mercoledì 7 settembre 2016

Salgari e l'Australia / Un continente misterioso per i lettori di fine Ottocento


Salgari e l'Australia

Un continente misterioso per i lettori di fine Ottocento



5 GIU 2012
di
SALVATORE INCARDONA




Pubblicato dall'editore torinese Paravia nel 1894 e arricchito dalle illustrazioni di Giovan Battista Carpanetto, Il continente misterioso è un romanzo d'avventura che fa parte di uno dei cicli narrativi minori dello scrittore, quello dei «due marinai», che comprende anche la precedente opera Il tesoro del presidente del Paraguay. Tuttavia, a decretare l'esistenza di un ciclo è soltanto la presenza degli stessi personaggi, per l'appunto i due marinai Diego e Cardozo, poiché i due testi risultano diversissimi tra loro sia per l'ambientazione – dall'America del Sud ci si sposta nel continente australiano – che per la trama. Mentre nel primo dei due romanzi, infatti, veniva dato maggior risalto all'elemento patriottico, in quest'ultimo prevale invece la descrizione delle esplorazioni delle regioni interne, al tempo ancora inaccessibili e quindi pochissimo conosciute. A condurre la missione è il brillante esploratore paraguayano Alvaro Cristóbal, il quale, a bordo di un enorme carro trainato da buoi e accompagnato da mastro Diego e dal giovane Cardozo, ha il compito di rintracciare Benito Herrera, un altro esploratore del quale sembra si siano perse le tracce e che secondo l'opinione dei più è caduto prigioniero delle tribù aborigene. Alla ridotta spedizione prende parte anche una guida indigena, Niro-Warranga, che si rivelerà poi un crudele traditore.
Il romanzo, scritto in un'epoca in cui era sorto un vivo interesse per i paesi lontani e differenti, mette in evidenza la radicale diversità del quinto continente terrestre nei suoi domini naturali i quali sembrano allontanarsi completamente dalle caratteristiche usuali del resto del pianeta; e questo, alla fine dell'Ottocento, non poteva che destare stupore e interesse non soltanto nei molti e fedeli lettori di Salgari, ma in tutto il pubblico di media cultura. Le stranezze dell'Australia diventano così il vero protagonista della narrazione – il cui carattere meramente avventuroso viene posto in secondo piano per lasciare spazio a un didascalismo talvolta esuberante – mentre al dottor Alvaro Cristóbal viene riservato il ruolo di scienziato dalle conoscenze enciclopediche e ai due marinai quello di meravigliati scopritori di novità:
– Singolare paese! Si brucia vivi anche sotto gli alberi! Sotto gli alberi? In fede mia, non meriterebbero davvero questo nome! Eccoci sotto un bosco e non v'è un palmo d'ombra! Che strana idea ha avuto la natura di far crescere le foglie di traverso!
– Siamo nel paese del paradosso, marinaio.
– Bel paese, per Bacco! Non ho mai veduto una terra simile; eppure ho passeggiato il globo terracqueo in tutti i sensi. Guarda che continente è questo, dove gli alberi non dànno ombra...
– E invece di perdere le foglie perdono la corteccia, marinaio.
– Dove i cigni sono neri...
– E le aquile bianche...
Il lungo viaggio dei personaggi, movimentato da innumerevoli incontri e bizzarre scoperte – le popolazioni degli interni, i canguri, il boomerang, etc. –, segue l'itinerario che dalle sponde settentrionali del lago Torrens attraversano l'intero paese fino al golfo di Carpentaria. E dopo aver percorso indenni questo pericoloso tragitto e aver tratto in salvo l'esploratore Benito Herrera, i quattro faranno ritorno alla società civile in cui ad attenderli ci saranno gloria e onore. Ma Diego e Cardozo, da inguaribili viaggiatori, con i premi in denaro ricevuti dalla Società Geografica di Melbourne, acquisteranno subito un brick progettando così di viaggiare in autonomia. In quale direzione? Chissà... Questo, dal momento che lo scrittore veronese veniva brutalmente incalzato dai propri editoria a terminare in fretta le proprie opere e scrivere sempre qualcosa di nuovo, non lo sapremo mai, ma ognuno dei lettori odierni, certo più smaliziati di quelli ottocenteschi, finite le pagine di questo libro potrà far navigare ancora i due marinai e proseguire idealmente il loro ciclo intercontinentale.

Salvatore Incardona
Salvo Incardona è nato a Vittoria. Formatosi accademicamente presso l'Università di Pisa, dove ha conseguito la laurea in lettere moderne, si è successivamente specializzato in letteratura tedesca e filologia moderna presso l'Università di Augsburg, in Germania, e dottorato infine in letterature comparate. Ha iniziato la propria carriera collaborando con alcuni periodici di filosofia e critica letteraria (Studi Germanici, Ctonia), in qualità di consulente per numerose case editrici (fra cui ArteStampa e Carocci) e come pubblicista per la rivista Tratti. Ha firmato numerosi articoli per il Wall Street International Magazine, partecipando attivamente alla nascita della testata. Ha tradotto e curato, fra gli altri, il saggio «Antropologia delle immagini» di Hans Belting, alcuni testi di André Malraux e tutte le ultime pubblicazioni di Gianni Salvaterra. Nella città di Imola, dove ha trascorso gli ultimi anni, è stato attivo sia come insegnante di lingua tedesca che in qualità di docente di scrittura e scrittura creativa. Rientrato di recente in Sicilia, lavora in qualità di direttore artistico presso l'associazione culturale Démodé.

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