Angelo Maria Ripellino
Praga magica: opere, eventi e personaggi
19 APR 2011
di
SALVATORE INCARDONA
Praga magica è un saggio-romanzo dello slavista Angelo Maria Ripellino, pubblicato dalla casa editrice Einaudi nel 1973. Il libro si presenta come una sorta di guida dotta della città di Praga, riassumendo in un perfetto compendio la storia e le arti che le hanno dato un'impronta indelebile.
È questa l'opera della maturità dello scrittore, un'opera che denota la grande conoscenza di Ripellino per la storia e la letteratura praghese e la sua passione per quella città piena di fascino che, nel corso dei secoli, è stata culla di una grandissima fioritura culturale.
Il saggio ricollega opere, eventi e personaggi a partire da Rodolfo II (personaggio storico, ma anche letterario, trasformato qui in personaggio-chiave che sempre si circondò di pittori e scultori e che soprattutto si interessò ai temoi dell'astrologia) sino ad arrivare con continui rimandi e immediate comparazioni alle avanguardie del Novecento.
In capitoli brevi e numerati, l'autore procede lentamente e in modo apparentemente disordinato descrivendo con una prosa ricchissima e baroccheggiante un mondo intriso di storia e letteratura che risulta inscindibile da quel sentimento di nostalgia emanato dalla città stessa.
Praga viene descritta attraverso un percorso fatto di memorie affettuose, come una città che possiede tesori profondi ma anche oggetti vetusti e pieni di triste rassegnazione.
Ripellino segue con accuratezza i numerosi poeti e scrittori che hanno dato fama al Novecento e, attraverso numerose citazioni, parla - tra numerosi altri - di Alfred Kubin, di Seifert, di Franz Kafka e di Vladimir Holan, esaltando quell'epoca come frutto di convivenza tra le più svariate culture: ebraica, ceca, tedesca e francese.
Nel suo excursus l'autore non dimentica le figure degli artisti, degli alchimisti di Rodolfo II come pure degli architetti del periodo della Controriforma, le passeggiate notturne di Kafka, le taverne de "Il buon soldato Sveijk" di Jaroslav Hasek, fino a ricordare i carnefici e tutti quei personaggi legati alla leggenda: figure che, nel tempo, ricorrono come il pellegrino, il golem, l'astrologo che spesso si immedesima con la figura dell'alchimista.
Dall'explicit del libro:
«Non avrà fine la fascinazione, la vita di Praga. Svaniranno in un baratro i persecutori, i monatti. Ed io forse vi ritornerò. Certo che vi ritornerò. In una bettola di Mala Strana, ombre della mia giovinezza, stappate una bottiglia di M?lník. Andrò a Praga, al cabaret Viola, a recitare i miei versi. Vi porterò i miei nipoti, i miei figli, le donne che ho amato, i miei amici, i miei genitori risorti, tutti i miei morti. Praga, non ci daremo per vinti. Fatti forza, resisti. Non ci resta altro che percorrere insieme il lunghissimo, chapliniano cammino della speranza».
Angelo Maria Ripellino (1923 - 1978) è stato professore di Letteratura russa e di Letteratura ceca all'Università di Roma, critico drammatico dell'«Espresso», primo traduttore italiano delle poesie di Borís Pasternàk, oltre che di un gran numero di altri scrittori slavi, tra i quali i poeti boemi Holan e Halas. Tra le sue opere: Storia della poesia ceca contemporanea (1950), Poesia russa del Novecento (1954), Majakovskij e il teatro russo d'avanguardia (1959), Poesie di Chlébnikov (1968), Praga magica (1973).
WALL STREET INTERNATIONAL
Salvatore Incardona
Salvo Incardona è nato a Vittoria. Formatosi accademicamente presso l'Università di Pisa, dove ha conseguito la laurea in lettere moderne, si è successivamente specializzato in letteratura tedesca e filologia moderna presso l'Università di Augsburg, in Germania, e dottorato infine in letterature comparate. Ha iniziato la propria carriera collaborando con alcuni periodici di filosofia e critica letteraria (Studi Germanici, Ctonia), in qualità di consulente per numerose case editrici (fra cui ArteStampa e Carocci) e come pubblicista per la rivista Tratti. Ha firmato numerosi articoli per il Wall Street International Magazine, partecipando attivamente alla nascita della testata. Ha tradotto e curato, fra gli altri, il saggio «Antropologia delle immagini» di Hans Belting, alcuni testi di André Malraux e tutte le ultime pubblicazioni di Gianni Salvaterra. Nella città di Imola, dove ha trascorso gli ultimi anni, è stato attivo sia come insegnante di lingua tedesca che in qualità di docente di scrittura e scrittura creativa. Rientrato di recente in Sicilia, lavora in qualità di direttore artistico presso l'associazione culturale Démodé.
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