lunedì 5 settembre 2016

Antonio Pigafetta / Relazione del primo viaggio intorno al mondo



Antonio Pigafetta

Relazione del primo viaggio intorno al mondo


14 APR 2011
di
SALVATORE INCARDONA

Trovandosi a Barcellona, Antonio Pigafetta fu raccomandato perché seguisse la spedizione di Magellano, che proprio allora stava ultimando i preparativi per la sua circumnavigazione del mondo. Non bene accettato da quest'ultimo, Pigafetta seppe conquistarne gradualmente la stima, fino a diventare il suo criado (uomo di fiducia). La sorte, tuttavia, non concesse alla loro amicizia di durare a lungo: il 27 aprile 1521 Magellano venne ucciso sulla piccola isola di Mactan dagli indigeni dell'isola di Cebu, nell'arcipelago delle Filippine. Anche Pigafetta rimase ferito, ma non mortalmente, negli scontri.
Morto Magellano, Pigafetta assunse ruoli di maggiore responsabilità nell'equipaggio, in particolare gestendo le relazioni con le popolazioni nelle quali si imbatterono. Tornato in patria con gli altri diciassette superstiti della spedizione, scrisse la "Relazione del primo viaggio intorno al mondo". L'opera oggi è considerata uno dei più preziosi documenti sulle grandi scoperte geografiche del XVI secolo.
Le navi di Antonio Pigafetta

Eccone un estratto:

Luni a 10 agosto, giorno de santo Laurenzio, ne l'anno già detto, essendo la armata fornita di tutte le cose necessarie per mare e d'ogni sorte de gente (era[va]mo duecento e trentasette uomini) ne la mattina si feceno presti per partirse dal molo di Siviglia, e tirando artigliaria detteno il trinchetto al vento; e vennero abbasso del fiume Betis, al presente detto Gadalcavir, passando per uno luogo detto Gioan Dalfarax, che era già grande abitazione de Mori, per mezzo lo quale stava un ponte che pasava el ditto fiume per andare a Siviglia, del che è restato fin al presente nel fondo dell'acqua due colonne, che quando passano le navi hanno bisogno de uomini che sappiano ben lo loco delle colonne, perciò non desseno in esse, ed è bisogno passarle quando el fiume sta piú crescente, ed anche per molti altri luoghi del fiume, che non ha tanto fondo che basti per passare le navi cargate e [è bisogno che] quelle non siano troppo grandi. Poi venirono ad un altro [luogo], che se chiama Coria, passando per molti altri villaggi a lungo del fiume, tanto che giunseno ad uno castello del duca di Medina Cidonia, il quale se chiama S. Lucar, che è posto per entrare nel mare Oceano, levante ponente con il capo di Sant Vincent, che sta in 37 gradi di latitudine e lungi dal detto posto 10 leghe. Da Siviglia fin a qui per lo fiume gli sono 17 o 20 leghe. Da lì alquanti giorni venne el capitano generale con li altri capitani per lo fiume abbasso ne li battelli de le navi et ivi stessimo molti giorni per fornire l'armata di alcune cose [che] le mancavano; e ogni dí andavamo in terra ad aldir messa ad un loco che se chiama Nostra Donna di Baremeda, circa San Lucar. E avanti la partita lo capitano general volse [che] tutti se confessasseno e non consentitte [che] ninguna donna venisse ne l'armada per meglior rispetto.

Antonio Pigafetta (1492 - 1531), anche conosciuto come Antonio Lombardo, è stato un navigatore, geografo e scrittore italiano. La sua importanza consiste soprattutto nell'avere lasciato un dettagliato resoconto del grande viaggio di Ferdinando Magellano, che aveva accompagnato nella sua circumnavigazione del mondo dal 1519 al 1522.
Salvatore Incardona
Salvo Incardona è nato a Vittoria. Formatosi accademicamente presso l'Università di Pisa, dove ha conseguito la laurea in lettere moderne, si è successivamente specializzato in letteratura tedesca e filologia moderna presso l'Università di Augsburg, in Germania, e dottorato infine in letterature comparate. Ha iniziato la propria carriera collaborando con alcuni periodici di filosofia e critica letteraria (Studi Germanici, Ctonia), in qualità di consulente per numerose case editrici (fra cui ArteStampa e Carocci) e come pubblicista per la rivista Tratti. Ha firmato numerosi articoli per il Wall Street International Magazine, partecipando attivamente alla nascita della testata. Ha tradotto e curato, fra gli altri, il saggio «Antropologia delle immagini» di Hans Belting, alcuni testi di André Malraux e tutte le ultime pubblicazioni di Gianni Salvaterra. Nella città di Imola, dove ha trascorso gli ultimi anni, è stato attivo sia come insegnante di lingua tedesca che in qualità di docente di scrittura e scrittura creativa. Rientrato di recente in Sicilia, lavora in qualità di direttore artistico presso l'associazione culturale Démodé.



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