I motivi per fare tappa o trascorrere un weekend lungo nelle due città goriziane sono numerosi: la scoperta della loro storia straordinaria e di una terra ricca e e bellissima, i musei da visitare, gli oltre seicento eventi dedicati all'arte, alla musica, allo sport e allo spettacolo organizzati nel corso di quest'anno speciale, i numerosi ristoranti dove provare la loro ottima cucina tradizionale e la degustazione dei vini del Collio, tra i migliori d'Italia.
La storia
Gorizia e Nova Gorica si trovano all’estremo nord-est dell’Italia e della Slovenia, tra le colline del Collio friulano e la valle del fiume Isonzo, una zona che per secoli è stata crocevia di civiltà e culture. Gorizia, menzionata per la prima volta in un documento del 1001, è stata capitale della Contea goriziana e parte dell’Impero Asburgico, e anche sede d’esilio della famiglia Borbone di Francia. Dopo la Seconda Guerra mondiale, nel 1947, la città fu divisa in due dal Trattato di Parigi: metà all’Italia, che aveva perso la guerra, e l’altra metà alla Jugoslavia, una delle nazioni vincitrici. Una decisione politica che come spesso accade non teneva conto delle sofferenze e delle ingiustizie a cui veniva condannata la popolazione, già provata dalla guerra: un fiume, un monte, tante famiglie, case, fattorie e campagne, strade e cortili, tutti separati. Anche il cimitero, persino una tomba. La linea venne tracciata e il confine innalzato: celebre è la foto di una mucca nella stalla, contesa tra due Stati.
Il centro storico di Gorizia restò all’Italia, mentre la Jugoslavia fondò Nova Gorica, nata da un progetto modernista concepito dall’architetto Edvard Ravnikar, allievo di Le Corbusier. La linea tracciata era un confine reale, con filo spinato, guardie armate, dogane, lasciapassare per poter andare a lavorare e molto contrabbando per procurarsi beni di prima necessità con sistemi ingegnosi ( ora si possono visitare due piccoli musei, quello del Lasciapassare e quello del Contrabbando) che creò situazioni di grande disagio tra la popolazione, costretta a scegliere dove vivere, in molti casi senza poter più vedere i propri parenti e amici.
Nel 2004 con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea e nel 2007 con l’entrata in Schengen, quel confine è stato cancellato fisicamente ma non nel ricordo, e Gorizia e Nova Gorica sono diventate un simbolo di unione ritrovata e di convivenza, come lo è Piazza Transalpina- Trg Evrope, collocata esattamente al centro del confine fra le due città.
Gorizia, cosa vedere in città
Gorizia, fuori dalle strade più frequentate dal turismo di massa, è desisamente una città da scoprire, tranquilla ed elegante, con le sue atmosfere imperiali e il modernismo, silenziosa ma ricca di fermento culturale. Oltre che di storia: a partire dal Castello, arroccato su una collina, che regala ai visitatori una vista spettacolare sui colli friulani e che ospita un museo medievale con esposizione di armi, ricostruzioni e testimonianze dell’epoca feudale. Nel vicino Borgo Castello, lungo le antiche vie strette e cariche di fascino, si arriva ai Musei Provinciali, tra cui il Museo della Grande Guerra. Scendendo verso il centro storico, in Piazza Vittoria, merita una visita la chiesa barocca di Sant’Ignazio e poi si prosegue in Corso Verdi e via Rastello, ideali per fare shopping, sostare nei caffè storici, curiosare tra boutique, librerie e gallerie d’arte.
In corso Verdi si può scoprire un vero tesoro della città: il Merletto Goriziano, antichissima arte portata in città nel Seicento dalle Suore Orsoline. Nello showroom, oltre ad ammirare piccoli capolavori, come inserti per abiti di alta moda o da sposa e gioielli come bracciali, collier e orecchini, si possono anche acquistare pezzi delle pregiate creazioni delle maestre e delle allieve della scuola e partecipare ai corsi (anche online) organizzati per chi desidera apprendere o specializzarsi nella complessa ma davvero unica arte del merletto.
Nelle vicinanze di piazza Vittoria merita assolutamente una visita Palazzo Attems Petzenstein e in particolare la mostra «Zoran Music. La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier», curata da Daniela Ferretti, dedicata all'artista nato nel 1909 a Bukovica, a poco più di otto chilometri da Gorizia): oltre 100 opere divise in decenni, dagli anni ’30 al 2000, tra cui la Stanza di Zurigo, realizzata tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50 su commissione delle sorelle Charlotte e Nelly Dornacher nella cantina della loro villa sulle colline di Zurigo: un locale accogliente dove gli amici chiacchieravano e ballavano circondati dalle vedute di Venezia, i cavallini, i barconi carichi di bestiame, le donne dalle gonne multicolori, il ritratto dell’amatissima moglie Ida e delle committenti.
Altre tappe da non perdere sono Piazza della Transalpina, simbolo della nuova identità transfrontaliera, condivisa con Nova Gorica, divisa tra Italia e Slovenia fino al 2004, diventata oggi uno degli epicentri del programma ufficiale di GO! 2025 – Capitale europea della cultura, con installazioni, concerti e performance all’aria aperta, e lo Smart Space della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, spazio contemporaneo dedicato alla divulgazione culturale e all’educazione digitale, dove mille anni di storia rivivono in quattro mostre.
Nova Gorica, l'altra Gorizia
Percorrendo strade o sentieri che un po' sono italiani, un po’ sloveni, si arriva a Nova Goriza, la città più giovane della Slovenia, che vanta però una forte identità culturale. Nessun edificio storico, ma un vero laboratorio di architettura, arte e dialogo tra culture, che si integra alla perfezione al paesaggi della valle dell’Isonzo. Per gli appassionati di sport e natura merita una tappa il centro kayak di Solkan, ideale per attività sportive sul fiume.
A tavola
Un altro modo per apprezzare al meglio Gorizia è provare la sua cucina, tipica del Friuli Venezia Giulia: sono numerosi i ristoranti e le trattorie dove gustare piatti come la jota (zuppa di crauti, fagioli e patate),il frico (tortino di patate, cipolla e formaggio) i gnocchi di susine, il gòlas alla goriziana, variante locale del gulasch.
Tra gli indirizzi consigliati, nel centro storico Atmosfere La Stüa in Piazza S. Antonio), dove assaggiare degli ottimi fusi istriani e carne alla brace, poi la Chincaglieria Gastonomica della chef Chiara Canzoneri, che rielabora le ricette di una volta e utilizza solo ingredienti a km 0, il Rosenbar, specializzato in piatti di pesce ma dove provare anche una squisita « Merenda goriziana» a base di salumi, formaggi, fritttata e polpette, la Trattoria alla Luna in via Oberdan, locale storico che tramanda la tradizione Mitteleuropea attraverso le ricette delle nonne, come gli Gnocchi dolci ripieni di frutta e conditi con burro schiumato, briciole di pane, zucchero e cannella, e le Mezzelune di palačinke, ripiene di verdure di stagione.
Qui la titolare, la signora Celestina, ricorda ancora, nonostante avesse solo tre anni, il periodo in cui le famiglie goriziane separate dal confine non si potevano incontrare, e della famosa « Domenica delle scope», il 13 agosto 1950, quando gli sloveni oltrepassarono in massa la frontiera per riversarsi nelle vie di Gorizia, un esodo pacifico di migliaia di persone che volevano riabbracciare i parenti ma anche procurarsi beni di uso comune che oltre confine non si trovavano, tra cui le scope in saggina. Il confine rimase, ma simbolicamente fu un evento importante per rappresentare il concetto di libertà di circolazione delle persone e delle merci.
Il consiglio a tavola è di accompagnare i piatti con i vini del Collio friulano, tra i protagonisti della scena enologica europea. Da provare sono quelli dell'azienda vinicola Gradis’ciutta, a pochi km dalla città, dove Robert Princic crea vini molto rappresentativi del territorio come Ribolla Gialla, Malvasia e Friulano, altre varietà come Moscato, Picolit e Verduzzo, e i rossi Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, con i quali produce anche un blend bordolese. A Borgo Gradis’ciutta, nato dal recupero di un palazzo del ‘500, si può pure dormire tra le vigne, degustare i vini dell’azienda, fare picnic e cooking class di cucina mitteleuropea. Un vino simbolo da provare? Sinefinis, vino transfrontaliero, nato dal blend di uve provenienti dalle due zone vitivinicole del Collio e del Brda, che un tempo appartenevano alla stessa area di produzione e che successivamente sono state divise dal confine.
Da vedere
Agli eventi organizzati nel corso dell'anno da GO! 2025 si aggiungono quelli di GO! 2025&Friends, mostre, concerti di artisti internazionali che coinvolgono tutta la regione Friuli Venezia Giulia. Tra i concerti, allo Stadio Nereo Rocco di Trieste giovedì 17 luglio è protagonista Robbie Williams con l'unico live italiano del suo nuovo tour; all'Arena Casa Rossa di Gorizia invece il 25 luglio Alfa porta una delle date del suo Alfa Summer Tour - Non so chi ha creato l’estate ma so che ero innamorato. Per quanto riguarda lo sport, il 25 luglio appuntamento con Jumping over boundaries– saltare nella storia, dove i migliori e le migliori atlete del salto con l’asta sfidarsi sul confine di Piazza Transalpina con una rincorsa che inizierà nel territorio italiano terminando con l’atterraggio in territorio sloveno. Il 2 agosto invece No Border Aquathlon storia è una competizione di nuoto e corsa che collega simbolicamente i due territori. Si tratta della prima gara di aquathlon transfrontaliera che supera i confini ed attraversa due Stati: Italia e Slovenia, con un percorso totale di 15 km di corsa e 2000 mt di nuoto. La partenza e l’arrivo sono previsti nella simbolica Piazza Transalpina.
Per informazioni: www.go2025.eu
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