Dieci scrittori e i libri dell’estate
E adesso inviateci i vostri
Fabio Volo: Ho deciso di ritornare a un grande come Saul Bellow: leggerò «Herzog»di Ida Bozzi
31 luglio 2015
L’estate è per molti il tempo dell’ozio, della vacanza, in cui riposarsi o far quel che si desidera con maggiore libertà — diventar saggi come spiega Nietzsche nel suo Crepuscolo degli idoli, o lasciarsi andare alla pigrizia come esorta l’Elogio dell’oziodi Stevenson. E leggere, tutto quello che si vuole. Nell’estate de «la Lettura», così come la scorsa settimana abbiamo chiesto a dieci fotografi di mostrarci la loro estate, oggi domandiamo a dieci scrittori di raccontarci i libri della loro vacanza: poi toccherà a voi lettori raccontarci i vostri, via social.
Intanto, scopriamo che nelle letture di molti autori c’è il classico perduto. «Dopo un anno passato a leggere i libri da recensire, da leggere per lavoro — racconta la scrittrice Chiara Gamberale — uso l’estate per leggere i classici che mi mancano, stavolta l’Onegin di Puškin. Ma il libro che sto leggendo ora, e di cui sono entusiasta, è L’amore sporco di André Dubus III: racconti che mi sembrano la parola definitiva sull’amore». «Quest’anno cerco di leggermi un “classicone” — concorda Giorgio Fontana — che mi mancava e che voglio affrontare: Il buon soldato Sc’vèik di Jaroslav Hasek. Mi sta piacendo molto, ho riso per le prime 150 pagine». Altro classico moderno è quello che Fabio Volo porterà in viaggio: «Ho deciso — spiega l’autore — di ritornare a un grande americano come Saul Bellow: leggerò Herzog».
Dopo i classici, ecco trilogie, saghe e monumenti della letteratura. Francesco Piccolo affronta Karl Ove Knausgård: «Leggerò La morte del padre(e anche Un uomo innamorato): penso che sia un’opera importante e mi interessa leggere un’autobiografia: non solo per un interesse professionale da scrittore, ma anche perché spero che sia un’opera godibile».
A metà tra piacere della lettura e curiosità per la tecnica narrativa, anche Paolo Giordano: «Leggerò Autorità, il secondo volume della trilogia di Jeff VanderMeer. È la prima saga che mi abbia “preso” da quando avevo l’età di 8 anni. E a parte questo, concilia avventura e letteratura». «Io porterò con me tutto Allan Gurganus — afferma Sandro Veronesi — di cui ho letto Santo mostro e altri romanzi, e presenterò il nuovo libro a Mantova: lui è uno scrittore sudista di quegli scenari lì, di quell’America lì, biblica e lancinante».
In vacanza ci si porta i libri comperati tempo prima, dimenticati, e che poi fanno innamorare: «Quei libri timidi — spiega Marco Missiroli — ma dirompenti: ecco, ne sto leggendo uno che è proprio così, Gli anni di Annie Ernaux. Come Il commesso di Malamud, o Stoner di Williams». E Fabio Genovesi racconta: «Avevo preso Io non ricordo di Stefan Merrill Block e l’avevo tenuto lì, ora lo sto leggendo ed è bellissimo: sono quei libri che prendono un tema che ti è lontano e lo rendono affascinante». Solo libri stranieri? No: Teresa Ciabatti legge L’inizio di tutte le cose di Ilaria Bernardini: «Un libro che parla di maternità e non ha paura di niente, racconta anche gli incubi, le paranoie, di madri che fanno bene e che sbagliano pure». E Valentina D’Urbano leggerà Il regno degli amici di Raul Montanari, «Perché lo sento vicino ai temi che mi interessano, i giovani, gli ambienti di cui scrivo anch’io».
Nessun commento:
Posta un commento