domenica 6 dicembre 2015

Elena Ferrante nella top ten del «New York Times»



Elena Ferrante nella top ten

Successo anglosassone: anche il britannico «The Guardian» inserisce 
«Storia della bambina perduta» nella «migliore fiction del 2015»

di CRISTINA TAGLIETTI
4 dicembre 2015 (modifica il 4 dicembre 2015 | 20:48)





La «Ferrante Fever» continua, anzi sale ancora. La Storia della bambina perduta, o meglio The Story o f the Lost Child, come è stato tradotto in inglese il quarto volume della tetralogia pubblicato da Europa Editions, entra nella top ten del 2015 stilata dal «New York Times» che lo definisce una «brillante conclusione» del quartetto napoletano, «un’esplorazione a capofitto dell’amicizia femminile su uno sfondo di povertà ambizione, violenza, lotta politica». Anche il britannico «Guardian» menziona il volume nella categoria «The best fiction of 2015», lo colloca accanto al Gigante sepolto di Ishiguro e a Va’ metti una sentinella di Harper Lee e spiega il successo della serie usando parole come «sorprendente», e «divorante», esaltando la densità di trame e psicologie. Il quotidiano invita i lettori a partire dall’inizio, da L’amica geniale, garantendo che dalla saga si riemergerà soltanto quando l’ultima pagina dei quattro volumi sarà stata voltata.

Tutta la vicenda dell’anonimato, le domande su chi si nasconda dietro Elena Ferrante, se sia un uomo o una donna, se l’autore sia uno o più di uno e magari sia lo stesso editore, domande che in Italia hanno dominato il dibattito a ogni uscita, soprattutto quest’anno che il libro è stato candidato al premio Strega con uno sponsor d’eccezione come Roberto Saviano, interessano poco ai lettori anglosassoni che sembrano, invece, ritrovare nell’intrico delle storie, nell’ambientazione napoletana dei ceti bassi, contigua con il mondo criminale, l’Italia che, forse un po’ superficialmente, conoscono. «Elena Ferrante potrebbe essere la migliore scrittrice contemporanea di cui abbiate mai sentito parlare» si è sbilanciato l’«Economist» quando è uscito il terzo volume, Storia di chi fugge e di chi resta.

The Story of the Lost Child è stato pubblicato il primo settembre, supportato da una buona campagna di reading, serate, eventi e ha scatenato un passaparola sui social media che ha collocato il libro tra i «must have», mentre, in ottobre, alla Buchmesse di Francoforte, andavano a ruba le spillette e le borse di stoffa con la scritta fucsia «Ferrante fever». Perché anche il marketing vuole la sua parte in questo successo, partito con L’amica geniale, primo volume della serie, con cui sono iniziate le vicende di Lila e Elena. Ma ad essersi rivelati geniali sono Sandro Ferri e Sandra Ozzola, coppia nella vita e nel lavoro, fondatori di e/o e nel 2005 della filiale americana Europa Editions. Tradurre e portare in America romanzi italiani, quando il flusso è da sempre il contrario: la loro sembrava una scommessa un po’ folle, ma hanno dimostrato che guardare fuori dai propri confini a volte fa bene.


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