lunedì 22 gennaio 2018

Inda Angelica Fiamma / La corte del respiro


Ierofania 8, Octavia Monaco

Inda Angelica Fiamma

La corte del respiro

23 AGOSTO 2014, 
PAOLA GORETTI

Con un balzo spicchiamo il volo, solo volo volante, tessuto per volo acceso in campo roboante. Incominciamo i corpi, incorniciamo i corpi in sinuosi passi, in sinuoso movimento di levigata felpataggine, come l’ospite sacro che si aggira per casa senza fare rumore. Non simulacri, Eidola, non fantocci o figure dell’inganno ma essenze gentili in progressione, essenza dell’essenza, primavere di parto, principio dell’arte mobile e danza sempre unita, per tener viva la vita. Mutanti scorrevoli porte, porte senza porte, incantatrici in vesti d’argento, seduttrici con chiome profumate. E’ tutto vero, non c’è finzione, non c’è trappola, non c’è sogno sognato. Non c’è ascensione, sprofondamento.
Tempio di luce, tracciato filiforme, osso e tintinnamento, cembali senza antiquaria, felici acrostici del divenire bianco in pura forma formata rigenerante, portico della vittoria nel limite mai finito del divenire. La forma afflosciata del nostro essere a riposo si attiva con un balzo e allora viene l’aurorale tutto, il già iniziato e il non ancora fatto, l’informe sconosciuto, tutto il mutevole. Noi siamo senza inganno, piantiamo radici con le fave e abbeveriamo i morti, anche in fracassamento di pentolazze dove passano gli appestati, anche in cose crudeli -così improvvisate, che si accennano solo per poi svanire- per allattare i vivi mulinando. Noi siamo il fremito, il riassorbimento. Siamo l’ardore.

Ierofania 2, Octavia Monaco

In lunetta di olfatto, con ornamento di onnivore studiose, ogni nostro gesto è indirizzato con precisione. Il primo miracolo è l’avviamento e il secondo miracolo è il discernere senza impiastricciamento e il terzo miracolo e il fiorire e il quarto è il consolidare il principiamento è il quinto è il nostro essere solare tutto e il sesto è il nostro essere secolare sculturato e il settimo è l’ardimento e l’ottavo il perfezionamento e poi viene il nono dell’avveramento e il decimo, il decimo sei tu. Che a furia di aggiustare da dentro ci siamo miracolate, dentro a uno scossamento in nodo, ci siamo guarite il cuore per offrirlo.
Nostro è il destino in apertura, si apre ad ogni passo principiante. Noi siamo le serve senza patire, le rispettose serve di ogni scambio e ci allarghiamo gli occhi per fiotto senza angoscia e dialogo fattivo e transitiamo nell’esperienza liberante. Noi non vogliamo la metà di niente ma il doppio di tutto, il nostro regno è il tuo, con illuminazione innamorata, oracolata, in maestà sposata al mondo e al suo sembiante. All’occhio chiuso, il compito della favola, all’occhio aperto la sua celebrazione, nel presente del vivo in suon di lei. Figlie del sole e della terra, per andamento libero disciolto sempre, gettiamo al vento le museruole, la nostra forza ci esplode nelle radici. Non siamo l’archetipo, il doppio e il triplo. Non siamo l’ebbrezza. Ma la nostra unità immacolata e ti baciamo, con le ferite tutte aperte, e siamo qui, fiorite come gli argini, benedette sopra lo stipite dei portali.

Ierofania 5, Octavia Monaco

La nostra è un‘India superiore. Inda Angelica Fiamma, la corte del respiro, l’ostrica senza guscio e il guscio vuoto, lo sguardo intimo; qui è parola viva di alberatura e tatto e tutto vive già in salvo; nessun san Giorgio ha da venire per liberare da nessun drago, nessun lanciafiamme guaritore di medicina spiccia sporadica sia, che abbiamo già trasvolato dai territori della malagrazia e siamo qui, accanto a san Giorgio resuscitato. Gloria e onoranza, vivezza in estensione. Il nostro non è un regno perduto, una terra promessa, un’estensione iperurania di arroccamento arricciolato. Noi siamo dove le cose sono possibili realmente. Delle cose possibili, la maturità.
Quando siamo abbagliate tutte piene di beneficio, quando siamo abbigliate per raccontare una nuova storia, nell’alta fantasia della tigre sovrana noi diventiamo cosa bella, divina scintilla sopra lo amore che viene ancora e ancora ci commuove coi suoi colori di color amaranto, e allora ci impastiamo con coraggio, con quel po’ di soggezione che fa belle le donne e poi ci confidiamo, noi confidiamo in Te. Misteriosa a tratti e delicata la forma della lungimiranza dove le tessiture diventano collane: un verso di anguilla, una carezza di fragola, un lavacro di seta, un orso silenzioso. Noi partoriamo tutto, come mano di pesce che non disturba.

Ierofania 3, Octavia Monaco

Melarance e finocchi, gioie e corredi, dammi un poco del tuo pensiero, dammi l’arcinota arcibella tua presenza, senza amarezza. Dammi allegrezza, fa’ che non manchi l’essenziale. Fa che ci sia una sonata ad aspettare, una consolazione da predire, il favoloso manuale da leggere in ogni passo, e favolosi sigilli da aprire e la bestiola che sa di dolcemente e placidamente, mentre impastiamo una pallina di carta coi fiori del giardino, una cosa che basta, una folata d’acqua col suo mantello, una fortuna predestinata e un vivere un po’ più arcano. E fino a quando tutto ci mancherà, noi continuiamo ad impastare.
Fiamma comandamento lavami il cuore. L’amore che resiste dentro alle fodere mentre ci becchettiamo, mentre sbocconcelliamo, mentre sgraniamo le pietre dei rosari, mente siamo splendore. Non siamo noi a correre coi lupi, siamo già lupi e lupesse, bambine e alberesse dalle chiome celesti, e annodiamo i fili dei nidi di rondine, la memoria degli anni e il calore dei giorni, nel nostro ventre divaricato ospitiamo i bambini, nel nostro ventre oracolato gli uomini, nel nostro tutto la luce di ogni cosa. Con fondamenta irregolari a volte ci arrampichiamo, a volte ci nascondiamo, a volte sentiamo tanto e confusamente, a volte invece siamo pura saggezza. Carne di incarnazione, puro presente.
Ierofania 6, Octavia Monaco

Noi che vorremmo della bellezza essere tutto, essere gli altri, essere un sentimento inconsumabile, centratura in brillore meravigliato, senza confini, con l’ombra senz’ombra. Eterno femminino regale, regno d’alta libertà dove il cor non si spaura perché non è un possesso ma un avvenimento sempre vivo in esalazione, un segno tangibile di movimento. Venerati uomini, venerati opliti, venerati guerrieri, guardate, sentite, trasformate in avvitamento; inchinatevi docili all’andamento senza distanza, placate la vostra immensità, fatela diventare misura che sia a misura, depositate il portavento delle vostre apprensioni. La preghiera di fede ha in sé la grazia della felicità e non si invoca invano, non si scrive per mano dell’assente, ma si distende ovviando lo sguardo tribolato.
Se ci sfiorate, ci fioriscono gli occhi. E se ci amate, ci abbandoniamo rilasciando legittima rosa, legittimo tempo, polvere senza paura, rovina di cosa lucentevole. Belle di Venere arrivederci fino a qui.

WSI


Paola Goretti
Cinquecentista di formazione - Laurea in ‘Storia dell’Arte Moderna’ (Bologna, 1994), Master sul ‘Rinascimento italiano’ (Ferrara, 1995), Diploma di Specializzazione in ‘Storia dell’Arte’ (Bologna, 1998), Borsa Alma Mater - Furla per progetto sulla storia della borsa (1997-98)- si è dedicata per vent’anni allo studio dei sistemi del vestiario di alta epoca, curando mostre, convegni, servizi alla didattica, cicli di conferenze, progetti di integrazione, poi confluiti ne ‘Il sentimento della cura: appunti per un dialogo affettivo’ (Ibis 2004). Professore a contratto di ‘Storia del costume presso Accademia di Belle Arti’ di Bologna (2012-2013) e ‘LUNA. Libera Università delle Arti’ (2004-2009), docente di ‘Scenari’ presso l’’Università dell’Immagine’ fondata da Fabrizio Ferri (Milano 1998-2005) per promuovere l’educazione sensoriale, di ‘Estetica della moda’ (Università di Rimini 2002-2003), di ‘Iconografia teatrale’ (Università di Bologna 1999-2001), visiting professor e ricercatrice per numerose fondazioni, tra cui la ‘Fondazione Ermitage Italia’ di Ferrara (2009-2010) per importanti ricognizioni sul patrimonio italiano a San Pietroburgo, specie su ‘La Galleria delle Belle di Peterhof di Pietro Antonio Rotari’, complesso di 368 dipinti dedicato ai moti sentimentali femminili, ubicato nella Reggia estiva degli zar. È autrice di innumerevoli saggi sul costume di tutte le epoche e di alcuni volumi. Tra questi, ‘Monumenta. I Costumi di scena della Fondazione Cerratelli’, fotografie di Aurelio Amendola (Pacini 2009), premiato dal Club Unesco di Firenze.
Nel 2016, contestualmente all’esperienza di storica dell’arte e del costume, ha inaugurato una nuova carriera di ‘Luminografa’, conseguendo un PhD (Università di Teramo) in ‘Scienze della Comunicazione’ dedicato alle ‘Arti della Luce e dello Splendore’: tra dialogo interculturale, tutela del patrimonio, spiritualità, maturando un intenso sodalizio con Mario Nanni. In occasione dell’illuminazione del ‘Mosè’ di Michelangelo ha moderato l’incontro ‘Michelangelo Buonarroti, illuminare la luce’, con Mario Nanni, Antonio Forcellino, Enrico Ferrari Ardicini, Bologna, 28 gennaio 2017. Ha scritto per ‘Mario Nanni. Luce all’opera’ (Villa Panza di Biumo, 14 marzo – 2 giugno 2013; Skira, 2013) e per ‘Contatto nel godimento delle delizie’ (Sassuolo, Palazzo Ducale, settembre 2017 – gennaio 2018). È co-autrice e moderatrice degli incontri ‘Ascolta, sifaluce’, in corso a ‘Virgola, Museo della Luce’ a partire da novembre 2017.
Responsabile scientifico del nuovo assetto del Museo Venanzo Crocetti di Roma (2013 - 2015), è curatrice di numerose mostre. Tra queste, ‘Venanzo Crocetti e il sentimento dell’antico. L’eleganza nel Novecento’ (Roma, Palazzo Venezia, 2 settembre – 20 ottobre 2013, Allemandi 2013); sezione dannunziana de ‘L’arte della bellezza. I gioielli di Gianmaria Buccellati’ (Torino, Reggia di Venaria, 21 marzo – 24 gennaio 2016, Skira 2015); ‘Octavia Monaco. Inda Angelica Fiamma. Figure della contemplazione’ (Bologna, Nelumbo Asian Fine Arts, 9 maggio – 13 giugno 2015, Nelumbo Edizioni 2015); ‘Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown’ (Roma, Fondazione Roma, 17 settembre – 1 novembre 2015, Skira 2015); ‘Giuseppe Mestrangelo. Siamo in rete’ (Bologna, Biblioteca dell’Archiginnasio - Cappella di Santa Maria dei Bulgari, 28 gennaio – 7 febbraio 2016, ArtCity - Arte Fiera 2016); ‘La Passione di Cleopatra. Visioni e Maschere di Arnaldo Pomodoro’ (Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, 24 giugno – 18 settembre 2016).
Per conferenze, convegni, attività di ricerca ha collaborato con: Dragoco Fragrance New York, Università di Alicante, Università di San Paolo del Brasile, Agenzia Aldo Coppola, Furla, Bondardo Comunicazione, Villaggio Globale International, FMR, Aboca, Vogue Italia, Domus Academy, IBC Emilia-Romagna, Università di Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, Musei Civici d’Arte Antica di Bologna, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna Rimini, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Museo Civico Archeologico di Bologna, Biblioteca dell’Archiginnasio, Teatro di Villa Aldrovandi Mazzacorati, Scuola Superiore di Studi Umanistici, Genus Bononiae, Smell Festival, Biografilm Festival, Musei Civici di Imola, Palazzo Tozzoni, Università di Ferrara, Musei Civici d’Arte Antica di Ferrara, Palazzo Schifanoia, Palazzo dei Diamanti, Casa della Beata Osanna Andreasi di Mantova, Palazzo Te, Musei di San Domenico di Forlì, MAR, Museo Nazionale Neoclassico di Palazzo Milzetti, Villa Panza di Biumo, Viabizzuno, Panstudio Associati, Lightstudio, Fondazione Cerratelli, Fondazione Ratti, Fondazione Gianmaria Buccellati, Fondazione Kokocinski, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Aurum, Fondazione Ugo da Como, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Casina delle Civette - Musei di Villa Torlonia, Fondazione Roma, Veneranda Fabbrica di San Pietro, Musei Vaticani.
A partire dal 2013, intenso – tanto sul fronte scientifico che artistico - il sodalizio con la Fondazione ‘Il Vittoriale degli Italiani’. È curatrice della mostra ‘D’Annunzio e l’Arte del Profumo. Odorarius Mirabilis’ (da marzo 2018, in occasione dell’80° anno della scomparsa del Vate) con la scenografia del Maestro Pier Luigi Pizzi. Contestualmente all’esposizione, per il marchio Vidal ha ideato la linea ‘Odorarius Mirabilis: i profumi di d’Annunzio’ comprensiva di quattro fragranze: ‘Aqua Nuntia’, visione dell’antico; ‘Ermione’, gioia spirituale; ‘Divina Musa’, irradiazione del mistero; ‘Il Piacere’, inno alla voluttà, presentata il 1 giugno 2017.
Vincitrice della ‘Biennale Giovani’ (‘Le donne del garbo’, Marsiglia 1990) e del ‘Premio Montale’ giovani (‘Gli arcobaleni sul tappeto’, Scheiwiller 1994), da sempre abbina all’attività scientifica quella artistica, come voce narrante e ispirata paroliera. Ha scritto odi, ballate e oratori per Aldo Coppola (Calendario L’Oréal, 2003), Valeria Scuteri (‘Ballata sopra le mani delle donne’, 2010; ‘Saprà per amore ricomporsi’, 2012); Antica Profumeria Al Sacro Cuore (‘Fior di Pelle’, 2011); Antonio Violetta (‘La Giganta’, 2013); Antonia Ciampi (‘Archivio della Rosa’, 2013); Octavia Monaco (‘L’oracolare del tempo: l’infocolare indomito del firmamento’ 2014; ‘Inda Angelica Fiamma’, 2014; ‘L’Egitto era mia madre. Parto sciamanico in blu’, 2015); Patrizia Garavini (‘Armilustrium: l’Albero Guerriero’, 2014 Aurum di Pescara; maggio 2016, Il Vittoriale degli Italiani); Giuseppe Mestrangelo (‘Luminarie delle Vele’, 2016; per Art City 2016).
Tra le decine di ‘lectures’, ha recitato per Sua Eminenza Venerabile Lama Tibetano Ghesche Ghiampa Ghiatzo (Bologna 1998), ne ‘La Passione’ di Mario Luzi (Ravenna 2000, chiesa di san Francesco, celebrazioni per il Giubileo 2000, alla presenza del Poeta), per ‘Dumìa’ (La Casa del Silenzio, installazione temporanea, Torino 2002) cupola ricalcante il modello di ‘Nevè Shalom/Wahat al-Salaam’, tempio interreligioso costruito alla porte di Gerusalemme, più volte candidato al Nobel per la Pace. Alle celebrazioni indette per “d’Annunzio 150” ha fatto rivivere le pagine dal Vate dedicate a Nicolò dell’Arca (‘D’Annunzio e il vortice del Compianto’, Bologna, chiesa di Santa Maria della Vita, 8 novembre 2013). Ha partecipato alla mostra ‘La Passione di Cleopatra. Visioni e Maschere di Arnaldo Pomodoro’ (Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, 24 giugno – 18 settembre 2016), nella doppia veste di storica dell'arte e voce narrante; in un preludio scenico dedicato ai versi pronunciati -spirando- dalla celebre regina egiziana.





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