Uno scorpione chiede ad una rana di lasciarlo salire sulla sua schiena e di trasportarlo sull'altra sponda di un fiume; in un primo momento l'anfibio rifiuta, temendo di essere punta durante il tragitto, ma l'aracnide argomenta in modo convincente sull'infondatezza di tale timore: se la pungesse, infatti, anche lui cadrebbe nel fiume e, non sapendo nuotare, morirebbe insieme a lei. La rana, allora, accetta e permette allo scorpione di salirle sulla schiena, ma a metà strada la punge condannando entrambi alla morte; quando la rana chiede allo scorpione il perché del suo gesto insano, questi risponde: "È la mia natura".
Omaggi e citazioni
Il racconto viene menzionato nei film Rapporto confidenziale (1955) di Orson Welles, Notte italiana (1987) di Carlo Mazzacurati, Skin Deep - Il piacere è tutto mio (1989) di Blake Edwards, La moglie del soldato (1992) di Neil Jordan, E morì con un felafel in mano(2001) di Richard Lowenstein, The Boondock Saints 2 - Il giorno di Ognissanti (2009) di Troy Duffy, Ingranaggio mortale (2009) di Franck Khalfoun e Drive (2011) di Nicolas Refn, oltre che nella soap opera Dallas.
È stato usato come motivo del titolo della puntata Il patto dello scorpione del finale/apertura delle stagioni 3 e 4 della serie Voyager di Star Trek e in Il rospo e lo scorpione, episodio della seconda stagione di How I Met Your Mother, oltre che in un episodio della seconda stagione di Smallville. Anche nella serie Teen Wolf nell'episodio 9 della terza stagione, così come nella serie televisiva Weeds, nella seconda stagione. Viene inoltre usata nella serie MacGyver stagione 4 ep19. La favola viene citata anche nel corso del 14 episodio della prima stagione di The Good Wife, nell'episodio 1 della VI stagione di Una mamma per amica, nel 16 episodio della IV stagione di Covert Affairs, nell'episodio 10 della II stagione di I Soprano e nell'episodio 7 della prima stagione di Wynonna Earp.
La rana e lo scorpione è anche il titolo di una canzone degli 883 del 1999 e del rapper Claver Gold feat. Murubutu del 2012.
La favola de "La rana e lo scorpione" viene citata anche nel film "Drive", di nicolas winding refn, dal pilota interpretato da Ryan Gosling.
Il personaggio dello scorpione e la sua falsa promessa vengono citati dai Megadeth nella canzone The Scorpion[5], quarta traccia dell'album The System Has Failed del 2004.
Nominato all'Oscar per la miglior musica (adattamento) e vincitore del Grand Prix tecnico al Festival di Cannes, il primo film americano del regista francese Louis Malle é realizzato con estrema cura, nella sceneggiatura di Polly Platt, la scenografia di Trevor Williams, la direzione artistica di James L. Berkey e soprattutto nella fotografia di Sven Nykvist, un lavoro di incredibile attenzione al dettaglio e all'uso della luce, come a ricreare quadri di dipinti dell'epoca.
Il film cattura molto bene un tempo e un luogo: l'era del ragtime a New Orleans, nelle case di piacere di Storyville. Per tutte le persone coinvolte l'atmosfera, il comportamento, i riti del bordello erano normali. Come per la piccola Violetta, che non conosce che l'ambiente dove é nata e cresciuta. La storia è raccontata dal suo punto di vista. Il sesso come merce è qualcosa di nuovo? Il bordello é il riflesso di una società dove tutto é in vendita. Una dodicenne che ci é cresciuta lo percepisce come normale. Non potrebbe essere diversamente. La morale è questione di soldi e di soddisfazione sessuale. Le donne si prostituiscono per ottenere quello che vogliono e un futuro migliore. E 'un mondo che ha le sue regole ma in cui tutti si aiutano a vicenda.
Il cast del film è eccellente, tutti i personaggi sono realistici. La bellissima Brooke Shields dimostra grande naturalezza ed espressività in un personaggio intelligente, curioso e petulante. La figura chiave della transizione dal ragtime a forme più libere fu il pianista Jelly Roll Morton, che appare nel film come "Il professore". Egli, che esagerava spesso, si vantava di avere inventato il jazz. Questa vanagloria e il fatto di apparire datato nell'era dello swing oscurarono in parte il suo merito di essere stato veramente uno degli ambasciatori del jazz e forse il primo a pensarlo in termini concettuali. Egli utilizzò la lezione del ragtime adottando la sincope ma emancipandola e applicandola con libertà in una invenzione ritmica con reminescenze dal blues, dalle marce, dalle danze paesane, dai balli latino-americani. Adottò le scale blues, creò un sistema di composizione e diede spazio e importanza all'improvvisazione. Egli ha fatto gran parte del suo meglio nelle notti a Storyville, dove amava godere della compagnia di magnaccia, prostitute, assassini, bari, spacciatori e mezzani di ogni tipo, svolgendo egli stesso alcune di queste attività. Il jazz fu il frutto musicale di un innesto africano ed europeo in varie regioni degli Stati Uniti. New Orleans non ne fu la madre, ma ne fu la balia, o meglio la culla. I locali di Storyville ne furono le incubatrici. Creato dal Consiglio Comunale di New Orleans il 1 ottobre 1897 per regolamentare la prostituzione sull'esempio dei Paesi Bassi e del nord della Germania, fu per venti anni fu il palcoscenico più scandaloso d'America, teatro di risse, rapine e imbrogli di ogni genere e un paradiso per le prostitute e i loro amministratori, come Tom Anderson, sindaco ufficioso della città e proprietario del principale saloon, aperto giorno e notte, l'Arlington Annex, dove lavorò Morton. Le due grandi amministratrici erano Lulu White, la “regina dei diamanti”, una mulatta delle Antille e la “Contessa” Willie Piazza.
Nel 1910 si contavano quasi duecento case di piacere, cabarets, sale da ballo, bische, innumerevoli bettole e “scuole di ballo” con “taxy girl”. Il 12 novembre 1917 fu la fine di un'epoca. Quell'anno l'America era entrata nella Prima Guerra Mondiale. New Orleans era un porto militare e Storyville venne chiusa dal Comando della Marina degli Stati Uniti preoccupato dalle risse, dalle ruberie e persino dagli omicidi in cui venivano coinvolti o di cui restavano vittime i marinai in libera uscita. La città mise il jazz tra i panni sporchi ma intanto cominciavano a fare scalpore i musicisti che si erano trasferiti a Chicago e New York: il resto é storia. A essere subito entusiasti del jazz furono le avanguardie musicali come l'illustre direttore d'orchestra Ernest Ansermet che nel 1919 aveva definito Sidney Bechet uno di quei geni cui si deve la creazione dell'arte musicale così come oggi la conosciamo e Igor Stravinsky che nel 1918 ha riassunto tutto Scott Joplin nel suo prodigioso “Ragtime” per 11 strumenti.
Il film è basato sul saggio "Storyville" di Al Rose e sulle fotografie di Ernest J. Bellocq che ha immortalato le prostitute del quartiere a luci rosse di New Orleans. La storia d'amore tra lui e la piccola Violet narrata nel film non é storicamente nota.
Questo libro ci porta nel laboratorio di Elena Ferrante, ci permette di dare uno sguardo nei cassetti da cui sono usciti i suoi primi tre romanzi e poi i quattro capitoli dell’Amica geniale, offrendo un esempio di passione assoluta per la scrittura.
La scrittrice risponde a non poche delle domande che le hanno fatto i suoi lettori. Dice, per esempio, perché chi scrive un libro farebbe bene a tenersi in disparte e lasciare che il testo faccia il suo corso. Dice i pensieri e le ansie di quando un romanzo diventa film. Dice com’è complicato trovare risposte in pillole alle domande di un’intervista. Dice delle gioie, delle fatiche, delle angosce di chi narra una storia e poi la scopre insufficiente. Dice dei suoi rapporti con la psicoanalisi, con le città in cui è vissuta, con l’infanzia come magazzino di mille suggestioni e fantasie, con la maternità, con il femminismo. Il risultato è l’autoritratto narrativamente vivacissimo di una scrittrice al lavoro.
Elena Ferrante
Elena Ferrante è autrice dell'Amore molesto, da cui Mario Martone ha tratto il film omonimo. Dal romanzo successivo, I giorni dell'abbandono, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza. Nel volume La frantumaglia racconta la sua esperienza di scrittrice. Nel 2006 le Edizioni E/O hanno pubblicato il romanzo La figlia oscura, nel 2007 il racconto per bambini La spiaggia di notte e nel 2011 il primo capitolo dell'Amica geniale, seguito nel 2012 dal secondo, Storia del nuovo cognome, nel 2013 dal terzo, Storia di chi fugge e di chi resta, e nel 2014 dal quarto e ultimo, Storia della bambina perduta.
Lei che è la sola e l’unica e quando il sole la illumina quello che per altri è un suono per me risuona come musica…..come musica… Claudio suona l’armonica da un picco in cui domina il mare che si sdraia sulla costa ionica, dove litorale guarda le case e il sole ne riscalda le greche in maiolica.. ma ora non pensa più niente, no no, vorrebbe dire: -Ciao, bye, bye, bye..- poi poco dopo si pente e pensa: -Ma Claudio tu dove è che vai? dai…- Rit: -Io non so quando ritornerò... isola verde… forse da morto, io che ne so, non so più niente… è vero, questo cielo non è un altro cielo e tu terra celi in te un segreto che forse conosciamo solo io e te-. Lui che era nato una notte, abbandonato nell’ombra da un marinaio allo sbando e un’isolana sedotta, cresciuto sull’isola scordata da Dio diceva: - l’isola è mia madre e mio padre sono io!-. Bimbo dagli occhi forti si si tuffava nei vortici e sbucava fra cascate di euforbie e garofani e fra i manti folti dei campi incolti, lui sovrano di un mondo che vibrava negli occhi suoi. Poi si tuffava fra le ombre dei faraglioni che forse sono le tombe dei pesci faraoni, le furie dei cavalloni, le guglie fra i moti ondosi, la spuma polverizzata sui balconi multicolori.. ma una voce diceva: -Vai via…sai quanto è grande il mondo?! fuori di qua non so neanch’io chi sia e se mi pento ritorno o no?.... Non so quando ritornerò….quando soffia il maestrale… ….forse quando ritornerò riuscirò ad ammaestrare il mare-. Claudio vuole andar via poi non vuole andar via, Claudio cerca una via, lui cerca una via qualunque essa sia. Rit. Claudio s’è fatto grande, il bimbo s’è fatto uomo, cresciuto col corpo al sole ha negli occhi i riflessi d’oro, ha i riflessi pronti di un uomo fatto da solo, solo cresce, solo vive e solo fugge verso il vuoto. Ha imparato la vita grezza con gli isolani nei campi, la stima e gentilezza dai loro occhi grandi, la vibra della fierezza dai volo dei falchi e la cifra della bellezza dai colori degli oleandri. Ora vuole prendere il largo, superare l‘arcipelago, gli basta una vecchia barca ed eccolo il suo Pegaso! Claudio si china e dubita, bacia la sabbia umida poi prende il largo con la quiete di chi aveva una scelta unica… ma nella notte il mare si gonfiò, alzò le onde di colpo, inghiottì Claudio in un solco blu, ne rese all’alba il corpo morto. Il paese pianse la più grande delle disgrazie, chi disse che fu un uragano che colpì le coste, chi disse che Claudio cercava la morte, qualcuno disse che fu l’isola che non voleva che se ne andasse; ora là sulla spiaggia dove la sabbia subentra ai cardi puoi sentire alla notte un pianto sommesso, forse è il vento che muove i rami degli alberi, c’è chi dice sia l’isola che piange il suo figlio prediletto.
Chi mi chiama? Sa il mio nome? Chi mi vuole ? Dove, dove? Suona una voce nell’afa della mattina, bagnata d’aria marina, esalata dalla battigia, sbarcata da spume d’ombre che infondono nuove forme, confondono fonti d’onde con torri d’aria salina …… La voce viaggia e si infila dentro a una stanza, che guarda dritta la spiaggia, poi sfiora una stufa in ghisa, riaffiora sempre più alta e danzando con calma salda lì incalza la faccia stanca del buon Carlo Caravita… Il signor Carlo pertanto si leva in slancio, lui osserva il soffitto bianco poi il quadro di S.Rita, sua moglie l’ha presa il mare, è partita senza tornare, lasciandolo a cuore infranto ed il corpo che fa fatica. Di lei amava la gioia e i particolari, il taglio degli occhi chiari, i tacchi e vestiti uguali, quando ballava il tango muovendo lenta la testa o cantando dalla finestra dove ardevano i gerani e lei amava: viaggiare e avvistare terra, il nome suo Annarella, scritto su alcuni scafi e il sorriso lieve lieve invadeva le gote accese, salendo la passerella che portava sulle navi. Se la guardava si smarriva in lei, bevendo gli suoi occhi suoi, chiamandoli occhi miei … lui vuole scoprire dove, la foce di quelle note, che sembrano di Annarella, la voce della sua bella. Rincorre il suono sul filo delle pareti, i doppi vetri, i pavimenti e la voce gli dice: -Seguimi!- e Carlo la segue fuori, là fuori brillan le siepi, ne segue tracce fra macchie di lecci, lauri e ginepri. Il nostro la segue a piedi tra piazze, case e pievi, strade fatte di piedi, reti appese ai vigneti, tra i terreni, i fieni scelti, i sentieri scoscesi ai piedi che portano a un mare fatto di linee bianche e turchesi. Carlo di fronte al mare, sul greto di sabbia e ghiaia, la luna di madreperla gli lancia un’occhiata ignara, là vede una barca ferma che porta una forma snella, è la forma di Annarella segnata dalla rugiada. Carlo sorride ai flutti, la fronte sugli occhi asciutti, le stringe la mano forte pronto per la traversata, all’alba Carlo non c’era, nessuno lì se ne accorse, il vento muoveva i giunchi e i loro fiori color giada… Rit.- … Amore mio tu non sei qui con me, ti non sei più con me, tu non sei qui con me… Un bagliore...dove, dove?.. La tua voce…dove, dove?.. Suona altrove… dove è? C’è una voce…dove, dove?... La tua voce…dove, dove? …Suona altrove…dove è?-
Claver Gold: -Sentivo il mare gridare forte il mio nome, nel nome di un altro amore, nel fuoco di un'altra unione, nel gioco di spuma e sale scappare da una prigione, sentirmi ancora chiamare voltarmi per poter dire no. Ma poi la noia la stasi, la nostra unione che quasi si era tagliata in due parti quindi divisa in due fasi, io avrei dovuto chiamarti davanti un bianco di Piasi per dirti quanto mi manchi, ma poi l'ho fatto? No. Amavo il sangue che porta inchiostro alla penna in questo mattino nostro d'Agosto volo su Vienna, l'aria che mi scotenna, la bocca che tentenna, dove muore la voce alla foce della Senna. Io, vestito male di stracci presi al mercato, i lacci toccato il suolo, il volo era terminato, il peggio l'ho meritato, in forma ma raffreddato, il nome tuo l'ho gridato e l'eco mi rispondeva: -si, si, si, si-. La brezza marina, accarezza la mia pelle, espelle la sua tossina, cara portami in cima, strappami dalla riva, ora trovo la pace nella benzodiazepina. Clima del litorale dove la sabbia danza al vento di Maestrale che soffia con eleganza, ora tolgo le scarpe ed accorcio la distanza, come Giorgio de Chirico ho Ulisse in una stanza. Ho quello che manca per avere ciò che serve, rosso d'arcobaleno, veleno di un'alta serpe, usalo come china nel nostro amore di epistole …..battiti e metriche in extrasistole. Vedo l'amore che passa e l'amore che viene, sento chiamare il mio nome da dodicimila diverse sirene poi metto un piede nel mare e quell'acqua di sale mi gela le vene, corro il più forte possibile e canto un richiamo come le balene. Lei che mi stringe la mano, vuole portarmi lontano, l'acqua è già sopra il mio cranio non ho saputo schivare il richiamo, ora ho le gambe stanche, avrei bisogno di branchie, non basterebbero neanche per dirti quanto ti amo. Ora il mio corpo viola è di nuovo a riva senza parola, sento posarsi i gabbiani sulle mie mani, la fine è ora, steso sul bagnasciuga, la pelle nuda, la sabbia sfiora, fine di questa storia ed è la stessa colonna sonora-. Rit.
Claver Gold feat Murubutu - La rana e lo scorpione - Prod. dj West
La rana e lo scorpione
Si sposta il limo nel fondale di quest'acqua scura il sole batte su ninfee quasi in fioritura dalla radura accanto spunta una strana figura ed io ho già paura della sua natura
Un raggio batte sui miei occhi caldi a metà maggio due frasi poi i coraggio folle di dargli un passaggio uno scorpione sulla schiena come un tatuaggio con l'impressione fissa che sarà l'ultimo viaggio Respiro piano mentre scendo lento dalla fronda non vedo il fondo -chissà l'acqua qui quant'è profonda il primo passo poi una goccia di sudore gronda non vedo neanche quanto sia distante l'altra sponda Un'onda sposta i nostri corpi in equilibrio tra fiducia, vita, convinzioni e generosità sono sicuro che l'audacia non mi basterà per arrivar di là -e sono già all'aldilà A metà strada poi di colpo un colpo m'avvelena morte di tutti i sensi e un aculeo sulla schiena in due secondi do il saluto alla vita terrena questa è la sua natura, il resto è la mia pena.
[Rit:]Ogni emozione è come sabbia se in mano a me la tengo stretta tra le dita e mi scappa, la delusione si fa rabbia notando che la linea della vita al palmo si strappa.
L'aspettativa ha un prezzo amaro e costa caro, e qui purtroppo non si parla di denaro. Io mi riparo nel riflesso di un'impressione, fiducia ed ossessione: la rana e lo scorpione.
[Murubutu:]
Una goccia che cade da una foglia d’abete, turba la quiete di uno specchio d’acqua che pare di stoffa e ne piega le sete Io che mi fermo e contemplo due rive identiche, non posso avanzare d’un metro lo stagno vibra d’onde concentriche
Un raggio di sole riscalda la pace dell’humus, screzia le placche calde del mio carapace scuro E io che non salto, non volo, non trapasso le onde Sarà una rana a farmi da Caronte qui fra sponde e sponde
Ammesso e concesso il dubbio che ha espresso adesso non sa che non sono cattivo e spesso il primo a temere me stesso perplessa mi carica la bestia che gracida Siamo sicuri non conosca già la fine tragica in pratica?
Ma mentre nuota tesa qua e nell’acqua va.. spingo regole e remore giù dalla pelle verde del rettile Qui non valgono norme le leggi o etiche man Le spingo veleno dal mio organo erettile nelle molecole
Mi disse: "Che hai fatto? Avevi giurato il contrario!" Come hai fatto a fidarti di chi promette con la mano sul calcio? Mentre affondiamo puntiamo gli abissi di ogni promessa leggi i confini del tutto e soprattutto gli omissis
[Rit.]
Claver Gold feat Murubutu - La rana e lo scorpione
"Elena Ferrante è Anita Raja": svelata l'identità della scrittrice dell'"Amica geniale"?
Secondo "Il Sole 24 Ore", dietro l'autrice della saga best seller ci sarebbe la moglie di Domenico Starnone. A sostegno della rivelazione, il quotidiano porta una serie di evidenze finanziarie che lasciano pochi dubbi. Gli interessati non confermano e non smentiscono
di STEFANIA PARMEGGIANI
02 ottobre 2016
Quel che ha scelto di dirci non basta, la rappresentazione di sé affidata a La Frantumagliavacilla. La vera identità di Elena Ferrante è un mistero che tutti vogliono sciogliere. Con qualsiasi mezzo: dopo le analisi letterarie ecco gli accertamenti finanziari e immobiliari. La Domenica del Sole 24 Ore pubblica, insieme con la tedesca Faz, la New York Review of Books e i giornalisti francesi di Mediapart, una inchiesta che seguendo le tracce contabili arriva ad Anita Raja, moglie dello scrittore Domenico Starnone.
Il nome non è nuovo: è una delle tante ipotesi, per molti la più plausibile, che sono state avanzate negli anni. È la prima volta però che a conferma non si elencano solo dettagli di stile, coincidenze biografiche e nomi assegnati ai personaggi, ma compensi professionali e visure catastali. Insomma, una inchiesta finanziaria in piena regola. La vecchia tecnica del follow the money, solo applicata a un'autrice che ha scelto di rimanere anonima per preservare il suo spazio di libertà creativa.
Anita Raja, 63 anni, è una traduttrice residente a Roma la cui madre era una ebrea polacca, arrivata a Napoli dopo essere sfuggita all'Olocausto. Da anni è una collaboratrice delle edizioni e/o. Negli anni Novanta ha anche coordinato la collana degli Azzurri, che ha pubblicato una manciata di libri tra cui il primo romanzo della Ferrante.
Secondo il Sole questi incarichi da soli non giustificherebbero i compensi a lei versati dalla casa editrice: Raja negli ultimi anni sarebbe stata la principale beneficiaria del successo commerciale della tetralogia "L'amica geniale", nel 2014 il suo reddito sarebbe aumentato di quasi il 50%, mentre nel 2015 di un ulteriore 150%. Stessa percentuale - stando ai calcoli del quotidiano finanziario - degli aumenti di bilancio della casa editrice: nel 2014 più 65%, nell'anno successivo più 150%. Nessun altro dipendente o collaboratore di e/o avrebbe avuto una impennata simile in busta paga. Neanche Domenico Starnone (che in questi anni altre voci hanno identificato con la Ferrante, da solo o insieme alla moglie) avrebbe ottenuto retribuzioni equivalenti.
Altro indizio sarebbero le visure catastali fatte sulle proprietà immobiliari dei due coniugi: nel 2000, dopo il successo cinematografico del film di Martone "L'amore molesto", tratto dal primo libro della Ferrante, Anita Raja avrebbe acquistato una casa di pregio nel centro di Roma. L'anno dopo una casa di campagna in Toscana. In contemporanea al successo sul mercato di lingua inglese dei libri della Ferrante, anche Starnone avrebbe comprato un altro appartamento di pregio, a pochi passi da quello della moglie, il cui valore di mercato - sempre stando alle valutazioni del Sole - si aggirerebbe tra 1,2 e 2 milioni di euro.
Starnone non ha voluto commentare, la moglie neppure. Sandra Ozzola e Sandro Ferri, gli editori di e/o che sono gli unici a conoscere realmente l'identità della Ferrante, non hanno né confermato né smentito, come fanno ogni volta che un giornalista o un critico avanza una ipotesi. I due avevano sperato di calmare (o forse di cavalcare) la curiosità dei lettori, dei critici e della stampa con la nuova edizione di un libro - La Frantumaglia - che raccoglie le tante interviste fatte negli anni via mail alla Ferrante, le sue lettere e riflessioni pubbliche. Chiunque si celi dietro questo nome in quelle pagine ha ripetuto di volere sparire dietro ai suoi testi e ha concesso solo pochi dettagli biografici: due sorelle, una madre sarta che si rivolgeva alle figlie in napoletano, il trasferimento per motivi di lavoro in un'altra città. Nessuna di queste affermazioni corrisponde alla biografia della Raja, ma questo dice poco: nello stesso libro la Ferrante ha ammesso di non odiare le bugie, anzi di ritenerle utili per proteggersi. E così torniamo al punto di partenza: il denaro sembra portare a casa Raja-Starnone, ma per quante analisi letterarie o economiche si facciano, senza conferme l'identità è destinata a restare un mistero.
Cambia qualcosa? Erri De Luca, interpellato dall'Adnkronos, si dice certo che "ai lettori non interessi l'identità, ma l'opera, leggerla. Questa sorta di indagini patrimoniali - aggiunge - farebbero bene a svolgerle per stanare gli evasori invece degli autori". Sulla sua stessa lunghezza d'onda molti dei commenti apparsi sui social: lettori italiani e stranieri che hanno ironizzato sulla caccia alla strega, sull'ossessione per l'identità di scrittori e artisti (citatissimo anche Banksji)
Tant'è che, proprio per ringraziare chi si è detto vicino alla Ferrante, in serata arriva una nota stampa degli editori: "Molto inchiostro è stato versato facendo illazioni sull’identità di Elena Ferrante invece di approfondire la sua opera, e purtroppo molto ancora se ne verserà. Almeno fintanto che certi giornalisti riterranno che il gossip e il pettegolezzo siano più importanti dell’opera dell’autrice. Questo almeno è quello che si evince dal silenzio con cui il Domenicale del Sole 24 ore accoglie da almeno un lustro l’opera di Elena Ferrante, silenzio rotto solo poche settimane fa con un taglio basso di Goffredo Fofi. Un’opera, quella dell’autrice, che, giova ricordarlo, viene letta e amata da milioni di persone nel mondo, che proprio
mentre scriviamo queste righe, sui social, esprimono tutta la loro solidarietà nei confronti di Elena Ferrante. A questi lettori, alla nostra autrice, e a tutti coloro che le hanno espresso solidarietà, va tutto il nostro impegno quotidiano e la nostra gratitudine".
Elena Ferrante, parla l'editore: "Basta assediarla, non è una criminale"
Stefania Parmeggiani 03 ottobre 2016
"Trovo disgustoso il giornalismo che indaga nella privacy e tratta le scrittrici come camorriste. Adesso si finisce anche per guardare nei conti ". Sandro Ferri, editore insieme alla moglie Sandra Ozzola di e/o non smentisce l'ultima ipotesi sull'identità di Elena Ferrante. È infuriato, ma non perché qualcuno ha ipotizzato che dietro la scrittrice si nasconda Anita Raja, moglie dello scrittore Domenico Starnone. Quello è il meno: sono anni che Raja è in cima alla lista dei "sospetti". E Ferri si guarda bene dal citarla. Su di lei nessuna parola, neanche nella nota stampa che diffonderà poi in serata per ringraziare quanti sui social network si sono indignati per l'articolo o hanno ironizzato sulla caccia all'identità segreta. Una valanga di commenti sia di lettori italiani che stranieri. È infuriato perché questa volta l'ipotesi non poggia su basi letterarie, ma su compensi professionali e visure catastali. La vecchia tecnica del follow the money, solo applicata a un'autrice che ha scelto di rimanere anonima. La pista finanziaria è stata seguita dal Sole 24 Ore e i risultati sono stati pubblicati ieri anche dalla tedesca Faz, dal sito francese Mediapart e dalla New York Review of Books.
Anita Raja, 63 anni, è una traduttrice dal tedesco che da anni collabora come freelance per le edizioni e/o. Secondo il Sole i suoi incarichi da soli non giustificherebbero i compensi versati dalla casa editrice: negli ultimi anni sarebbe stata la principale beneficiaria del successo commerciale della tetralogia "L'amica geniale". Nel 2014 il suo reddito sarebbe aumentato di quasi il 50%, mentre nel 2015 di un ulteriore 150%, percentuali simili a quelli dei bilanci della casa editrice. Nessun altro dipendente o collaboratore di e/o avrebbe avuto un trattamento simile. Neanche Domenico Starnone (che in questi anni altre voci hanno identificato con la Ferrante, da solo o a quattro mani con la moglie) avrebbe ottenuto retribuzioni equivalenti. Altro indizio sarebbero le visure catastali fatte sulle proprietà immobiliari acquistate dai due coniugi dopo l'uscita del film di Martone L'amore molesto e dopo il successo della tetralogia sul mercato di lingua inglese.
Ferri alza la voce: "È un assedio senza tregua, una mancanza di rispetto nei confronti di una persona che non vuole apparire". Seguendo il suo ragionamento a essere lesa non sarebbe solo la scrittrice, ma anche la traduttrice a cui sono stati fatti i conti in tasca. Su di lei però
Ferri non dice nulla. Neanche nella nota stampa che firma insieme a Ozzola per ringraziare chi ama l'opera della Ferrante: "A questi lettori, alla nostra autrice e a tutti coloro che le hanno espresso solidarietà, va tutto il nostro impegno quotidiano e la nostra gratitudine ".
La più bella e divertente attrice italiana, da anni lontana dai riflettori
03 NOVEMBRE 2016
Era il 1954 e Monica Vitti, al secolo Maria Luisa Ceciarelli, faceva il suo esordio cinematografico in una commedia a episodi diretta da Edoardo Anton, "Ridere! Ridere! Ridere!".
Ripercorriamo in questa fotogallery la carriera della grande attrice romana che oggi compie 85 anni e da tempo è lontana dai riflettori a causa di una malattia degenerativa.
Una carriera segnata dall'incontro con Michelangelo Antonioni che la volle protagonista nella cosiddetta "tetralogia dell'incomunicabilità" in capolavori come "L'Avventura" e "L'Eclisse".
Ma è nella commedia che ha poi brillato il suo talento unico a partire da film come "La ragazza con la pistola", "Io so che tu sai che io so" e "Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)" fino al sodalizio negli anni Settanta con Alberto Sordi che la consacrò al grande pubblico.