ai lettori non interessi l'identità, ma l'opera, leggerla. Questa sorta di indagini patrimoniali - aggiunge - farebbero bene a svolgerle per stanare gli evasori invece degli autori". Sulla sua stessa lunghezza d'onda molti dei commenti apparsi sui social: lettori italiani e stranieri che hanno ironizzato sulla caccia alla strega, sull'ossessione per l'identità di scrittori e artisti (citatissimo anche Banksji)
Tant'è che, proprio per ringraziare chi si è detto vicino alla Ferrante, in serata arriva una nota stampa degli editori: "Molto inchiostro è stato versato facendo illazioni sull’identità di Elena Ferrante invece di approfondire la sua opera, e purtroppo molto ancora se ne verserà. Almeno fintanto che certi giornalisti riterranno che il gossip e il pettegolezzo siano più importanti dell’opera dell’autrice. Questo almeno è quello che si evince dal silenzio con cui il Domenicale del Sole 24 ore accoglie da almeno un lustro l’opera di Elena Ferrante, silenzio rotto solo poche settimane fa con un taglio basso di Goffredo Fofi. Un’opera, quella dell’autrice, che, giova ricordarlo, viene letta e amata da milioni di persone nel mondo, che proprio
mentre scriviamo queste righe, sui social, esprimono tutta la loro solidarietà nei confronti di Elena Ferrante. A questi lettori, alla nostra autrice, e a tutti coloro che le hanno espresso solidarietà, va tutto il nostro impegno quotidiano e la nostra gratitudine".
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