AL LUPO! AL LUPO! ESOPO E I LIBRI, AMICI DEI NEURONI
C’era una volta un pastore che faceva pascolare le sue pecore in un prato bellissimo, in una di quelle giornate di primavera nelle quali il sole sembra brillare di più e la brezza ci porta l’odore dei fiori multicolori.
Tutto era pace e calma per il pastore. La giornata si presentava senza nessun problema, l’erba era molto abbondante e fresca, e quindi il pastore praticamente non aveva niente da fare.
Quando era già trascorsa mezza mattinata, udì in lontananza il mormorio di alcune voci e allora, per curiosità, il pastore guardò da dove provenivano e, vide che appartenevano ad alcuni bravi contadini che si davano un gran daffare per lavorare i campi. Allora ebbe l’idea di giocare loro uno scherzo: «Aiuto!Aiuto! È in arrivo il lupo!» gridò loro il pastore.
Ascoltate le grida del pastore, quella brava gente corse armata con i loro ferri del mestiere in aiuto del ragazzo, giacchè sapevano quanto pericoloso poteva essere un lupo affamato. Ma appena arrivarono dove pascolava il gregge, si trovarono soltanto lo scherno e le risate del pastore.
Gli indaffarati contadini accettarono un po’ stizziti lo scherzo pesante del ragazzo e facendo finta di non dare molta importanza all’accaduto, s’incamminarono per continuare i loro lavori in campagna.
Trascorsero così due ore e nuovamente la voce del pastore gridò chiedendo aiuto: «Aiuto! Aiuto! È in arivo il lupo!»
Ma tutto era ancora uno scherzo! Nè lupo nè niente: c’era solo il pastore che rideva a squarciagola della buona fede di quei coraggiosi lavoratori che per ben due volte erano accorsi in suo aiuto.
Però, poco dopo che se ne furono andati i contadini, un ruggito gli raggelò il cuore: c’era un enorme lupo che assaliva le sue pecore! Terrorizzato, il ragazzo urlò chiedendo aiuto di nuovo ai contadini, perchè il lupo gli sbranava tutto il gregge.
Ma i bravi contadini, credendo che si trattasse ancora di uno scherzo del ragazzo, continuarono le loro faccende senza prestargli la minima attenzione.
Tutto era pace e calma per il pastore. La giornata si presentava senza nessun problema, l’erba era molto abbondante e fresca, e quindi il pastore praticamente non aveva niente da fare.
Quando era già trascorsa mezza mattinata, udì in lontananza il mormorio di alcune voci e allora, per curiosità, il pastore guardò da dove provenivano e, vide che appartenevano ad alcuni bravi contadini che si davano un gran daffare per lavorare i campi. Allora ebbe l’idea di giocare loro uno scherzo: «Aiuto!Aiuto! È in arrivo il lupo!» gridò loro il pastore.
Ascoltate le grida del pastore, quella brava gente corse armata con i loro ferri del mestiere in aiuto del ragazzo, giacchè sapevano quanto pericoloso poteva essere un lupo affamato. Ma appena arrivarono dove pascolava il gregge, si trovarono soltanto lo scherno e le risate del pastore.
Gli indaffarati contadini accettarono un po’ stizziti lo scherzo pesante del ragazzo e facendo finta di non dare molta importanza all’accaduto, s’incamminarono per continuare i loro lavori in campagna.
Trascorsero così due ore e nuovamente la voce del pastore gridò chiedendo aiuto: «Aiuto! Aiuto! È in arivo il lupo!»
Ma tutto era ancora uno scherzo! Nè lupo nè niente: c’era solo il pastore che rideva a squarciagola della buona fede di quei coraggiosi lavoratori che per ben due volte erano accorsi in suo aiuto.
Però, poco dopo che se ne furono andati i contadini, un ruggito gli raggelò il cuore: c’era un enorme lupo che assaliva le sue pecore! Terrorizzato, il ragazzo urlò chiedendo aiuto di nuovo ai contadini, perchè il lupo gli sbranava tutto il gregge.
Ma i bravi contadini, credendo che si trattasse ancora di uno scherzo del ragazzo, continuarono le loro faccende senza prestargli la minima attenzione.
Assai caro pagò gli scherzi il pastore. La sua mancanza di riguardo verso gli altri procurò la perdita del suo gregge.
Da questa disgrazia imparò la grande lezione che mai dobbiamo dire delle bugie, perchè se una volta dicessimo la verità, nessuno ci crederebbe.
Da questa disgrazia imparò la grande lezione che mai dobbiamo dire delle bugie, perchè se una volta dicessimo la verità, nessuno ci crederebbe.
Favolette della sera – Editrice Rubricart, 1986
Morale: chi dà sempre falsi allarmi, non è più creduto neanche quando dice la verità.
Esopo fu uno scrittore greco antico che visse nel VI secolo a.C.. Le sue opere ebbero una grandissima influenza sulla cultura occidentale: le sue favole sono tutt’oggi estremamente popolari e note. Della sua vita si conosce pochissimo.
Secondo la tradizione, Esopo giunse in Grecia come schiavo. Sulle sue origini sono state formulate numerose ipotesi, quella più attendibile sembra essere quella che sia di origine africana. Lo stesso nome “Esopo” potrebbe essere una contrazione della parola greca per “etiope”, termine con cui i Greci si riferivano a tutti gli africani subsahariani. Inoltre, alcuni degli animali che compaiono nelle favole di Esopo erano comuni in Africa, ma non in Europa. Si deve anche osservare che la tradizione orale di moltissimi popoli africani (ma anche dei popoli del Vicino Oriente e dei Persiani) include favole con animali personificati, il cui stile spesso ricorda molto da vicino quello di Esopo.
Nessun commento:
Posta un commento