L’anima delle piante in una goccia di profumo
Un viaggio olfattivo tra botanica, memoria e spiritualità, dove gli oli essenziali raccontano la natura, curano l’anima e risvegliano antichi legami con la terra
Lavanda, rose antiche, rosa canina, limoni, arance, zagara, timo, elicriso… ma anche origano, menta, salvia, tutti i tipi di rosmarino… sono solo alcune delle piante botaniche che in natura sprigionano le loro essenze che possono essere catturate, come per una magia alchemica, lavorando attraverso la filosofia e l’ascolto per raggiungere il cuore e per ritrovare quell’essenza ancestrale che ci lega al mondo e alla natura; ma anche al nostro passato e al presente proprio attraverso la memoria olfattiva che si lega direttamente al talamo, la parte più antica ed istintiva del cervello.
I profumi, e gli odori in generale, sono un vero e proprio viaggio nell’anima, sanno far emergere e riemergere emozioni e ricordi. Il profumo ha in sé qualcosa di divino, un’alchimia, una trasposizione come di quintessenza; e gli oli essenziali hanno la capacità di legarci direttamente alla natura.
In Botanica tutti i componenti della pianta possono essere utilizzati per estrarre oli essenziali, ognuno con uno scopo ben preciso; fiori, foglie, fusti, semi, bucce, legni. La pianta crea i suoi oli essenziali per il suo sostentamento, come difesa da attacchi e sviluppa una sinergia con il suolo da cui prende le sostanze nutritive e con il sole. Sono la componente più sottile e pura della pianta, fatti di umore e luce.
Ogni pianta produce i suoi oli essenziali e ognuna lo immagazzina in parti diverse, come nei fiori, per attirare gli impollinatori, o sulle foglie per proteggersi da malattie. Sono delle vere e proprie barriere che contengono in sé informazioni importanti e potenti; sono una complessa miscela chimica fatta di sostanze aromatiche volatili; ma anche nelle radici, nei rami, nella resina, nei baccelli o nelle bacche. Proprio per questo, spesso da una stessa pianta si possono estrarre oli essenziali diversi, ognuno dei quali ha caratteristiche olfattive proprie.
Dagli oli essenziali utilizzati in erboristeria per usi medicamentosi, a quelli utilizzati in profumeria, il passo è breve. Forse c’è anche un cambio di paradigma, una maggiore consapevolezza, ma oggi la natura si sente finalmente più vicina, e sono in molti a cercare rimedi naturali oppure essenze naturali capaci non solo di diffondere la loro fragranza, come un alone di piacevolezza, ma anche e non in secondo piano, gocce che possono curare la salute e l’anima.
Piante usate in profumeria e fitoterapia, aromaterapia
Attraverso la capacità di estrarre gli olii essenziali, nasce anche l’arte di creare profumi attraverso l’utilizzo dei soli estratti delle piante. Così si lavora con una materia prima viva, che racchiude in sé terra e cielo ed è capace di trasmettere vibrazioni ancestrali attraverso quello che è il senso più antico e attivo già alla nascita, l’olfatto, capace di portarci ad un alto livello di consapevolezza e coscienza diversi. È il senso più spirituale permette di scoprire e percepire realtà sottili, nascoste agli altri sensi.
In natura si possono estrarre anche 600 e più principi attivi, con le loro diverse sfumature, senza l’aiuto della chimica e molecole di sintesi. Una componente aromatica particolarmente attiva che attraverso l’olfatto e la pelle è in grado di curare. Ecco, quindi che gli oli essenziali diventano veri e propri messaggeri che parlano al nostro inconscio attraverso il linguaggio universale e archetipo del profumo: i nostri primi ricordi sono indissolubilmente legati agli odori, conservati in una memoria che non ha bisogno di immagini o parole.
Per questo è importante l'ascolto della materia prima, il messaggio o la vibrazione che una pianta è capace di trasmettere, e comprenderne il messaggio della pianta, attraverso le emozioni che ci trasmette.
Un mondo affascinante e misterioso, fatto di scelte e accostamenti, fatto di alambicchi e fuoco lento che scalda l’acqua nelle ampolle. Ogni pianta come ogni diversa parte botanica, ha la sua tecnica prediletta di estrazione, il suo modo di essere trattata perché ad ogni lavorazione ben precisa corrisponde un preciso risultato e resa. per cui deve essere deciso prima di iniziare sulla base di quello che si vuole ottenere e il messaggio che si vuole trasmettere attraverso gli oleoliti. Con la corrente di vapore, ad esempio, si ottiene il massimo dalla componente aromatica della pianta.
Ma il percorso è stato lungo ed ha attraversato i millenni. Probabilmente i primi unguenti sono stati realizzati con l’utilizzo dell’olio d’oliva. I primi profumieri nella storia sono stati i sacerdoti e i medici, infatti in antichità l’uso del profumo era fortemente legato ai riti e alla purificazione, come nei riti di passaggio e nei processi di guarigione. Veniva utilizzato come unguento, oleoliti, o sacchetti di erbe indossati; per questo sicuramente esisteva la figura del medico profumiere, tanto era forte la consapevolezza, ormai perduta di come gli odori siano in grado di curare l’anima, la psiche e il corpo.
Nella Bibbia, addirittura si trovano indicate con precisione le erbe da utilizzare in preghiera, come utilizzarli e in quale forma: profumo unguento e così via.
Anche per l’Islam l’uso del profumo divenne obbligatorio durante la preghiera.
Dagli unguenti a base di grassi vegetali, ai sacchetti profumati, fino all’uso della corrente di vapore è avvenuta solo successivamente, nell’XI secolo con Avicenna, e solo dal XII secolo si diffonde in tutta Europa, grazie ai trattati arabi.
La distillazione è una vera e propria arte, fatta di intuito e rispetto, la temperatura dell’estrattore deve essere costante e il tempo di estrazione lungo e lento per consentire a tutte le molecole aromatiche di essere estratte, solo così è possibile percepire le note di testa, cuore e base.
Ma ogni pianta oppure ogni diversa sua parte predilige un tipo di estrazione, e assolutamente deve essere raccolta nel suo periodo… Balsamico per ottenere il massimo e il meglio in un olio essenziale come concentrato di cura e calore.
Il metodo a corrente di vapore, quello più tradizionale, si predilige per le piante aromatiche, le conifere e alcuni legni.
La spremitura a freddo viene utilizzata per le scorze degli agrumi dato che la pressione permette di rompere gli opercoli che contengono gli oli essenziali, mentre con la successiva centrifugazione viene separata l’acqua, così si ottiene quello che è un prodotto crudo, ma facilmente soggetto all’ossidazione.
L'estrazione assoluta e le tinture sono, invece, utilizzate per le materie prime particolarmente pregiate e delicate: viene utilizzato un solvente, in genere alcol o esano, e lasciate riposare per il tempo necessario al trasferimento delle molecole odorose.
Importante per l’estrazione degli oli essenziali è il luogo pulito e la stagionalità, ma anche le condizioni climatiche in cui si è trovata la pianta, che quasi sempre influisce sul risultato finale dell’olio essenziale estratto.
Ma le note odorose si rifanno a quelle musicali, in una somiglianza catturata dal francese Septimius Piesse, nel 1800, che le classificò sulla base della scala musicale. e la concezione di scala olfattiva e nota odorosa è rimasta, in considerazione anche alle caratteristiche dell’olio essenziale, alle sue proprietà e alla sua volatilità, che nell’insieme sono capaci e concorrono a creare l’equilibrio di un profumo.
Le note di Testa comprendono gli oli essenziali più leggeri e volatili, quelli più freschi e acuti, in genere i primi ad essere riconosciuti. sono il volo del profumo, quelli che più rapidamente sono in grado di agire a livello della psiche, dinamici, stimolanti, energizzanti, come il limone, l’eucalipto, il bergamotto, l’arancio, la citronella.
Nelle note medie o di cuore, vi è racchiuso, per l’appunto, il cuore del profumo. sono sentori caldi, avvolgenti, anche sensuali che agiscono a livello del torace e molto spesso entrano in sinergia con gli organi del corpo umano e contribuiscono al loro equilibrio, agiscono sulle emozioni e sui sentimenti, risvegliando sensazioni dimenticate: camomilla, ylang ylang, lavanda, gelsomino, rosa.
Le note basse o di base, invece, emergono lentamente, restando anche più a lungo. Sono l’anima del profumo. hanno un aroma ricco e speziato, profondo e intenso. Profumo che viene percepito con la parte bassa del nostro corpo ed ha proprietà spesso rilassanti: legno di cedro, incenso, mirra, benzoino, sandalo.
Ma oltre alle note, vi sono le famiglie olfattive che vanno a classificare le diverse composizioni in profumeria attraverso l'uso degli oli essenziali. Queste vanno ad identificare il carattere prevalente di un profumo, attraverso quelle note predominanti della composizione.
Ecco quindi che i profumi si dividono in famiglie olfattive. Così abbiamo i profumi speziati, caldi e avvolgenti, dall’immaginario esotico e accattivante; protagoniste sono le spezie in prima linea, cannella cardamomo, pepe, noce moscata.
ecco poi la famiglia delle composizioni floreali, caratterizzate in genere da un singolo fiore, come da un bouquet. questi oli essenziali hanno sentori morbidi, inebrianti e avvolgenti; sono in genere molto rari perché distillati dai fiori, sono una delle materie prime più preziose in assoluto dato che sono distillati dai fiori, e i petali hanno una resa bassissima, come la rosa, il gelsomino, la lavanda, il neroli…
Mentre gli oli essenziali che rientrano nelle famiglie agrumate, hanno il carattere mediterraneo, capaci di trasmettere purezza e freschezza: storicamente, gli agrumi venivano utilizzati per la produzione delle acque di colonia. Arancio, limone, bergamotto, litsea, riescono a dare composizioni veramente molto originali.
Le composizioni balsamiche sono fresche e dinamiche, verdi o azzurre, ricordano la natura e la clorofilla, frizzanti e toniche: eucalipto, alloro, abete, pino silvestre.
I cipriati prendono il nome dalla nota olfattiva del fiore iris, che è da sempre il profumo della cipria, quella della nonna per intenderci, quindi: iris, vaniglia, sono profumi teneri e carezzevoli, setosi.
Non possiamo non parlare delle famiglie degli oli legnosi: legno di cedro, sandalo, cipresso, cannella, palo santo storicamente quelli più maschili.
Passiamo agli ambrati, che ci ricordano l’oriente: patchouli, mirra sandalo vetiver, benzoino, hanno sempre un forte impatto, sensuale e avvolgente.
Terminiamo con i cuoiati: vetiver, muschio, quercia, sanno rimandarci ad un senso di forza e di carattere.
Gli oli essenziali sono sostanze odorose non standardizzabili, molecole odorose prodotte dalle piante, per cui assolutamente ci legano al naturale e sono tutte da scoprire per ritrovare armonia e benessere interiori e un nuovo legame, anzi antico con la terra e il suo profumo.
- Dalle antiche distillazioni ai metodi contemporanei, l’uso delle piante nella profumeria naturale è un ponte tra scienza, arte e spiritualità
- Non solo le classiche officinali: anche piante selvatiche e agrumi contribuiscono con le loro essenze uniche a comporre paesaggi olfattivi complessi e autentici
- Ogni pianta, officinale o spontanea, porta con sé un messaggio: nei profumi naturali, questo messaggio si traduce in vibrazione, memoria e guarigione
- Gli oleoliti e gli unguenti a base di piante non sono solo cosmetici, ma veri strumenti di cura che agiscono sulla pelle e sull’inconscio
- Nella creazione di profumi botanici, l’equilibrio tra le note di testa, cuore e base nasce dall’ascolto profondo della pianta e del suo potere aromatico
- Fiori, foglie, cortecce e radici diventano materia viva per comporre fragranze che curano, proteggono e raccontano storie silenziose
Nessun commento:
Posta un commento