David Bowie Poster di T.A. |
Morto David Bowie
Addio alla star
che rivoluzionò il rock
Il cantautore e compositore britannico si è spento domenica notte. Aveva appena compiuto 69 anni. Era da tempo malato di cancro. La notizia è stata pubblicata sugli account ufficiali della rockstar lunedì mattina ed è stata confermata dal figlio Duncan
11 gennaio 2016 (modifica il 12 gennaio 2016 | 09:25)
Esplora il significato del termine: Il tempismo perfetto, l’uscita di scena programmata con cura, come i centomila abiti che ha indossato in una delle carriere più straordinarie della storia del rock: David Bowie se ne è andato a 69 anni per un tumore che lo stava tormentando da tempo, diciotto mesi ormai. Ma se ne è voluto andare alla sua maniera, lasciandoci come testamento “Blackstar”, immersione nel free jazz, diverso da tutti gli altri ma, come tutti gli altri, un capolavoro. Album uscito solo due giorni prima della sua morte, annunciata da Duncan, il maggiore dei suoi due figli, l’altra è l’adolescente Lexi.Il tempismo perfetto, l’uscita di scena programmata con cura, come i centomila abiti che ha indossato in una delle carriere più straordinarie della storia del rock: David Bowie se ne è andato a 69 anni per un tumore che lo stava tormentando da tempo, diciotto mesi ormai. Ma se ne è voluto andare alla sua maniera, lasciandoci come testamento “Blackstar”, immersione nel free jazz, diverso da tutti gli altri ma, come tutti gli altri, un capolavoro. Album uscito solo due giorni prima della sua morte, annunciata da Duncan, il maggiore dei suoi due figli, l’altra è l’adolescente Lexi.
Very sorry and sad to say it's true. I'll be offline for a while. Love to all.
10.01.2016
La carriera: anni ‘60, timido cantautore
Freejazz, ecco, ultima tappa di un percorso in cui Bowie ha abbordato tutti i generi, reinventandoli quando necessario e stabilendo degli standard che ancora oggi durano. Perché è stato lo Zelig del rock’n’roll, fin dagli esordi nella Londra beat di fine anni ’60, in cui già, giovanissimo, si fece notare, lui figlio della piccola borghesia, inglesissima, della capitale. E nella vivacissima capitale, trarrà l’humus necessario per sperimentare, sempre. Ma all’inizio, dopo la pubblicazione del primo album omonimo nel ‘67, sembra uno dei tanti cantautori che guardano solo a ovest, all’America impegnata di Dylan e di Cohen, timido quasi, ma non uno qualunque, con quella voce stentorea, capace di accelerazioni squarcianti, già raffinato, anche se non originalissimo.
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Anni ‘70: il rivoluzionario
Ma è un flirt che dura pochissimo, perché sono in arrivo gli anni ’70 e a Bowie non interessa per nulla la musica d’impegno; il fricchettonismo allora imperante e i cliché della rockstar maschia che deve avere la sua dose quotidiana di fan(donne) adoranti. Bowie si veste infatti di cerone, lustrini e paillettes; si inoltra nello spazio con il suo album-monumento “The Rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars” e Ziggy Stardust diventa, giocando con la sua identità sessuale, né uomo, né donna, disponibile ad andare con tutti, inaudito pure per quell’epoca tanto libertaria. Sono i dogmi del glam, da cui usciranno schiere d’imitatori, mai all’altezza però del fondatore. Parallelamente, s’immerge invece anche lui nei cliché dell’autodistruzione, mantenendo sempre però la testa fuori dall’acqua, senza mai annegare. Perché, prima di tutto, David Bowie è un uomo molto, molto intelligente.
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Anni ‘80: in discoteca
E infatti, quando si stuferà di questa parte, la butterà a mare, diventando sì definitivamente il Duca Bianco (dal primo verso di “Station to station”) dopo l’ esperienza americana e quella di Berlino, da cui uscirà sofisticato, elegante, dandy decadente, alla fine dei ’70, dopo aver pubblicato altri dischi fondamentali da “Low” a “Heroes”, semi per tutta la scena new wave dei primi anni ’80. E completamente ripulito da ogni eccesso, Bowie da quel momento in poi, si butterà nel nuovo decennio, ascendendo alla dimensione della rockstar di lusso, inarrivabile, con tour magniloquenti, virate sonore dove frequenta ora le discoteche e non più le cantine underground (“Let’s Dance”, “China Girl”, “Underpressure” con i Queen), non disdegnando incursioni nel cinema vedi “Labyrinth”, queste sì, non memorabili. E, divorziato dalla prima moglie Angela nel 1980, alla fine del decennio s’accompagnerà a una donna bellissima, la modella Iman che starà con lui fino alla morte. E con cui chiude definitivamente ogni discorso sulla sua presunta ambiguità.
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Anni ‘90: sperimentazione e addii
Negli ultimi 25 anni, Bowie cambierà ancora: prima tornando al rock con i Tin Machine, poi guardando con interesse alle nuove sonorità della sua Inghilterra, la drum’n’bass e la jungle di Bristol. Rarefacendo intanto sempre più le sue apparizioni in pubblico: in Italia lo vedremo per l’ultima volta nel 2002, mentre il duetto con Alicia Keys nel 2006 sarà il suo canto del cigno definitivo. E pubblicando poi questi ultimi due album, struggenti e bellissimi, l’intimista “Next Day” nel 2013 e il jazzato “Blackstar”, gli ultimi regali di uno Zelig che ci mancherà tantissimo
DRAGON
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