giovedì 11 aprile 2024

Carmen Naranjo / Idioma dell'inverno


Carmen Naranjo

L’IMPRENDIBILE VOCE DI CARMEN NARANJO TRA EPOS E LIRISMO


4 / 4 / 2024

Lettera all’indirizzo degli uccelli, prima antologia poetica di Carmen Naranjo in traduzione italiana a cura di Tomaso Pieragnolo e Rosa Gallitelli, ambisce a ridurre la distanza tra il lettore italiano e l’autrice costaricana, senza dubbio più nota allo storico e allo studioso della cultura dell’America Centrale grazie alle importanti cariche istituzionali che ha ricoperto […] In relazione alla produzione poetica dell’autrice, definita anche «metafora vivente», possiamo rilevare innanzitutto la straordinaria forza creativa dei suoi versi, forza che non può mai essere disgiunta dalla qualità umana e intellettuale di un’esistenza che ha attraversato, con spirito sempre attento e sempre indignato di fronte alle ingiustizie e le disparità, tutto il suo tempo. Come ci è dato vedere in questa prima antologia italiana, Carmen Naranjo porta infatti nella sua poesia il riflesso delle straordinarie vicende che hanno caratterizzato la sua esistenza, tutta spesa nella realizzazione di progetti culturali che la videro, come s’è detto, ambasciatrice, ministro della cultura, o impegnata in numerose missioni culturali. Fu personaggio molto influente e al tempo stesso molto scomodo, un vero “problema”, come ci ricorda Lourdes Arizpe, riferendo un’espressione della stessa autrice, in occasione dell’important intervista (Interview with Carmen Naranjo: Women and Latin american Literature) realizzata in «Signs: Journal of Women in Culture and Society» (1979, vol. 5, n. 1). Al tempo stesso non si può fare a meno di notare come, pur nella libertà da scuole e correnti poetiche, da lei sempre rivendicata, e nonostante la sua indiscussa originalità, nella poetica di Naranjo risuonino elementi di un vasto panorama di voci affini, non solo quelle dei grandi autori che ebbe modo di frequentare e conoscere personalmente, come Julio Cortázar, Juan Rulfo, Mario Benedetti o Simone de Beauvoir, ma anche quelle che si avvertono nel suo denso fraseggio poetico, tra le quali Rubén Darío, Walt Whitman, Gabriela Mistral, García Lorca (dalla postfazione del Prof. Pietro Taravacci al libro di Carmen Naranjo Lettera all’indirizzo degli uccelli, edito da Edizioni dell’Orso in dicembre 2023 a cura di Tomaso Pieragnolo e Rosa Gallitelli).


da Idioma dell’inverno (1971)

Piove in questa città
piove… pioggia polvere invidia
piove notti e giorni
piove suoni di altre piogge

Metto avorio e non va
in questa città non c’è avorio
metto oro e non dice
in questa città non c’è oro
metto argento e non rima
in questa città non c’è argento
metto l’idioma della pioggia
acqua acquazzone acquitrino
metto paracqua ed ombrelli
metto pioggerella e giungo alla mia città

E non metto nulla
e tolgo tutto
terrazze e luci
balconi e torri
e restano piogge

Oggi piove come sempre
da così presto che non so
come iniziò a piovere
magari sia solo una figura
di rituali grifi d’acqua
che danzano in suono di gocce
fiumi in finestre e calli
occhi turpi dietro l’alba
e la lunga vetrata dell’inverno
con verdi mani reumatiche

Dall’acqua astratta
tappeto d’erba
terrazza d’alghe
uscì questo sogno
di cieli e barche

Io piovo perché amo
piovo verticale il mio ritorno
e non fecondo spighe
a volte piovo chiacchiere
quando non posso piovere
tanta pioggia di tante cose
gocce e gocce di miseria
nella cerimonia del viaggio
sulla memoria dell’acqua

de Idioma del invierno (1971)

Llueve en esta ciudad
llueve… lluvia polvo envidia
llueve noches y días
llueve sonidos de otras lluvias

Pongo marfil y no va
en esta ciudad no hay marfil
pongo oro y no dice
en esta ciudad non hay oro
pongo plata y no rima
en esta ciudad no hay plata
pongo el idioma de la lluvia
agua aguacero aguazal
pongo paraguas y sombrillas
pongo garúa y llego a mi ciudad

Y no pongo nada
y lo quito todo
terrazas y luces
balcones y torres
y quedan las lluvias

Hoy llueve como siempre
desde tan temprano que no sé
cómo empezó a llover
quizás sea sólo una figura
de rituales grifos de agua
danzando en sonidos de gotas
ríos en ventanas y calles
ojos turbios detrás del alba
y el largo vitral del invierno
con verdes manos reumáticas

Del agua abstracta
alfombra de yerba
terraza de algas
salió este sueño
de cielos y barcas

Yo lluevo porque amo
lluevo vertical mi regreso
y no fecundo espigas
a veces lluevo palabrerías
cuando llover no puedo
tanta lluvia de tantas cosas
gotas y gotas de miseria
en la ceremonia del viaje
sobre la memoria del agua

da Nel circolo dei pronomi  (2003)


Carmen Naranjo (Costa Rica, Cartago, 1928 – Costa Rica, San José, 2012) fu una delle donne che più influì nello sviluppo della narrativa costaricana; per la chiarezza e l’onestà del suo dettato fu definita mujer palabra (donna parola). Laureatasi in Filologia alla Universidad de Costa Rica, frequentò corsi postlaurea alla Universidad Autónoma de México e alla University of Iowa negli Stati Uniti. Nel suo lavoro come funzionaria pubblica, ebbe l’incarico di ambasciatrice del Costa Rica in Israele, di Direttrice Amministrativa della Caja Costarricense del Seguro Social, di Assistente Direttiva dell’Instituto Costarricense de Electricidad, di Ministra della Cultura, di Direttrice della Editorial EDUCA, di Presidentessa del Consejo Nacional de Educación Física e di Direttrice del Museo de Arte Costarricense. Lavorò inoltre per le Nazioni Unite e per la Organización de Estados Americanos (OEA) in El Salvador, Repubblica Dominicana, Messico e Stati Uniti, e diresse i programmi regionali del Fondo per l’Infanzia delle Nazioni Unite (UNICEF). Fu coordinatrice tecnico-amministrativa dell’Istituto Centroamericano di Amministrazione Pubblica (ICAP). Vinse diversi premi nazionali (Premio Aquileo J.Echeverría nel 1966 e 1971, Premio Magón nel 1986) e internazionali (Premio La Orden Alfonso X El Sabio, Spagna 1977, Medaglia Gabriela Mistral in Cile nel 1996). Nel 1991 la Universidad de Santo Domingo le conferì il Dottorato Honoris Causa. Fu la prima scrittrice a entrare nell’Academia Costarricense de la Lengua. Il suo lavoro letterario, spesso accompagnato da filmati che denunciavano la deforestazione, la malnutrizione, la povertà e l’alcolismo, fu considerato sovversivo da alcuni critici, ma Carmen continuò a esercitare un attivismo culturale contro l’apatia e l’ipocrisia, a favore della valorizzazione della cultura in America Latina, integrando la sua ampia produzione letteraria di poesia , narrativa e saggistica, con un’attività politica e sociale incentrata sulla difesa e sulla promozione dei diritti femminili, forgiando una figura di donna leader e creativa. Carmen Naranjo ha affondato la penna nella realtà, con rara capacità di suscitare stupore, empatia e compassione nei confronti dell’essere umano, restituendoci la fotografia interiore di un continente così grande da sembrare inconciliabile, così piccolo da sembrare un’isola. (dall’introduzione a cura di T. Pieragnolo e R. Gallitelli).

POESIA DEL NOSTRO TEMPO

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