venerdì 3 ottobre 2025

Giorgio Armani / Essere più che esistere


Giorgio Armani nel 1997
Giorgio Armani nel 1997


Giorgio Armani: essere più che esistere

L'incarnazione dello stile

19 SETTEMBRE 2025, 


Giorgio Armani ha sempre voluto vestire una specifica tipologia umana.

mercoledì 1 ottobre 2025

Marlene Dumas e l’arte dell’inafferrabile


Marlene Dumas, Losing Her Meaning
Marlene Dumas, Losing Her Meaning

Marlene Dumas e l’arte dell’inafferrabile

Una delle artiste più influenti della scena artistica contemporanea

2 MAGGIO 2022, 

Le contraddizioni emergono forti e chiare nella ricerca di Marlene Dumas, artista sudafricana nata a Cape Town nel 1953. Anche quando riprende la figlia addormentata in un viraggio verde che scontorna l’immagine fino a farla diventare una nebulosa indistinta, Dumas ci ricorda il suo vissuto. Quelle visioni di un Paese in cui la brutalità dell’apartheid ha fatto da padrona per moltissimi anni. Immagini che si vorrebbero rendere sfuocate fino a farle scomparire. E l’artista sembra entrare in un fluire di coscienza mentre racconta le sue opere con gli occhi chiusi, forse a non voler vedere qualcosa che comunque i suoi occhi riescono a vedere anche al buio. 

martedì 30 settembre 2025

Marc Chagall e il paesaggio dell’anima

 

Marc Chagall, Ricordo del flauto magico, 1976. Per gentile concessione di Palazzo di Diamanti
Marc Chagall, Ricordo del flauto magico, 1976. Per gentile concessione di Palazzo di Diamanti


Marc Chagall e il paesaggio dell’anima 

11 ott 2025 — 8 feb 2026 presso il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, Italia


È un mondo fiabesco quello che ci regala Marc Chagall, un mondo fiabesco in cui innamorati volano abbracciati insieme a violinisti, ad asini dagli occhi buoni. Eppure quel mondo fiabesco che, grazie ai colori pastello, fa sognare ad occhi aperti, custodisce anche un’umanità povera, afflitta e perseguitata, quella della comunità ebraica di Vitebsk in cui l’artista nacque nel 1887, oggi in Bielorussia al confine con la Lettonia. Un mondo contadino in cui la fatica la fa da padrona e dove l’alba ha sempre un significato di dono e il tramonto sa di zuppa calda oltre le finestre illuminate dal fuoco che arde finché ce n’è. Questo mondo poetico e malinconico trova una sede prestigiosa per celebrare un grande maestro della pittura e del sogno. 

lunedì 29 settembre 2025

Jenna Ortega

 


Jenna Ortega

(2002) 

Jenna Marie Ortega nasce il 27 settembre 2002 a Palm Desert, nella Coachella Valley, in California, quarta dei sei figli concepiti da Edward, facoltoso imprenditore di origini messicane, e Natalie Ortega, infermiera portoricana. Nel 2008, all'età di sei anni, Jenna inizia a coltivare il suo interesse per la recitazione e, con l'aiuto degli agenti di suo padre, due anni più tardi partecipa alle prime audizioni che le danno la possibilità di figurare come comparsa in diverse serie televisive e film cinematografici.

domenica 28 settembre 2025

L’anima delle piante in una goccia di profumo

 

Le piante officinali custodiscono nei loro oli essenziali l’anima aromatica della natura, trasformandosi in basi preziose per profumi e rimedi antichi
Le piante officinali custodiscono nei loro oli essenziali l’anima aromatica della natura, trasformandosi in basi preziose per profumi e rimedi antichi

L’anima delle piante in una goccia di profumo

Un viaggio olfattivo tra botanica, memoria e spiritualità, dove gli oli essenziali raccontano la natura, curano l’anima e risvegliano antichi legami con la terra

28 SETTEMBRE 2025, 

Lavanda, rose antiche, rosa canina, limoni, arance, zagara, timo, elicriso… ma anche origano, menta, salvia, tutti i tipi di rosmarino… sono solo alcune delle piante botaniche che in natura sprigionano le loro essenze che possono essere catturate, come per una magia alchemica, lavorando attraverso la filosofia e l’ascolto per raggiungere il cuore e per ritrovare quell’essenza ancestrale che ci lega al mondo e alla natura; ma anche al nostro passato e al presente proprio attraverso la memoria olfattiva che si lega direttamente al talamo, la parte più antica ed istintiva del cervello.

sabato 27 settembre 2025

L'Ecce Homo di Caravaggio, una riflessione

 

Dettaglio del dipinto "Ecce Homo" attribuito a Caravaggio. Nell'aprile 2021 il ritratto era ancora attribuito a Jusepe de Ribera, quando durante la sua vendita all'asta venne riconosciuto come opera di Caravaggio e non della sua cerchia. Rilevazione avvallata da Maria Cristina Terzaghi, che identifica il dipinto scome l'opera originale di Caravaggio commissionata da Massimo Massimi nel 1605
Dettaglio del dipinto "Ecce Homo" attribuito a Caravaggio. Nell'aprile 2021 il ritratto era ancora attribuito a Jusepe de Ribera, quando durante la sua vendita all'asta venne riconosciuto come opera di Caravaggio e non della sua cerchia. Rilevazione avvallata da Maria Cristina Terzaghi, che identifica il dipinto scome l'opera originale di Caravaggio commissionata da Massimo Massimi nel 1605

L'Ecce Homo di Caravaggio, una riflessione

Ecce Homo, ecco si placa la vostra sete di sangue

7 DICEMBRE 2024, 

Rien ne dépasse la beauté du mystère.
Niente supera la bellezza del mistero.

L’arte è una mistica trasposizione della realtà; è qualcosa di velato che ci viene offerto per carpire il segreto più grande che è la vita. Forse una rappresentazione artistica serve a catapultarci al di fuori di noi stessi per scoprire ciò che esiste al di là della quotidiana normalità. Probabilmente vuole farci comprendere proprio i limiti tra arte e vita. 

venerdì 26 settembre 2025

Vasilij Kandinskij e il colore / Il grande artista che con l'Astrattismo ha rivoluzionato la pittura

 

Vasilij Kandinskij, Giallo-Rosso-Blu, olio su tela, 1925, Musée National d'Art Moderne, Parigi, Francia
Vasilij Kandinskij, Giallo-Rosso-Blu, olio su tela, 1925, Musée National d'Art Moderne, Parigi, Francia

Vasilij Kandinskij e il colore

Il grande artista che con l'Astrattismo ha rivoluzionato la pittura

22 SETTEMBRE 2025, 

A differenza degli artisti dell'800 e del 900, che hanno voluto affermare la loro personalità dipingendo ciò che sentono e non più ciò che viene loro commissionato dai committenti, Kandinskij, per la sua natura, che guarda la realtà con attenzione certosina, ha potuto dipingere ciò che sente, nel modo che più gli è congeniale, dando origine all'Astrattismo, che ha influenzato e cambiato direzione per sempre all'arte. Non che nel passato non ci fossero stati segnali di cambiamento nell'arte: la prima e più importante è stata la ribellione progressiva all'accademismo e alla sua protervia, che gradatamente ha trasformato l'arte, dai primi artisti che sono usciti dai loro atéliers per andare a dipingere la natura dal vero, "en plein air", come hanno iniziato a fare dai primi dell'Ottocento i pittori di Barbizon, seguiti poi dal realismo coriaceo di Courbet e, in seguito, dalla grande ribellione Impressionista.

giovedì 25 settembre 2025

Luce Cardinale, nipote di Claudia: «Rideva alle barzellette spinte di Alain Delon, una volta non aprì la porta a Marlon Brando»



Luce Cardinale, nipote di Claudia: «Rideva alle barzellette spinte di Alain Delon, una volta non aprì la porta a Marlon Brando»


di Valerio Cappelli

L'attrice 35enne: «Era libera e selvaggia, ma con lei ho passato serate semplici sul divano»


Luce Cardinale è nipote di Claudia. Ha 35 anni, attrice anche lei. Suo padre, Adriano, era il fratello piccolo della grande interprete.
Che rapporto aveva con sua zia?
«Ho vissuto con lei nella sua casa di Parigi, al Marais, per tre anni, dal 2014 al 2016. Fu l’unico periodo in cui la chiamai zia. Andai lì dopo il Centro Sperimentale di Cinematografia. Le nostre serate erano semplici. Ogni tanto guardavamo un suo film sul divano, anche se amava vivere nel presente. Ordinava il cibo da fuori, mangiava come un uccellino». 
Le parlava dei partner sui set?
«Di Marlon Brando mi diceva che bussò alla sua porta e non gli aprì, di Alain Delon che sul set del "Gattopardo" le parlava all’orecchio e lei scoppiava nella sua risata fragorosa, che comunque le chiedeva Visconti, per le barzellette porno che le sussurrava Alain». 
Quanti fratelli sono?
«Blanche, bionda e con gli occhi azzurri, che trascinò Claudia al concorso di più bella di Tunisi, iniziò anche lei come attrice, poi per 20 anni fu direttrice di Armani e infine andò a vivere in Polinesia, dove dipinge. Claudia diceva che non si era mai sentita bella, che la bella di casa era Blanche».
E gli altri fratelli?
«Bruno lavora in produzione e scenografia, mio padre Adriano è stato montatore in Gruppo di famiglia in un interno per Visconti, fino a quando Pasquale Squitieri gli aprì le porte come steady cam. Anche mia cugina Lucilla Cristaldi lavora nel cinema, è stata assistente di Bellocchio e Archibugi». 
Fu Claudia ad aiutare i familiari a lavorare nel cinema? 
«Sì, era protettiva. Ed era libera e selvaggia, come lo sono io. Ma aveva un'altra caratteristica di cui non si parla mai».
Quale?
«Era ironica. Aveva un modo leggero di guardare il mondo. Su Instagram ho scritto che questo è il suo più grande talento e il dono più speciale che mi ha lasciato».
Ricorda una sua spiritosaggine?
«A una cena in un hotel ai Parioli, arrivò per dolce, di cui era golosa, una cosa minuscola da cucina gourmet. Claudia disse: questo non è un dessert, è un deserto. Poi ricordo quando, a un Festival di cinema italiano a Bordeaux, un suo fan le disse: ho visto tutti i suoi film, il più bello è "C’era una volta all’Ovest". Claudia si piegò in due dalle risate». 
Le diede dei consigli per la sua carriera d’attrice?
«Mi disse quello che le aveva detto Visconti: quando entri in una stanza devi camminare come se fossi una pantera. Se pensiamo a quando al Festival di Venezia per promuovere "Il Gattopardo" si presentò seduta accanto a un ghepardo… Poi mi disse che quando mi trucco devo mettermi tanto nero intorno agli occhi: crea fascino. Ho un episodio curioso sullo sguardo».
Lo dica.
«Paolo Sorrentino, che non sapeva che Claudia fosse mia zia, a un festival, dove ero per il film "Anni felici" di Daniele Luchetti, mi disse: tu hai gli stessi occhi di Claudia Cardinale».
Claudia diceva che il cinema italiano negli ultimi anni la ignorava.
«Non era tipo da lamentarsi, certo era legata ai grandi autori con cui aveva lavorato. Però non era agguerrita, non lottava per avere un ruolo, viveva il momento». 
L’ultima volta che vi siete viste?
«Non la vedevo da un po’ perché da quando si trasferì a Nemours, in un castello a un’ora e mezza da Parigi, era difficile raggiungerla. È una bella residenza, col mulino, Claudia partecipava ai festival nei dintorni, andava a fare la spesa. I suoi due figli, Patrick e Claudine, decisero di farla vivere nella natura».


CORRIERE DELLA SERA



Claudia Cardinalle

 



Claudia Cardinale
1938 - 2025



mercoledì 24 settembre 2025

Leggere è il mio atto di resistenza / Cosa ci resta quando tutto corre troppo veloce

 



Illustrazione della magia della lettura: "Leggere non è un privilegio per pochi. È un allenamento alla complessità, è una forma di attenzione che può salvarci dalla confusione e dalla superficialità"
Illustrazione della magia della lettura: "Leggere non è un privilegio per pochi. È un allenamento alla complessità, è una forma di attenzione che può salvarci dalla confusione e dalla superficialità"

Leggere è il mio atto di resistenza

Cosa ci resta quando tutto corre troppo veloce

24 SETTEMBRE 2025, 
MARISSA TRIMARCHI

In un tempo che ci allena a reagire, semplificare e dimenticare in fretta, leggere è un gesto lento e profondo. Un esercizio controcorrente che restituisce valore all’ascolto, alla complessità e al pensiero critico.

lunedì 22 settembre 2025

Peppino Fusar-Poli e Renata Storari: “Dai segni ai sogni”



Peppino Fusar Poli, Olivia e l'uccellino, foto di Elisabetta Cantù Berzio
Peppino Fusar Poli, Olivia e l'uccellino, foto di Elisabetta Cantù Berzio


Peppino Fusar-Poli e Renata Storari: “Dai segni ai sogni”

Una mostra che invita a sognare per immagini 

27 FEBBRAIO 2025, 


Dal 1° all’8 febbraio presso la Galleria degli Artisti, in via Nirone a Milano, Peppino Fusar-Poli e Renata Storari hanno esposto i loro quadri in una mostra davvero accattivante.

sabato 20 settembre 2025

Potenziali farmaci dal muco dell’Axolotl

 


Esemplare di Ambystoma mexicanum (axolotl), Spagna
Esemplare di Ambystoma mexicanum (axolotl), Spagna

Potenziali farmaci dal muco dell’Axolotl

Uno studio del muco della salamandra Axolotl mostra le sue proprietà antibatteriche e antitumorali

14 SETTEMBRE 2025, 

Un articolo pubblicato sulla rivista PLoS ONEriporta i risultati sulle proprietà mediche del muco della pelle della salamandra chiamata Axolotl, scientificamente conosciuta come Ambystoma mexicanum. Un team guidato dalla dottoressa Sarah Strauß della Scuola di Medicina di Hannover (Medizinische Hochschule Hannover) ha studiato peptidi antimicrobici presenti in quel muco che potrebbero costituire almeno in parte un'alternativa agli antibiotici utilizzati oggi. Gli esami hanno indicato che quel muco può anche aggredire cellule tumorali.

giovedì 18 settembre 2025

Loving Vincent, il film di Dorota Kobiela

 


Loving Vincent

Loving Vincent, il film di Dorota Kobiela è nelle sale italiane. Ed è una meraviglia.


Stefano Ferrari
24 ottobre 2017

Coi tempi che corrono, guardi trenta secondi di Loving Vincent e pensi subito: È fatto al computer. E invece no: è vera vernice a olio. Ed è una vera meraviglia. Per realizzarlo ci sono voluti 125 pittori e due anni di lavoro. La tecnica impiegata è simile a quella che usa William Kentridge nei suoi video animati a carboncino, fatti cancellando e ridisegnando in continuazione sullo stesso foglio, anche se qui le cose sono un po’ più complicate. Si fa così: si gira una scena con gli attori in carne e ossa; si consegna il filmato al pittore, che copia sulla tela il primo fotogramma; si scatta una foto ad alta risoluzione del dipinto finito; quindi il pittore ritorna sulla tela e la “corregge” fino a trasformarla nel secondo fotogramma e si scatta un’altra foto. Avanti così 165.000 volte et voilà, ecco il primo “lungometraggio a olio” della storia.




Scappa un sorriso a questo punto a ripensare al Van Gogh di Kirk Douglas (Brama di vivere, 1956) e pure al famoso saggio di Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (1936), che qui prende un significato tutto nuovo. Van Gogh è forse l’artista più riprodotto di sempre: non solo su libri e manuali, come al tempo di Benjamin, ma oggi anche su piatti, bicchieri, lenzuola, berretti, magliette, magneti da frigorifero e chi più ne ha, più ne metta. Per non parlare di quelle operazioni pseudo-culturali come la “mostra” itinerante Van Gogh Alive, che allo spropositato costo di 14 euro ti fa camminare tra scadenti gigantografie e banali proiezioni animate – ma i biglietti venduti sono decine di migliaia. Ecco, con Loving Vincent la riproducibilità tecnica diventa una rielaborazione manuale, dalla quale non emerge una copia, bensì una nuova opera pittorica e filmica a un tempo, unica, originale, che dà vita – e qui si può ben dirlo – ai dipinti di Van Gogh




La mente dietro quest’impresa folle è Dorota Kobiela, regista con studi da pittrice, che nel 2011 aveva già diretto un cortometraggio,Little Postman, anche quello interamente dipinto (da lei), con protagonista un piccolo portalettere di Varsavia durante la seconda guerra mondiale. Curiosamente, anche in Loving Vincent il protagonista è un giovane postino improvvisato, Armand Roulin, figlio di Joseph, il barbuto portalettere di Arles che Van Gogh ritrasse assieme alla famiglia in una serie di dipinti. È l’estate del 1981, Vincent si è suicidato da un anno e Armand viene incaricato dal padre di portare una lettera a Théo, fratello di Van Gogh. Così si lascia alle spalle le notti stellate di Arles e va a Parigi, ma qui scopre che Théo è morto e finisce da Père Tanguy, il commerciante di colori, che gli racconta la difficile vita di Vincent. Incuriosito, Armand si reca ad Auvers-sur-Oise, dove il pittore è morto, per incontrare il dottor Paul Gachet.

Un fotogramma del film
Un fotogramma del film

Come suggerisce il titolo stesso, Loving Vincent non è un film su Van Gogh: è un film su Vincent (l’uomo) visto attraverso Van Gogh (il pittore). A parlarci dell’uomo sono le persone che ha conosciuto e ritratto nella sua breve vita, mentre il pittore è sempre presente grazie alle animazioni dipinte, basate su un centinaio di tele, qua e là ritoccate per esigenze narrative – e inframezzate da flashback in bianco e nero, le uniche scene inventate del film, che ci mostrano spezzoni di vita del pittore.



Sul sito del film si possono acquistare, per qualche migliaio di euro ciascuno, dei dipinti di prova prodotti per il film, mentre fino al prossimo 28 gennaio, al Noordbrabants Museum di ’s-Hertogenbosch, in Olanda, saranno in mostra 119 dipinti usati nel film.

Stefano Ferrari

Laureato in Scienze dei Beni Culturali (Università degli Studi di Milano), nel 2008 ha conseguito il master in Art Management presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha collaborato con la Fondazione Mazzotta, con il mensile "Arte", con Baldini Castoldi Dalai editore e con diverse testate online scrivendo di arte contemporanea, musica, cinema e letteratura fantastica. Dal 2015 è collaboratore de "La Settimana Enigmistica".

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