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La rivoluzione di Helmut Newton passa attraverso gli scatti più memorabili della sua carriera
La rivoluzione di Helmut Newton passa attraverso gli scatti più memorabili della sua carriera
“Penso che un fotografo, come un bambino educato, dovrebbe essere visto e non ascoltato”.
Il 31 ottobre 2021 ha inaugurato la grande mostra retrospettiva Helmut Newton. Legacy alla Fondazione Helmut Newton di Berlino. Inizialmente programmata per coincidere con il 100° compleanno del fotografo, è stata posticipata di un anno a causa della pandemia.
Ora in mostra una selezione di opere di uno dei fotografi più influenti del XX secolo, conosciuto per le sue modelle alte, forti, muscolose e spesso nude. La sua non era solo fotografia di moda, a partire dagli anni Sessanta, Helmut Newton divenne una celebrità e introdusse nella fotografia i temi dell’erotismo, del voyeurismo e dell’omosessualità. Amava provocare ed era visto come un cattivo ragazzo ma a questo lui rispondeva: “Bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione”.
La mostra Helmut Newton. Legacy ripercorre cronologicamente la vita e l’eredità del fotografo berlinese. Con circa 300 opere, molte di queste esposte per la prima volta, la mostra presenta aspetti meno noti dell'opera di Newton che attraversano i decenni e riflettono lo spirito mutevole dei tempi. L’esposizione é completata da polaroid, pubblicazioni, materiale d'archivio e dichiarazioni del fotografo che raccontano il suo processo creativo. Rimarrà in mostra fino al 22 maggio 2022, il suo incomparabile lavoro pieno di sottile seduzione ed eleganza senza tempo tra ritratti, nudi in piscina, manichini svestiti e messe in scena di ossessioni sessuali. Un’esposizione che racconta il contributo di Newton alla fotografia attraverso il suo stile provocatorio ma che sottolinea soprattutto come il fotografo fu il primo a immaginare e visualizzare le donne per come sono oggi: donne che controllano la loro sessualità, donne che amano e desiderano chiunque vogliono, a prescindere dal sesso; donne in salute che hanno il controllo del loro corpo e godono del suo splendore.
Anticipando la rivoluzione sessuale che arrivò con l’avvento della pillola anticoncezionale, le donne del mondo di Newton sanno ciò che vogliono e se lo prendono; a differenza delle molte critiche che gli vennero fatte, erano molto lontane dall’essere oggetti sessuale deboli e compiacenti. Dietro tanta disinvoltura sulla pellicola si nasconde un uomo che non ha mai parlato volentieri delle sue fotografie e tanto meno della sua vita privata. “Penso che un fotografo, come un bambino educato, dovrebbe essere visto e non ascoltato. Sono un fotografo della vecchia scuola e non ho niente a che fare con l’arte. Non mi lascerò mai andare a discorsi intellettuali sul mio lavoro”.
Helmut Newton nacque a Berlino sotto il segno dello scorpione nel 1920 da un fabbricante di bottoni, studiò al Werner von Treischeke Realgymnasium finché le leggi di Norimberga separarono gli alunni ebrei da quelli ariani nelle aule. Il padre lo mandò alla scuola americana di Berlino, ma fu presto espulso perché era un allievo irrimediabilmente pigro i cui interessi principali erano il nuoto, le ragazze e la fotografia. All’età di sedici anni imparò ad usare una macchina fotografica e nel 1936 diventò apprendista della fotografa berlinese Yva (Else Simon), specializzata in moda, ritratti e nudi, successivamente deportata e uccisa dai nazisti ad Auschwitz. Nel 1938 Newton lasciò Berlino per Singapore con un lavoro come fotografo di cronaca al Singapore Straits Timesma due settimane dopo fu licenziato dall'editore per incompetenza. Nel 1940 arrivò in Australia e provò con l’esercito, prestò servizio per cinque anni come privato guidando camion da dieci tonnellate. Quando decise di stabilirsi lo fece a Melbourne dove aprì un piccolo studio fotografico e incontrò l'attrice June Brunell (Browne) che diventò sua moglie e che a partire dal 1970, iniziò a fotografare con il nome di Alice Springs.
Newton diventò un collaboratore regolare e importante di Vogue Francia dal maggio 1961 e per i successivi 25 anni. Durante questo periodo lavorò anche per la versione americana, italiana e tedesca di Vogue, oltre che per Linea Italiana, Queen, Nova, Jardin des Modes, Marie Claire e Elle. È all’inizio degli anni Settanta che una serie di problemi di salute tra cui un attacco di cuore, sono il punto di svolta per Helmut Newton che decide che non c’è abbastanza tempo in una vita per copiare gli altri e seguire le mode. In questi anni che trova finalmente il suo inconfondibile stile, come si vede nelle sue fotografie che ritraggono la moda rivoluzionaria di André Courrèges.
Inizia a fotografare come dice lui, senza buon gusto, con imperfezioni ed erotismo. Viaggia tra Parigi, Monte Carlo, Los Angeles e i suoi scatti non si fermano sui fondali dello studio ma si avventurano nelle strade, dove le modelle diventano le partecipanti di messe in scena, le protagoniste di una storia di paparazzi, di proteste o altro ancora. Ed è proprio questa la magia delle fotografie di Newton: poter osservare le immagini e riuscire ad immaginare la storia che può esserci prima e dopo quella scena. “Sono come tante altre persone, mi siedo sulla spiaggia o sulla terrazza di un caffè, guardo la gente – soprattutto le donne – e mi invento delle storie. È un buon modo per passare una mezz’ora”.