mercoledì 28 giugno 2017

Marilyn Monroe / Femme fatale in Provenza

Marilyn Monroe

Paolo Valentino
MARILYN, FEMME FATALE IN PROVENZA

"I wanna be loved by you”, “Voglio essere amata da te”. Così cantava, con sguardo malizioso, in “A qualcuno piace caldo” (1959) la bionda femme fatale Marilyn Monroe, all’epoca Norma Jeane. Quella canzone è diventata il simbolo dell’attrice con lo sguardo da cerbiatto velato di tristezza, ed è così che è intitolata l'ultima mostra aperta al centro d'arte dell'Hotel de Caumont a Aix-en-Provence, nel sud della Francia, che chiuderà il 1° maggio. Al centro dell’esposizione il rapporto viscerale di Marilyn con la fotografia. L’attrice aveva seguito i consigli di Andres de Denies, uno dei primi ad averla immortalata: "Se vuoi diventare famosa, non rifiutare mai di farti fotografare, l'importante è che ti vedano il più possibile". Nella prima parte viene affrontata la biografia dell’icona mondiale del cinema, con i punti salienti della sua vita, in parallelo agli avvenimenti storici e culturali degli Stati Uniti. Tra i filmati più curiosi, l'intervista alla sua segretaria che ricorda la prima volta che l'ha vista "timida, struccata e non bella”. Poi, spazio al rapporto con l’obiettivo: da modella a pin-up a star, man mano che Norma Jeane diventa Marilyn Monroe, accettando anche di posare nuda per un calendario. Invece di farsi travolgere dallo scandalo, racconta al pubblico che ha accettato di posare nuda "perché avevo fame". Spiegazione che la rende (se possibile) ancora più amata. Finché si arriva alla seconda parte della mostra con gli scatti del 1962 del fotografo Bert Stern per Vogue, un mese prima della morte dell’attrice. Una Marilyn più intima che accetta di farsi fotografare quasi nuda e mostrando la cicatrice sulla pancia di un intervento subito da poco: si svela al grande maestro per 12 ore, chiusa con lui in una stanza dell'hotel Bel-Air di Los Angeles. Per la rivista il servizio è troppo spinto e Stern deve rifarlo. Marilyn accetta di tornare al “classico”, pur annoiandosi. Vuole “ritrovare il piacere”: è allora che Stern la ritrae abbandonata, complici la stanchezza e lo champagne bevuto. I tre shooting sono quelli che passano alla storia come la struggente “Dernière séance”, con 2571 foto. Stern ne sceglierà soltanto 59. Il servizio su Vogue uscirà il giorno dopo la morte dell'attrice.

CORRIERE DELLA SERA




Nessun commento:

Posta un commento