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Angela Carter
sabato 27 agosto 2022
mercoledì 24 agosto 2022
«Salman, sei nostro fratello» / Scrittori in piazza per Rushdie
Salman Rushdie |
«Salman, sei nostro fratello»: scrittori in piazza per Rushdie
Il reading davanti alla New York Public Library, nella Grande Mela, in solidarietà con l’autore accoltellato il 12 agosto: presenti romanzieri, giornalisti, amici
«Cercai sull’elenco, trovai numero di telefono e indirizzo di Salman Rushdie, presi la metro fino a casa sua. Non era in casa, era in vacanza in Italia, ma sua suocera mi fece entrare. Parlammo, mi diede carta e penna per scrivergli un messaggio... Quello era un mondo nel quale l’unica follia che poteva succederti era di trovarti sull’uscio un lettore esuberante. E quel mondo si chiamava civiltà. Cerchiamo di tenercelo stretto». Così lo scrittore americano Jeff Eugenides, parlando ieri al suo turno, sugli scalini della New York Public Library, ha raccontato il suo primo tentativo, da giovane, di incontrare Rushdie a Londra, prima della fatwa dell’ayatollah Khomeini che lo condannò a morte nel 1989. Come non pensarci dopo che, il 12 agosto, il giovane americano Hadi Matar ha preso un bus dal New Jersey per andare a pugnalare dieci volte Rushdie al festival di Chautauqua, nello Stato di New York?
Paul Auster e Siri Hustvedt hanno letto brani dal memoir di Rushdie Joseph Anton, Gay Talese uno stralcio da La caduta dei Golden, Colum McCann un passaggio di Out of Kansas, un racconto che rivisita la sua prima influenza letteraria (Il Mago di Oz) e il rapporto con il padre. Non potevano mancare I versi satanici, letti dall’autore britannico Hari Kunzru, mentre l’iraniana Roya Hakakian si è tuffata in Harun e il mar delle storie, il primo libro (per ragazzi) dopo I versi. Il pittore italiano Francesco Clemente ha recitato Nel sud, da lui illustrato: «La mia amicizia con Salman si basa sul disaccordo su tutto, proprio come i personaggi di questo racconto». Gli intellettuali che hanno letto le opere di Rushdie ieri mattina a Manhattan, in un evento organizzato dall’associazione per la libertà di espressione Pen America, sono anche cari amici dello scrittore, desiderosi di fare qualcosa per lui. E la possibilità di vedere in livestream l’evento sul sito della biblioteca di New York non era solo un modo per raggiungere il pubblico mondiale dei suoi lettori. Serviva anche per rivolgersi a Salman, ancora ricoverato in ospedale: si sta riprendendo e ha recuperato il suo humour, anche se rischia di perdere un occhio, e ha fatto sapere che avrebbe seguito l’evento online. Alcuni dei presenti si erano confrontati con lui sui brani da leggere.
«Ti ho pensato ogni ora di ogni giorno. Ti voglio bene come a un fratello», ha detto Paul Auster. Parole simili a quelle che pubblicò trent’anni fa in un articolo sul «NewYork Times»: ogni mattina, quando si metteva a scrivere, pensava all’amico che viveva nascosto dall’altra parte dell’oceano, e lo ringraziava perché stava difendendo anche la sua libertà. Auster annuisce. «Mi succede di nuovo, ora che è ricominciato. Le persone come Salman combattono perché tutti abbiano il diritto di esprimersi — dice al “Corriere” —. Non ha chiesto questo, voleva essere solo un romanziere, ma ha scritto un libro e si è trovato nel mezzo di una reazione politica violenta che gli ha cambiato la vita. Allora ha avuto il coraggio di iniziare a esprimere i suoi valori profondi. Nessuno dei suoi saggi su questi temi sarebbe stato concepito se la storia non lo avesse forzato ad essere non solo un romanziere, ma anche un portavoce, ed è difficile fare entrambe le cose, ma lui c’è riuscito».
Auster e Hustvedt, marito e moglie, sono amici di Rushdie da trent’anni. «Lo abbiamo conosciuto durante la fatwa», ci spiega lei a margine dell’evento. «Quando lo vedevamo a cena a Londra, ci scambiavamo 3-4 telefonate segrete, andavamo all’indirizzo comunicato in segreto, c’erano agenti di guardia fuori, me ne dimenticavo per poi ritrovarli a tarda notte assonnati. Quello era il tempo dei segreti. Ma il Salman che viveva a New York girava da uomo libero. Veniva spesso a cena da noi. Una volta, all’inizio della nostra amicizia, quand’ero terrorizzata che gli accadesse qualcosa, mi guardò e mi disse: “Siri, io non ho nulla da temere dal pubblico”». Alla scrittrice l’aggressore ricorda «il profilo degli sparatori di massa: solitario, arrabbiato, un giovane che sente la propria mascolinità umiliata e che trova uno sfogo ideologico, rinnegato dalla madre laica. Mi sembra abbia poco a che fare con le politiche degli Stati». L’Iran? «Colpevole nel senso che non hanno mai cancellato la fatwa, è rimasta là per chi, folle o meno, volesse seguirla».
Gli amici di Rushdie, inclusa la giornalista Tina Brown, sottolineano che si è battuto per il pluralismo delle idee, sfidando il politically correct come le lobby religiose. A chi chiede se in America anche la «sinistra woke», quella più impegnata sul tema dei diritti, non abbia la colpa di opporsi alla libertà di espressione, Hustvedt replica d’essere «contraria a chiunque legiferi sulle credenze umane... ma attenzione: oggi il problema più grande è la violenza dei nazionalisti bianchi e dell’estrema destra che influenza l’intero Partito repubblicano». Rushdie, già copresidente del Pen, diceva che gli scrittori in prigione vanno difesi celebrando con gioia le loro storie, le metafore. È ciò che è accaduto ieri alla Public Library, conclude la portavoce Suzanne Nossel: «Beccati questo, ayatollah».
lunedì 22 agosto 2022
Oscar Wilde / Il cinismo
sabato 20 agosto 2022
Il ritratto di Oscar Wilde/ Prima parte / Chi era Oscar Wilde?
Il ritratto di Oscar Wilde
Prima parte. Chi era Oscar Wilde?
2- Molte volte affermava convinto di esser stato in una villa meravigliosa, mentre era stato soltanto a teatro;
3- Parecchie volte cambiò il suo autografo e il nome con cui si presentava agli altri;
4- Spendeva senza ritegno il denaro al punto che le 50 sterline regalategli dalla zia per il suo matrimonio, le usò per acquistare due soli cucchiaini;
5- Amava acconciarsi i capelli nella stessa identica foggia in voga all’epoca dell’antica Grecia;
6- Aveva la strana abitudine di nascondere gli anni compiuti e, durante tutti i suoi compleanni, era solito affermare di sentirsi in lutto per il decesso d’uno dei suoi anni;
7- Odiava con risolutezza tutte le regole che facevano da pilastri alla proclamata società vittoriana (in cui viveva) dai severi costumi sessuali;
8- Anche se sposato, viveva tranquillamente la propria omosessualità con molti amanti diversi.
- Si accettavano le relazioni omosessuali tra maschi adulti senza alcun problema d’intolleranze omofobe.
2- Wilde ama la sua omosessualità;
3- L’omosessualità di Wilde è disprezzata dalla società in cui vive;
4- Wilde - per principio - diventa anticonformista.
2- Perché non cede alla facile vita dell’eterosessualità?
2- Situazioni favorevoli o sfavorevoli;
3- Conflitto paterno (con relativa divergenza erotica);
4- Amicizie di simile origine nell’ambiente omosessuale...
Il ritratto di Dorian Gray
- L’anima e il corpo di Dorian Gray;
- Dorian Gray invecchia nel quadro, ma rimane giovane nell’aspetto.
2- Decisamente anti-conformista;
3- Assai contrario al buon senso comune.
- E meglio invecchiare nel corpo o e meglio rimanere giovani nell’anima?
Dal Il ritratto di Dorian Gray, Oscar Classici - Serie Cult 2011, traduzione di Raffaele Calzini, postfazione di Marguerite Yourcenar.
WSI
venerdì 19 agosto 2022
Donne / Karol Ramírez
giovedì 18 agosto 2022
mercoledì 17 agosto 2022
martedì 16 agosto 2022
lunedì 15 agosto 2022
Addio Nicholas Evans, lo scrittore che «sussurrava ai cavalli»
Nicholas Evans |
Addio Nicholas Evans, lo scrittore che «sussurrava ai cavalli»
di Damiano Fedeli15 agosto 2022 (modifica il 15 agosto 2022 | 18:46)
È morto improvvisamente l’autore del bestseller che ha vinto 15 milioni di copie. Dal libro del 1995, il film diretto e interpretato da Robert Redford
Lo scrittore britannico Nicholas Evans, autore del romanzo L’uomo che sussurrava ai cavalli è morto il 9 agosto (ma la notizia è stata comunicata il 15 dalla United Agents) all’età di 72 anni, per un attacco di cuore. Il suo libro del 1995 (in Italia edito da Rizzoli) è stato un bestseller che ha venduto più di quindici milioni di copie in tutto il mondo, affermandosi al primo posto delle vendite in venti Paesi. Il romanzo è diventato nel 1998 un film diretto e interpretato da Robert Redford, con Scarlett Johansson.
Il libro (titolo originale The Horse Whisperer) era il suo romanzo d’esordio. Racconta la storia di un allevatore che sa guarire i cavalli: sarà lui a lenire anche i traumi psicologici di una ragazza che ha subito un grave incidente proprio durante una passeggiata a cavallo. L’ispirazione per il libro, raccontava Evans, gli era venuta nel sudovest dell’Inghilterra, dove un maniscalco gli aveva raccontato dei «sussurratori», persone che si riteneva avessero il potere di guarire i cavalli parlando loro. Durante la scrittura del romanzo, nel 1994, ad Evans era stato diagnosticato un tumore maligno alla pelle. Proprio in quei giorni si era scatenata una guerra di offerte sui diritti del libro. «Il giorno dopo l’operazione, mi trovai a girare per case editrici cercando di mostrare un aspetto soave e normale. In realtà sudavo freddo, soffrivo, mi sentivo morire», ha raccontato lo scrittore in un’intervista del 2011 al «Guardian». «Ma pensai che, se lo avessi detto a qualcuno, avrebbero pensato che sarei morto presto».
Nato nel 1950 a Worcestershire, in Inghilterra, Evans ha studiato Legge a Oxford e ha cominciato la sua carriera come giornalista, lavorando all’«Evening Chronicle» di Newcastle upon Tyne e poi per media radiotelevisivi. Tra le sue specializzazioni, la politica e gli esteri (specialmente gli Usa). Ha coperto anche la guerra in Libano, da Beirut.
Evans è stato anche sceneggiatore e premiato produttore di documentari d’arte, su personaggi come David Hockney, Francis Bacon and Patricia Highsmith. Come romanziere, oltre al suo successo principale, Evans ha pubblicato: Insieme con i lupi (1998), Nel fuoco (2001, trad. it. 2002), Quando il cielo si divide (2005, trad. it. 2006) e Solo se avrai coraggio (2010). Titoli tutti editi in Italia da Rizzoli.
Nel 2008 con la moglie, la cantautrice Charlotte Gordon Cumming, aveva subito una disavventura molto pericolosa: in Scozia i due avevano mangiato funghi velenosi. Per entrambi si rese necessario il trapianto di rene (a lui lo donò una delle figlie, Lauren). Nel dare ora la notizia della scomparsa, la United Agents afferma che «Ha vissuto una vita piena e felice nella sua casa sulle rive del fiume Dart, nel Devon».